Название: Plautus in der Frühen Neuzeit
Автор: Группа авторов
Издательство: Bookwire
Жанр: Документальная литература
Серия: NeoLatina
isbn: 9783823302162
isbn:
uoluisse ABCD Pylades Camerariusa : noluisse MerulaMerula, Giorgio
683 ME. mi tu ut dederis pallam et spinter? numquam factum reperies
tu ut CD : ut tu B Camerariusa tu Prisc. gramm. 151, 6 sgg. nisi Osb. S 76, 9 et s373 B. Merula Merula, Giorgio
B f. 103v l. 29
C f. 51r l. 16
864 ut ego hunc proteram leonem uetulum, olentem, edentulum
edentulum Pius Camerariusa : edentius BC edentuis D MerulaMerula, Giorgio
10383 MES. saluom tibi ita ut mihi dedisti reddibo. | hic me mane.
tibi ita Non. 764 L. altero loco BCD Camerariusa : priore loco tibi item B lineola in B item tibi CD lineola in C tibi MerulaMerula, Giorgio
reddibo Non. Camerariusa : priore loco reddebo BC1D redhibeo C2 in marg. lineola in B atque in C altero loco redhibeo CD Merula Merula, Giorgio sed habeo B lineola in B atque in C
Spesso alle sottolineature corrispondono questioni meramente ortografiche – sentite evidentemente come anomalie da chi era educato ad altre norme4, e quindi segnalate di volta in volta o nel solo B (235, 2555) o nel solo C (182, 451, 718) o in entrambi i codici (218, 260).
Nella maggior parte dei casi – soprattutto in C – sono segnalati passi problematici, il più delle volte già risolti nelle edizioni precedenti, quasi a vagliarne la validità. Le lineolae evidenziano semplici errori desumibili dal contesto, voces nihili (sottolineate in B: 546), facili scambi di lettere (sottolineati in B: 363; in C: 101, 164/5, 168, 175, 204, 316, 322, 461, 492, 559, 601; in BC, sia quando l’errore è presente in entrambi, 269, o in uno solo dei due codici, 242); aplografie (in B: 1065 e in C: 210, 225, 239, 363); dittografie (in B: 886, 972 e in C: 802); errata divisio verborum (in C: 267, 366, 437, 605, 853, 1005a).
Si riscontrano lezioni segnate in quanto forse considerate errate proprio perché non presenti nella tradizione editoriale (in B: 1076, 1120; in C: 593; in BC: 458).
Si deve anche dire che la sottolineatura è presente in uno solo dei due codici anche quando siano entrambi in errore (in B: 745, 955; in C: 466 sed dico, sed eo, 559, 563, 683, 748, 1010) o in entrambi ricorra il medesimo errore (in B: 101 mensam, 235, 255, 363; in C: 101 certalis, 175, 234, 322, 350, 461, 493, 584, 801, 802, 858).
In altri casi alle sottolineature corrispondono viceversa termini recepiti a testo (in B6: 398; in C: 571, 663, 928). Sebbene non ci sia dato sapere se, come e quando, una volta venuto in possesso di C, lo studioso abbia confrontato i due manoscritti, nei casi in cui è sottolineata in C una lezione corretta – accolta già dalla tradizione editoriale e dall’edizione del CamerarioCamerarius d.Ä., Joachim del ‘30 – ma errata in B, si potrebbe o ipotizzare che il filologo appunti come degna di nota la conferma che gli viene dal codice o sospettare un confronto tra i due manoscritti (in C: 174, 569, 601a; in BC: 242).
I casi più significativi, se pur pochi, sono tuttavia quelli in cui il filologo è il primo ad affrontare e spesso a risolvere un passo problematico: le lineolae rivelano una natura di ‘promemoria’ in vista di una più attenta riflessione nel corso del lungo e continuo lavoro testuale che CamerarioCamerarius d.Ä., Joachim dedica negli anni a Plauto, che va da intelligenti ‘ritocchi’ paleografici (559, 745, 1010) a interessanti interventi congetturali (249, 1142).
L’impiego della sottolineatura deve essere evidentemente legato, proprio per la sua incostanza, a fasi e a intenti diversi se a buona parte delle congetture dell’umanista che ancora oggi trovano spazio nelle edizioni contemporanee di riferimento, non corrisponde alcun ‘segno’ di attenzione nei manoscritti.
Altri interventi
Se le sottolineature sono gli interventi di gran lunga più numerosi, nel codice B si possono tuttavia notare anche altre ‘tracce’ materiali di un lavoro che il riscontro con l’edizione consentirebbe di attribuire al CamerarioCamerarius d.Ä., Joachim:
– l’indicazione in numeri arabi (da 1 a 7) di una corretta sequenza di versi: vv. 311-3191;
B f. 100r ll. 40–43
– la divisione di versi (351-364):2
B f. 104v ll. 25–38
– uno spostamento di parole accompagnato da una linea sinuosa:
763 repente expetit me, | ut ad sese irem
me ut ad sese BCD MerulaMerula, Giorgio : inuersionis lineola in B3 ad sese me ut Camerariusa
1007 mittite istunc. ME. obsecro te, quisquis es, operam mihi ut des
mihi ut des BCD : inuersionis lineola in B ut des mihi Camerariusa
B f. 106v l. 39.
Indicazione di atti e scene
In entrambi i codici si riscontrano rare e non sistematiche indicazioni – in una grafia cinquecentesca posata, ma presumibilmente sempre attribuibile al CamerarioCamerarius d.Ä., Joachim1 – di una divisione della commedia in atti e in scene, che si inserisce in una tradizione umanistica non uniforme, e che, per gli atti, ha riscontro nelle prime edizioni dei MenaechmiMenaechmi (nel testo edito vengono indicati i numeri di atti e di scena nelle sole edizioni del ‘36 e del ‘42). Degno di nota è l’atteggiamento di CamerarioCamerarius d.Ä., Joachim nel 1552, che disattende la precedente suddivisione adottata, già presente nell’edizione dell’Angelius, quasi a mostrare di preferire il testo senza alcuna ripartizione, così come lo si trova nei codici2:
– ac. 5 sc. 2 (Vt aetas)
B f. 104r l. 48
– Ac. 3. sc. 1 (Plus triginta – C f. 47r l. 21)
– MenaechmiMenaechmi 5 sc. 5 (Spectamen)
C f. 56r l. 1
Titoli correnti
In tutte le commedie СКАЧАТЬ