Sotto La Luna Del Satiro. Rebekah Lewis
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Название: Sotto La Luna Del Satiro

Автор: Rebekah Lewis

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Сказки

Серия:

isbn: 9788835417552

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СКАЧАТЬ a voi Donovan, uno straordinario guastafeste. Quanto avrebbe voluto torcergli quel collo ossuto. Non sarebbe stato neanche necessario ucciderlo – Lily voleva solo vederlo soffrire. Non che fosse una donna violenta, ma argh!

      Svitando il tappo della borraccia, domandò: «Che tipo di uomo abbandona una donna nel bel mezzo di una maledetta foresta?» Le risposero l’ululato del vento e la pioggia. Un gran tonfo proveniente dal tetto della tenda la fece sobbalzare e la borraccia le cadde sui piedi.

      «Ahia!»

      Il liquido tiepido le colò fra le dita, formando una pozza ai piedi del suo sacco a pelo. Sospirando con impazienza, riavvitò il tappo della borraccia e la lanciò sullo zaino. Non era rimasta molta acqua, avrebbe dovuto riempirla il mattino seguente con la pioggia accumulatasi nella tazza che aveva lasciato fuori e nella padella che aveva messo sotto il buco nella tenda.

      Un’altra serie di tonfi colpì il nylon come una tempesta di sassi. Una pallina di ghiaccio delle dimensioni di una monetina attraversò lo strappo e cadde nella padella con uno schianto. Lily si spostò verso il centro della tenda, allontanandosi dai lati per evitare che un chicco di grandine particolarmente odioso la colpisse alla nuca. Ci mancava solo che subisse un trauma cranico a causa di una palla di cannone in miniatura fatta di ghiaccio.

      Il meteorologo che aveva dato cielo limpido per tutto il fine settimana avrebbe di sicuro ricevuto lettere di protesta da parte di Lily, quando sarebbe riuscita a tornare a casa. Curiosamente, però, il tempo sembrava peggiorare di pari passo con il suo umore. È ridicolo. Hai avuto una giornataccia, è normale pensare che il clima peggiori per farti un dispetto. Dopo aver spento la lanterna per non consumare la batteria, Lily guardò le ombre degli alberi ondeggiare attraverso l’apertura di plastica trasparente al lato della tenda, che lasciava entrare abbastanza luce da spaventarla a morte. Si disse di non pensare a ogni horror che avesse a che fare con il campeggio. Non lo avrebbe fatto. No.

      Invece ci pensò, eccome. A ogni singolo film: The Blair Witch Project, Wrong Turn, diamine, persino a Venerdì 13 e ai lupi mannari e a tutte le altre creature mai create. Immaginò addirittura le giganti formiche assassine in bianco e nero di Assalto alla terra trascinarla via nella notte fino al loro formicaio, sebbene non c’entrasse nulla con il campeggio, da quel che riusciva a ricordare. Che le formiche tentassero di farla fuori sembrava plausibile, dal momento che quel luogo ne era pieno. Una puntura sulla caviglia iniziò a pruderle al pensiero e si grattò. Finiva sempre per calpestare i formicai. Ogni singola volta.

       Morirò qui. Da sola.

      Se avesse sentito dei passi, si sarebbe dovuta arrischiare a urlare o avrebbe fatto meglio a rimanere in silenzio? Era un dannato dilemma. Era abbastanza vigliacca da lasciarsi sfuggire una possibilità di aiuto fino alla mattina seguente, per paura di ritrovarsi davanti un assassino psicopatico affetto da una furia omicida. Non che Lily non si fidasse delle persone, ma doveva prendere confidenza prima di abbassare la guardia. Avrebbe affidato la propria vita a Donovan e guarda come era andata a finire.

      Clunk! Un altro chicco di grandine cadde nella padella vicino ai suoi piedi. Cosa non avrebbe dato per dei superpoteri, così da potersi teletrasportare lontano da quel luogo. Iniziò a fare una treccia con i suoi lunghi capelli neri e la grandine si placò, mentre il lamento incorporeo del vento faceva da sottofondo alla notte. I suoi pensieri tornarono agli avvenimenti della mattina, nella speranza che l’irritazione scacciasse il collage di film horror dalla sua mente.

