Название: Dal vero
Автор: Matilde Serao
Издательство: Bookwire
Жанр: Языкознание
isbn: 4064066072964
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—Roberto è passato col costume bleuté, nel carrozzino.
—Misericordia! Come sai tutto questo? Non leggevi forse?
—….. Ero dietro i vetri.
—Ed hai riconosciuto Roberto, mentre non lo guardi mai? Miracolo! Ti ha egli salutata?
—Sì.
—Come ha tolto il suo cappello?
—Ma… come si toglie sempre.
—E tu hai risposto?
—Mi prendi per una sgarbata?
—Gli hai rivolto un sorriso almeno?
—No… cioè non lo so.
—Sei una cattiva, Sofia. Anche ieri sera Roberto mi parlava di te…..
—Dicendoti che ero cattiva?
—No, ma chiedendomi la causa di questo tuo carattere chiuso chiuso, così differente dal mio. Allora io gli ho sfilato un bel panegirico; gli ho detto che tu sei più buona, più amabile, più amorosa di me e che hai il solo difetto di nascondere le tue qualità. Figurati, che lui mi ascoltava con molto interesse; infine mi ha domandato dell'avversione tua per lui…
—Avversione?
—Così ha detto, e sai, non ha tanto torto! Lo tratti con sì poca cordialità! Ma anche su questo punto ti ho difesa, ho messa su una bugia, cioè che egli ti era molto simpatico, che lo stimavi tanto tanto…
—Lulù!
—Lo so che non è vero; ma Roberto ti vuol del bene, non è una ingratitudine averlo per estraneo?
Sofia buttò le braccia al collo di sua sorella e la baciò; Lulù la trattenne un istante e le mormorò con voce carezzevole:
—Perchè non lo ami un pochino, Roberto?
L'altra fece un moto brusco, tirandosi indietro, e non disse verbo.
—Sicchè—riprese Lulù, stringendosi nelle spalle e cambiando discorso—questa sera non vieni proprio con noi?
—No, ho mal di capo. Puoi andare con mamma.
—Delle tue solite. Basta, io vado lo stesso, perchè mi divertirò molto molto.
—Viene con te….. Roberto?
—Nix; egli va al suo circolo, dove vi è Consiglio di direzione. Io ne profitto per isvignarmela e per ballare sino a domattina.
—E se egli lo sa?
—Tanto meglio, imparerà da ora a lasciarmi libera. Non voglio fargli prendere cattive abitudini.
—Lo ami poco, mi sembra.
—Moltissimo, alla mia maniera. Ma io scappo a vestirmi, mi ci vorranno almeno due ore.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sofia stette ad ascoltare il rumore della carrozza che si allontanava, portando seco la madre e la sorella; era rimasta sola, sola come aveva sempre desiderato di esserlo. Da bambina, quando le facevano qualche torto, aveva pianto solo quando era in letto all'oscuro, e l'uso gliene era rimasto: così perduta in quel gran salone, sotto il chiaro lume della lampada le mani inerti e la testa abbandonata sulla spalliera della seggiola, le si dipingeva sul volto un grande affanno, il vivo riflesso di una lotta interna alacrissima. Certo in quei momenti di solitudine completa le ritornava la coscienza di un grande dolore; il sentimento della realtà, lungamente respinto, diventava chiaro, distinto, crudele.
Un rumore di passi la fece scuotere. Era Roberto. Vedendola sola si fermò, esitante; ma supponendo il resto della famiglia in altra camera, si avanzò. Sofia si era alzata subito, turbata.
—Buona sera, signorina.
—Buona sera…..
Erano entrambi impacciati. «Dio! quanto è antipatica questa Sofia!» pensava Roberto.
Infine la fanciulla si rimise, riprese l'impero sulla sua fisionomia, che ridiventò composta e severa; sedettero a poca distanza.
—La signora madre sta bene?
—Abbastanza bene, grazie.
—E….. Lulù?
—Anche lei benissimo.
Qui un silenzio. Roberto provava una strana sensazione, come una gioia che lo riempisse di amarezza.
—Lulù è occupata?—chiese egli.
Sofia represse un lieve movimento d'impazienza:
—È al ballo, con la mamma, in casa Dellino—rispose poi rapidamente, quasi volesse prevenire altre domande.
Dunque Sofia era sola! E se non voleva essere il più scortese degli uomini, avrebbe dovuto trattenersi con lei! Roberto a questa idea ebbe l'irresistibile volontà di fuggire. Pure non si mosse.
—Io sono venuto perchè al mio circolo non siamo stati in numero legale—disse dopo, come se volesse scusare la sua presenza.
—Lulù non vi attendeva… Mi dispiace…
—Oh! non importa!—interruppe Roberto.
La interruzione era troppo rapida, quindi poco lusinghiera per l'assente.
—E voi—riprese egli—non siete andata?
—No… sapete che non amo molto il ballo.
—Preferite la lettura?
—Sì, di molto.
—Non temete che vi faccia male?
—Ho buoni occhi—rispose Sofia, alzandoli in viso al suo interlocutore.
—E belli—disse fra sè Roberto—ma senza espressione.—E ad alta voce:—Volevo dire…
—Male morale forse? Non lo credo: dai libri che leggo mi venne sempre una grande pace.
—Avete bisogno di pace?
—Tutti ne abbiamo bisogno.
La voce di Sofia era grave, sonora, eppure Roberto se ne compiaceva come se la sentisse per la prima volta. Pareva si trovasse di fronte ad una donna sin allora sconosciuta, e che costei gli si rivelasse da ogni parola, da ogni atto. Perchè Sofia aveva perduto la sua freddezza, si lasciava andare a guardarlo, a sorridergli, a parlargli come ad un amico. Che ci era stato prima СКАЧАТЬ