Название: Cian
Автор: Charley Brindley
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Приключения: прочее
isbn: 9788835413790
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Volevo trovare il villaggio il prima possibile così che Kaitlin potesse raccogliere i suoi campioni di piante, imparare gli usi medicinali delle foglie, e tornare a Rio. Se avessimo perso la Borboleta in partenza per Lisbona, avremmo perso un paio di settimane a cercare un altro passaggio.
Ho consegnato la mia mappa alla donna, che l'ha srotolata e l'ha studiata con grande interesse mentre guardavo il suo viso passare attraverso una progressione di cipiglio, broncio e sopracciglia aggrottate. I miei occhi iniziarono a vagare e mi venne in mente il National Geographic Magazine. Quando ero un bambino, l’unico volta in cui avevo visto il seno nudo di una donna fu in biblioteca, nella sezione archivi della rivista, dove erano conservate quelle copertine.
“Beh, signor Saxon Lostasia,” mi avrebbe detto la bibliotecaria mentre cercavo di non farmi vedere uscendo dalla biblioteca. “Abbiamo esplorato un po oggi, eh?” E poi avrebbe sorriso e ammiccato, mentre correvo verso la porta. La signorina Pentava mi sembrava vecchia al tempo, ma non doveva avere più di venticinque anni.
Questa donna in piedi accanto a me adesso sarebbe stata una stupenda ragazza in copertina, ma non una buona bibliotecaria.
Riportai gli occhi sulla mappa, la presi dalle sue mani, la girai al contrario e gliela ridiedi. Ancora una volta, dopo avermi guardato di traverso, il suo viso fece quasi le stesse espressioni di prima.
Incredibile, pensai. Sta memorizzando tutto; prima dal basso e ora dall’alto Memoria fotografica, credo.
Dietro di me, sentii un cane abbaiare e guardando il molo vidi Rachel ed Hero correre verso di noi. Il cambiamento avvenuto nella donna quando la bambina e il cane le si sono avvicinati è stato sorprendente.
Capitolo Due
Quando la giovane donna si inginocchiò per portarsi al livello di Rachel, il suo viso apparve accattivante come quello della bambina. Il volto serio e pensieroso dell'adulto è stato completamente cancellato e apparentemente dimenticato. Prima pensavo fosse bellissima, ma ora era solare, simpatica, quasi angelica.
“Ciao,” disse Rachel.
La giovane donna sorrise a Rachel e toccò Hero con la mano, e lui subito si buttò a terra sulla schiena per farsi massaggiare. La donna rise e lo accontentò.
“Cosa è successo alla tua gamba?” Chiese Rachel in portoghese quando la donna si chinò per accarezzare Hero.
La donna sorrise a Rachel, scosse la testa e alzò le spalle. Rachel fece la stessa domanda in francese, ma la donna ancora non capiva. Imperterrita, provò con il linguaggio dei segni. La donna fece dei segni di risposta.
Stavano avendo una conversazione silenziosa, ma non avevo idea di cosa stessero dicendo.
Ci raggiunse Kaitlin, e vidi il sopracciglio destro di mia sorella alzarsi e un piccolo sorriso arricciare le sue labbra mentre mi fissava. Forse avevo ancora il segno della mano sulla guancia.
Quando la giovane donna si alzò, stavolta senza prendermi la mano per aiutarsi, la sua espressione cambiò di nuovo. Era piuttosto cupa mentre guardava da mia sorella a me e di nuovo a Kaitlin.
“Lei è mia mamma,” disse Rachel in portoghese, la lingua più comoda per noi.
Kaitlin era la copia adulta di Rachel; riccioli biondi, occhi grigi, snella. Suppongo che si possa descrivere mia sorella come formosa, ma con i suoi pantaloni cargo e la camicetta di cambric ampia - le tasche sul petto gonfie di penne, matite, blocchetti per appunti, repellente per insetti e una lente d'ingrandimento - era difficile vedere la sua figura.
La giovane donna guardò Rachel e con un'espressione interrogativa le disse qualcosa.
“Madre,” spiegò Rachel.
La donna aggrottò le sopracciglia, ovviamente non capendo.
Il suo nome è Kaitlin.” disse Rachel. “Mia madre. Unì le braccia, le dondolò come una culla, poi indicò se stessa.
Questo mi fece sorridere. Molte volte in passato ci siamo scontrati con le barriere linguistiche. Qualche mese fa, nella città di Antalaha in Madagascar, stavamo provando a comprare del manzo in un affollato mercato della carne. Dopo dieci minuti passati a usare tutte le parole e i segni che conoscevamo, Rachel muggì come una mucca. Tutti si fermarono in silenzio a guardare la ragazzina che faceva strani suoni. Il volto del macellaio si illuminò mentre snocciolava poche parole nella sua lingua, poi anche lui muggì come una mucca. I suoi clienti scoppiarono a ridere e molti di loro vennero in nostro aiuto con suggerimenti al macellaio su vari tagli di carne che ci sarebbero piaciuti. Contento, il macellaio portò bistecche, carne macinata e petto per mostrarcele.
La giovane donna notò la mia espressione divertita e mi lanciò uno sguardo duro.
“Lui è mio zio Saxon,” disse Rachel indicandomi. “Il mio nome è Rachel,” disse mettendosi una mano al petto. “E questo è Hero,” disse inginocchiandosi accanto al cane.
La donna si inginocchiò, il visso un po illuminato. Poi indicò Hero e alzò le sopracciglia.
“Hero,” disse Rachel.
“Hero?,” chiese la donna, e il cane subito si alzò per leccarle la faccia. “Hero,” disse di nuovo e rise, poi diede una pacca sulla spalla di Rachel e la guardò interrogativa.
“Rachel,” disse Rachel.
“Rabel,” disse la donna.
“No,” disse Rachel, “Ra-CHEL.”
“Ah,” disse lei, “Ra-CHEL.”
Rachel annuì vigorosamente, la donna si alzò e diede una pacca sulla spalla di Kaitlin guardando la ragazza.
“Madre. Voglio dire, Kaitlin, “ disse Rachel. “Il suo nome è Kaitlin.”
La donna ci riuscì dopo qualche tentativo. Mia sorella posò lo zaino sul mano, le diede la mano e se le strinsero. La donna mi guardò senza toccarmi.
“Lui è mio zio Saxon,” disse Rachel.
“Unel Sexton,” disse lei.
Rachel rise. “Zio Saxon,” disse, “ma puoi chiamarlo Saxon.”
“Zio Saxon,” disse. “Zio Saxon.”
“Come ti chiami?” Chiese Kaitlin dandole una pacca sulla spalla.
Disse una frase con una parola alla fine che suonava come “See-ann.” Ripeté la parola.
“Cian?” Disse Kaitlin.
Lei sorrise e disse di nuovo, “Cian”.
Ebbi l’impressione- non so perché- che non capisse la nostra relazione; io e Kaitlin eravamo fratello e sorella, non marito e moglie. Ma cosa importava?
Mi rivolsi a mia sorella. “Sono sicuro,” dissi, “che Alichapon-tupec sia СКАЧАТЬ