Название: Inviolata
Автор: Dakota Willink
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современные любовные романы
isbn: 9788835413721
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“Guarda, amico. Qualunque cosa tu faccia, assicurati solo che lei abbia l’età giusta,” dissi a Devon.
“Già, non scherziamo. Non ho nessuna voglia di trovarmi in altri casini.”
La mia attenzione si posò in particolare su una ragazza tra la folla. Non sembrava essere una delle ultime arrivate. Era in piedi con una cartellina in una mano e una matita nell’altra, e stava indicando varie direzioni nel tentativo di organizzare quella massa di ragazzine ridacchianti.
Era bella. Molto bella, ma non in un modo costruito come ero abituato a vedere. Quella ragazza sembrava naturale. Vera.
I miei occhi esplorarono tutta la lunghezza del suo piccolo corpo. Non era alta. Sembrava essere poco più di un metro e cinquanta. Solitamente preferivo i tipi alti e tutte gambe, ma c’era qualcosa nel modo in cui le sue gambe tornite scomparivano sotto i pantaloncini in jeans. La sua maglietta bianca era aderente, mettendo in evidenza i suoi piccoli seni vivaci ed era annodata in vita in modo da far vedere la piccola zona di pelle sotto il suo ombelico. I suoi capelli biondi, il motivo per cui lei aveva attirato inizialmente la mia attenzione, cadevano in morbide onde sulle sue spalle. Il colore poteva essere descritto solo come dorato–come se il suo colore naturale che doveva essere un castano chiaro fosse diventato oro a causa dei raggi del sole.
“Quella,” dissi a Devon e la indicai.
“Quale?”
“La bionda con la cartellina in mano. Spetta a me.”
Devon guardò nella direzione che stavo indicando. Fece un piccolo cenno di approvazione.
“Ottima scelta! Direi che è tempo di uscire da questo formaggio puzzolente, Fitz. Le signore ci stanno aspettando.”
“Già, certo che lo stan facendo,” sogghignai e afferrai la mia borsa da viaggio blu scuro. Mettendola a tracolla mi diressi verso la porta anteriore dell’autobus.
“Divertitevi al campeggio Riley,” disse l’autista allegramente.
Sì, certo.
L’autista ovviamente pensava che fossi lì per una mia scelta. Borbottai un qualche ringraziamento poco entusiasta e scesi i gradini. Non appena i miei piedi toccarono la ghiaia, il caldo e l’umidità mi travolsero. C’era una leggera brezza nell’aria, ma anche quella era calda. Se pensavo che fosse caldo in autobus, mi ero decisamente sbagliato. L’aria estiva in quella remota zona di campagna di Abingdon, Virginia era soffocante.
Sbattei le palpebre per l’improvvisa luce solare e tirai giù gli occhiali da sole dalla mia testa per proteggermi gli occhi. Mi girai per aspettare Devon, ma stava già chiacchierando con una delle ragazze che avevamo supposto fosse tra le istruttrici. Sogghignai quando vidi che stava tenendo quella che poteva essere descritta solamente come la custodia di un flauto.
Lasciandolo perdere, mi girai e cominciai a passare attraverso la marea di persone che erano in attesa di istruzioni. La mia attenzione era diretta alla mia bionda con la cartellina. Beh, tecnicamente non era mia– ancora–ma lo sarebbe stata. Solo che lei non lo sapeva.
Quando mi avvicinai, mi resi conto che stava urlando come se stesse facendo l’appello, controllando chi rispondeva e dando loro indicazioni per le diverse zone del campeggio. La sua voce era dolce ma manteneva comunque un tono di comando. Non sembrò notarmi mentre mi avvicinavo a lei. Era troppo presa dalla sua lista.
La mia stima originale della sua altezza era corretta. Ora che ero proprio davanti a lei, potevo dire che era veramente poco più alta di un metro e cinquanta, piccolina e perfetta. Feci un passo per avvicinarmi e sbirciai sulla cartellina. Mentre mi piegavo il suo profumo fu trasportato dal vento verso di me. Sapeva di vaniglia dolce e io quasi mi lasciai sfuggire un gemito.
Diavolo, sì.
Prima che la settimana fosse finita, quella ragazza sarebbe stata decisamente tutta mia.
“E io? Non hai ancora chiamato il mio nome,” dissi lentamente, nel modo più presuntuoso che potevo avere.
Lei alzò lo sguardo al suono della mia voce, sollevando per la sorpresa un sopracciglio. Occhi verde chiaro incontrarono i miei e io trattenni il respiro. Erano a mandorla, esotici, vivaci e inaspettatamente disarmanti. Le sue labbra si contrassero in una forma che poteva essere descritta solo come un cuore perfetto. Erano piene e seducenti con un sottile strato di lucidalabbra che dava loro una lieve lucentezza.
Dio aiutami, non conoscevo ancora il nome di quella ragazza e non volevo fare altro che abbassarmi e mordere quel labbro inferiore imbronciato.
I suoi occhi erano concentrati mentre mi fissava e una sorta di energia poco conosciuta passò tra di noi. Qualcosa brillò nel profondo del verde dei suoi occhi, ma non ebbi la possibilità di capire cosa fosse. Con mio grande disappunto, distolse lo sguardo troppo presto e diede un’occhiata alle mie spalle.
“Maledizione. Era previsto che quell’autobus arrivasse tra venti minuti almeno,” disse irritata e scosse la testa. Senza perdere un attimo girò una pagina della sua lista. “Nome per cortesia.”
Devon arrivò al mio fianco e gli lanciai un’occhiata. Stava sorridendo da orecchio a orecchio. Pensai che avesse già dei piani stabiliti con la suonatrice di flauto. Spostai la borsa sull’altra spalla e oscillai all’indietro sui tacchi.
“Fitzgerald Quinn,” dissi alla bella bionda. “Ma tu, dolcezza, puoi chiamarmi Fitz.”
“Tutti ti chiamano Fitz,” disse Devon con tono irriverente. Lo colpii sulle costole con il gomito.
Lei ci ignorò e controllò con la matita la lista dei nomi. Si fermò quasi alla fine e alzò gli occhi con un’espressione sorpresa. Il suo sguardo cominciò ad andare tra me e Devon.
“Fitzgerald Quinn. E tu devi essere Devon Wilkshire,” disse incupita.
“L’unico e il solo,” replicò lui piegandosi in un inchino esagerato. Quando tornò in posizione eretta, la sua bocca si atteggiò in un sorriso e le fece l’occhiolino.
Coglione.
Stava flirtando e mi stava facendo incazzare. Avevo già dichiarato le mie intenzioni su quella ragazza.
“Già, so chi siete voi due. Sedetevi laggiù,” disse e indicò una panchina in legno posta tra due grandi querce.
“Perché non mi lasci stare qui ad aiutarti? Prima saranno organizzati questi ragazzi, prima potrai offrirmi un tour privato di questo posto,” proposi facendo l’occhiolino. Cercai di sembrare sicuro di me ma, sorprendentemente, le mie parole in realtà uscirono tremolanti. Deboli. Quasi nervose.
Ma che diavolo?
A ventidue anni non era certo il mio primo tentativo di conquista. Basarmi sul mio fascino era sempre venuto naturalmente. Questa ragazza, però, mi faceva sentire come se fossi tornato ai primi anni delle superiori. Cercando di calmare i miei nervi, misi una mano sul suo avambraccio, appena СКАЧАТЬ