Rinaldo ardito: Frammenti inediti pubblicati sul manoscritto originale. Lodovico Ariosto
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Название: Rinaldo ardito: Frammenti inediti pubblicati sul manoscritto originale

Автор: Lodovico Ariosto

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066069407

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СКАЧАТЬ alla comodità, si sono numerate le stanze d'ogni Canto, tornando da capo a ciascuno, come è stile; e dove esistono lacune, non si è omessa l'avvertenza.

      Resa sommariamente ragione di questa qualunque siasi fatica, onde impetrare alla medesima, se non il suffragio generale, almeno il benigno compatimento dei dotti, potremmo addurre a favor nostro le assidue e gravi cure sostenute di buona voglia nel breve ma spinoso aringo, non che le vinte difficoltà, che parvero quasi insuperabili al Baruffaldi, il qual pure avea tanta dimestichezza cogli scritti dell'Ariosto[8]. E la conferma della di lui genuina confessione si presenterà a chiunque si dia a confrontare le stanze da esso pubblicate per saggio di questi Frammenti, dalla pag. 310 alla 314 della rammentata Vita del Poeta, con quelle stesse ristampate da noi; e speriamo che questo ragguaglio porrà in maggior chiarezza le diligenze da noi usate.

      Forse non mancherà chi disapprovi ed anzi condanni lo zelo di aver messo in luce un'Opera mutila ed informe in molte parti, quale sfortunatamente si è questa. Per costui non abbiamo discolpa, nè sapremmo fargli altra risposta, che mostrandogli un gran numero di opere di sommi scrittori greci e latini, che hanno avuto la stessa sorte, avvalorando la nostra sentenza col giudizio di tale, che nè la materia nè il luogo consentono di nominare[9]. Gli additeremmo ancora tanti e tanti bellissimi antichi capolavori in bronzo ed in marmo, che si ammirano ne' Musei, i quali non sono che insigni monumenti dell'Arte più o meno frammentati. E questi scritti e questi monumenti ci saran sempre di modello, rimanendo a testificare dell'eccellenza degl'ingegni che li produssero, ed a rimproverare mutamente l'incuria, l'ignoranza o la perversità degli uomini che li ridussero in tale stato, e risveglieranno nel cuore dei buoni almeno il desiderio che sorga chi vaglia a ristorarne del danno.

      Finalmente poichè colla stampa collettiva di più componimenti d'uno stesso Autore (i quali pubblicati a parte in varie occorrenze divengon rari e fuori di commercio) si provvede alla maggior diffusione dei medesimi, e posson considerarsi come rami che si ricongiungono al tronco principale, così credemmo incontrare il pubblico gradimento riproducendo la gentilissima Canzone colla quale Messer Lodovico piangeva la partenza da Firenze per oltremonte della sua Ginevra[10]. Il Ch. Sig. L. M. Rezzi la trasse in luce per la prima volta da un codice miscellaneo Barberiniano, in occasione dei fausti sponsali di Donna Carlotta Luisa Barberini col Marchese Raffaele Casali del Drago, rivendicandola con critico ragionamento al nostro Autore, e ponendone in bella mostra i delicati pregi che l'adornano.

      Saggio del carattere dell'Ariosto preso dalla pag. 30 dell'Autografo

manoscritto

       Indice

      . . . . . . . . . . . .

      . . . . . . . . . . . .

      . . . . . . . . . . . .

      I.

      Così poteansi ritenere appena

      I cavalier di non entrar la ciuffa[11],

      E a ciascuno il tardare era gran pena,

      Nè può star fermo e si apparecchia e buffa;

      Di quei si parla che hanno animo e lena,

      Chè a un vil codardo incresce ogni baruffa,

      Come chi va alla forca, e che prolunga,

      Perchè quanto più può tardi vi giunga.

      II.

      Artiro e Salomone alla avanguarda,

      L'uno Affricante, e l'altro Cristiano,

      Stan per ferirsi in punto, e ciascun guarda

      Al segno general del capitano;

      Or dato il segno, alcun più non ritarda,

      E all'inimico va cum[12] l'arme in mano;

      Ma prima ch'entri in così orribil guerra,

      Feraguto vo' trar dall'aqua in terra.

      III.

      Ormai tanto che dentro vi è caduto,

      Che non dovrebbe aver di ragion sete;

      Sapete come cade[13] Feraguto?

      Cum quale astuzia cade augello in rete;

      Egli avea già nelle aque il cuor perduto,

      Nè ad altro pensa che alla strema quiete,

      Che essendo armato, e d'armi di gran pondo,

      Non potendo nuotar, discese al fondo.

      IV.

      Nè crediate ch'al fondo già restasse,

      Anci[14] di là dal fondo fu tirato,

      Che una dama gentil subito il trasse

      Fuora delle acque in luoco assai più grato;

      Nè già pensò che 'l ciel tanto lo amasse[15],

      Vedendosi nelle onde trabuccato;

      Ma il cielo il tutto a suo modo dispensa,

      E spesso all'uomo avvien quel che non pensa.

      V.

      Come chi per errore o per disgrazia,

      Cui sotto il ceppo ha il col[16] per esser morto,

      E fatta gli vien poi subito grazia

      Prima che moia o per ragione o torto,

      Che attonito rimane e il ciel ringrazia,

      E quasi muor di subito conforto:

      E così appunto a Feraguto accade,[17]

      Vedendosi ritrar dove pria cade[18].

      VI.

      Fu in una ciambra[19] il cavalier condutto

      Che tutta di cristallo era smaltata;

      Il palco tutto a specchi era costrutto,

      E intorno intorno tutta ad or frissata[20];

      Vedendosi il barone ivi ridutto,

      Gli fu tal sorte allor non poco grata,

      E tutto che suspetto ancora stava,

      Pur più ch'in l'umide acque ivi sperava.

      VII.

      E volto Feraguto alla donzella,

      Deh dimmi, dama, disse, se ti agrada,

      Chi sei, e come è СКАЧАТЬ