      Dopo aver fatto colazione, Donovan aveva iniziato a comportarsi in modo sospetto. Aveva l’abitudine di passarsi le dita fra i ricci capelli castani quando era nervoso. Quella mattina lo aveva fatto così tanto da scompigliarseli fino ad assomigliare ad Albert Einstein. Inoltre, aveva continuato a guardarsi intorno, quasi temesse che degli estranei sarebbero potuti apparire in qualsiasi momento, nonostante fossero completamente soli.

      Puah. Voleva davvero ripensare a quello che le aveva detto?

      Dei rumori assordanti nelle vicinanze le fecero prendere in considerazione l’idea di gettarsi sotto al sacco a pelo umido e restare lì fino al sorgere del sole. Lily cercò di rassicurarsi, dicendosi che era stata la caduta di un ramo a provocarli, non un dinosauro assassino fuggito da Jurassic Park per fare uno spuntino di mezzanotte con una donna abbandonata. Qualcuno si stava muovendo nelle vicinanze, ma non riusciva più a vedere nulla al di fuori della finestra della tenda. La plastica si era appannata per l’umidità e la pioggia nella calura della Georgia. Lanciò un’occhiataccia all’acqua che sgocciolava dallo strappo.

      A cosa stava pensando? Ah, sì, il tradimento di Donovan. Gli aveva chiesto perché fosse tanto ansioso e allora lui aveva sganciato la bomba. Ovviamente, non gli aveva creduto. Non al leggermente impacciato, un po’ sfigato e “affidabile” Donovan, che nonostante tutti i difetti era un bravo ragazzo. Non faceva scenate, non si atteggiava da duro e da macho e non l’aveva mai visto guardare un’altra donna. Così, mentre il suo cuore stava per spaccarsi in due, Lily aveva pensato che Donovan stesse cercando di essere divertente. Non era poi così inverosimile, visto che non aveva mai avuto un gran senso dell’umorismo. Ma, cavolo, le sue parole l’avrebbero fatta soffrire per anni.

       «Fammi capire. Non volevi farmi agitare, dunque hai deciso di accompagnarmi durante questa uscita fotografica nonostante stessi pianificando di lasciarmi? Cosa non mi stai raccontando? Ci deve essere una ragione se non puoi aspettare fino a domani, quando torneremo a casa.» Lily sbatté nuovamente le palpebre. Non avrebbe pianto, non gli avrebbe dato la soddisfazione di sapere quanto l’avesse ferita. «Perché non mi hai detto che non volevi venire? Avrei potuto chiedere a qualcun altro di accompagnarmi.»

       «Vedi, sapevo che ti saresti arrabbiata, io—»

       «Sul serio? Avrei dovuto esserne felice?»

       «—ho cercato di arrivare alla fine del weekend, davvero.»

       Come se la colpa fosse sua se lui non era in grado di tirare fuori le palle o sgattaiolare via dal camping. Donovan aveva sempre odiato stare all’aria aperta, ma prima di partire aveva seguito un tutorial su come usare una bussola e leggere una mappa, dicendo di avere paura che Lily li facesse perdere; sebbene non fosse un’esperta, Lily sapeva leggere sufficientemente bene una mappa e una bussola. Il suo improvviso interesse avrebbe dovuto essere un segnale evidente che qualcosa non andava. Non era mai stato un appassionato di campeggio ed era sempre andato con lei solo perché costretto.

      Lily amava la natura. Amava stare all’aperto. Dopo un po’ di giorni rintanata in casa iniziava a diventare irrequieta. Specialmente quando era lontana dal suo appartamento vicino alla palude, a Charleston. Nonostante la vista fosse sulla piscina e non sulla palude, amava stare vicino all’acqua. L’odore di muffa delle aree paludose – la faceva sentire a suo agio.

       Il fatto di dover sopportare una rottura nella parte più a sud dei Monti Blue Ridge, con Donovan intento a comportarsi come un completo idiota, le stava facendo riconsiderare tutta la storia del “a proprio agio nella natura”.

       «Per favore, Lily, non sarebbe nemmeno dovuto accadere.»

      Merda. La diga costruita per arginare le lacrime cedette, spezzata da un mix contrastante di rabbia, disperazione e umiliazione. Lily non sapeva come reagire a quel colpo devastante. Come aveva potuto fare una cosa del genere, dopo una relazione di cinque anni, una relazione che Lily considerava sana e felice – per non parlare del fatto che avevano fatto sesso ogni notte in campeggio. Perché quel tradimento? Cosa aveva fatto di sbagliato?

       «La conosco?»

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