Rinaldo ardito: Frammenti inediti pubblicati sul manoscritto originale. Lodovico Ariosto
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Название: Rinaldo ardito: Frammenti inediti pubblicati sul manoscritto originale

Автор: Lodovico Ariosto

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066069407

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СКАЧАТЬ ch'io fui nemica a quella Fada[22]

      Che poco anzi occidesti, e d'ogni intorno

      Faceva a' circumstanti iniuria e scorno.

      VIII.

      E quella son che ti donai quel tanto

      Lucido, adorno e prezioso scuto

      Cum che vinto hai la Fada e ogni suo incanto,

      A te di onore e a' circumstanti aiuto;

      E de infiniti sol ti puoi dar vanto

      Avere un tal triunfo oggi ottenuto,

      Di che grato non solo agli uomin sei,

      Ma fatto ne hai piacere insino a i Dei.

      IX.

      La Fada di coloro era nemica,

      Che d'altre che di lei fussero amanti;

      Anci ogni industria usava, ogni fatica

      Per rovinarli; e ben ne ha occisi tanti,

      Che indarno è lo espettar, baron, ch'io dica

      Quanti ne ha uccisi la malvagia, e quanti

      Presi e in pregione morti per disagio,

      Vetando loro il cibo, e il stare ad agio.

      X.

      Onde tanto costei Venere adonta

      Che sol di lei cercava aspra vendetta,

      E[23] a tale impresa in fin persona pronta

      L'amorosa mia don[24] gran tempo espetta;

      Ma solo hai vendicato ogni sua onta,

      E però ne serai persona eletta,

      A Vener grato, e per il tuo valore[25]

      Fortunato serai sempre in amore.

      XI.

      E quantunque infelice per adrieto

      Sempre sii stato in l'amoroso laccio,

      Nell'avenir serai jucundo e lieto,

      Poi che distolte[26] ne hai di tanto impaccio;

      E perchè intendi quel che ti è secreto,

      Quel che richiesto me hai io non ti taccio:

      Sappi che ninfa son nasciuta in l'acque,

      E di questo liquor sto corpo nacque.

      XII.

      Delle Naiade son la più onorata,[27]

      (Che così d'acqua son le ninfe dette)[28]

      Liquezia ho nome, e a Venere dicata,

      Sono delle sue care e più dilette,[29]

      E a te fui col bel serto mandata[30]

      Per animarti a far le sue vendette;

      Questa è mia stanza: e qui poserà tanto

      Ch'io torni a rivederlo in l'altro canto.

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