Название: Raji: Libro Uno
Автор: Charley Brindley
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современная зарубежная литература
isbn: 9788835408628
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Si diressero verso lo spogliatoio maschile in fondo alla palestra.
"Grazie per avermi aiutato", disse Fuse.
"Non preoccuparti, ti sdebiterai. Ho ancora bisogno di aiuto con la geometria solida".
Fuse era seduto nell'ultima fila dell'aula del signor Anderson estava leggendo un grosso libro illustrato.
"Signor Fusilier".
Fuse sussultò e alzando lo sguardo vide il signor Anderson dirigersi verso di lui. Gli altri studenti guardavano l'insegnante in silenzio.
"Ti andrebbe di partecipare alla lezione di oggi?
"S-sì, signore." Fuse chiuse il libro e lo fece scivolare sotto quello di matematica.
"Bene, allora. Puoi dirmi cosa vedi sulla lavagna?"
"È un'equazione quadratica."
"Sì!E per gli altri studenti che hanno prestato attenzione nell'ultima mezz'ora senza capire niente della mia spiegazione, qual è la tua definizione di equazione quadratica?
"Un'equazione quadratica è un'equazione polinomiale di secondo gradocon una singola variabile, in questo caso, X".
"Corretto, ancora una volta". Il signor Anderson tenne il suo libro di testo contro il petto e guardò gli altri. "E ora, le dispiacerebbe darci la formula quadratica?"
Fuse studiò la lavagna per un momento, poi rispose: "X è uguale a meno B, più o meno la radice quadrata di B alla seconda, meno quattro AC, tutto fratto due A".
Il signor Anderson aprì il suo libro di matematica per guardare una pagina. "Molto bene, signor Fusilier". È tornò in cima alla classe.
"Secchione", qualcuno sussurrò dalla sinistra di Fuse.
Si girò e vide Monica Cuddlestone che gli sorrideva. Era una brunetta dagli occhi blu intenso, arricciò in modo carino solo il lato destro della bocca. Mentre si leccava il labbro superiore con la punta della lingua, lui si soffocò e girò la testa verso l'insegnante. Lei ridacchiò.
“Può tornare aGrey’s Anatomy, signor Fusilier,” disse l’insegnate cancellando la lavagna per iniziare una nuova equazione. “La chiamerò di nuovo se avremo bisogno di aiuto.”
Fuse afferrò il libro di anatomia e lo aprì dove la matita aveva tenuto il segno. Non era un libro di nessuna materia del liceo, ma del college, che aveva preso in prestito dalla biblioteca. Voltò un paio di pagine e cominciò a leggere della spina dorsale e del midollo spinale dell’uomo.
Fuse appoggiò la sua bicicletta contro una quercia torreggiante accanto al portico. Raggiunse a grandi passi la porta d'ingresso e la spalancò.
"Ciao papà", salutò mentre gettava i libri e la racchetta da tennis vicino alla porta d'ingresso. Aggirò la sedia a rotelle del padre e gli si mise di fronte. "Hai fatto tutti i tuoi esercizi oggi?".
Suo padre non rispose.
Fuse prese la posta da sopra il caminetto, dove la signora Smithers la lasciava sempre. Vide una lettera della banca, una fattura del negozio di mangimi da sei dollari e cinquanta centesimi per dodici balle di erba medica e un assegno di cinque dollari per il latte della settimana scorsa. Ma nulla da parte di sua madre o da Octavia Pompeii. Lasciò cadere la posta sopra la mensola e guardò il fuoco per un attimo, poi tirò il tavolo davanti al padre.
"Va bene se dipingo una linea bianca sul lato del fienile? Cameron dice che mi sarebbe d'aiuto per la partita di tennis se mi allenassi contro il muro".
Guardò suo padre sbattere le palpebre e notò che indossava un cambio d'abito pulito ed era appena stato rasato. Fuse non sapeva cosa avrebbe fatto senza l'infermiera Smithers. Poteva cucinare, dar da mangiare al padre e metterlo a letto la sera, ma occuparsi di un invalido senza aiuto era troppo per lui. Il dottore veniva due volte alla settimana, ma era la signora Smithers che lo teneva in vita e in salute. Non aveva idea di quanto costasse avere un'infermiera lì tutto il giorno – la banca si occupava di tutte le spese mediche – ma era grato del suo aiuto.
Quando Fuse raggiunse il set di scacchi, gli occhi di suo padre si mossero ma rimasero indietro rispetto al movimento della mano del figlio, come se ci volesse molto tempo prima che l'azione si registrasse nella sua testa.
"Ho pensato a una nuova mossa d'apertura oggi in classe di storia". Fuse sistemò i pezzi. "Voglio vedere cosa ne pensi".
Posizionò gli scacchi per entrambe le parti, eseguendo le prime quattro mosse della partita. Suo padre inclinò il mento leggermente verso il basso per seguire i movimenti.
"Ok, tu studia questo mentre io vado a controllare Stormy. Potremmo già avere un nuovo puledro. Dopo essermi preso cura degli animali, vado a friggere del prosciutto e delle uova per cena. Ti sembra una buona idea?"
Fuse indossò il cappotto e uscì dalla porta sul retro trovando Ransom ad aspettarlo. Il cavallino nitrì, fece una dozzina di passi veloci verso la stalla, poi corse indietro verso Fuse.
"Ransom, come sei uscito?" Allungò la mano per dare una pacca sul collo al cavallo. "Quel recinto non si può saltare, e il chiavistello è all'esterno. Hai dato un calcio a qualche tavola? Dopo aver controllato Stormy, andiamo a riparare la recinzione".
Il cavallo attraversò veloce la stalla, e Fuse gli corsedietro.
Quando arrivarono da Stormy, il cancello era aperto. Fuse sbatté gli occhi e scosse la testa.
"Ho le visioni, Ransom, o quel cancello si stava muovendo quando siamo entrati? Si guardò intorno nel fienile silenzioso vedendo i piccioni tubare. Loro agitarono la testa da un lato all'altro, guardandolo. Lui scrollò le spalle. "Forse ho bisogno di un paio di occhiali".
Stormy era in piedi accanto al suo abbeveratoio, con la testa bassa e il respiro affannoso.
"Ciao, Stormy, tesoro. Ancora niente cucciolo, eh?"
Le accarezzò il collo, e lei alzò la testa verso di lui, con gli occhi socchiusi.
Si inginocchiò nel fieno e le portò la mano lungo il ventre. "Lo sento muoversi. Non ci vorrà molto ormai". Controllò la sua mangiatoia; era mezza piena. "Oggi non hai mangiato niente".
Anche Ransom guardò nella mangiatoia, poi iniziò a sgranocchiare l'avena di Stormy.
"E c'è ancora acqua in abbondanza. So che ti senti triste, ma non puoi stare tutto il giorno senza mangiare e bere". Vide che aveva ancora molto fieno. "Bene", disse, poi si fermò un attimo. "Non c'è molto da fare qui. Mi occuperò dei maiali e mungerò le mucche. Poi tornerò a vedere come stai".
Dei forti colpi svegliarono Fuse. Lui afferrò il cuscino e si coprì la testa. Dopo un attimo, di nuovo quel rumore. Si tolse le coperte e si sedette sul letto.
Potrebbe essere la mamma? Ma perché avrebbe dovuto bussare?
Con solo il pigiama addosso, si precipitò giù per le scale. Quando raggiunse la porta d'ingresso e accese la luce, sentì di nuovo quel suono, ma dal retro della casa.
Guardò l’orologio sul muro: 3:45.
Chi diavolo bussa alla porta sul retro a quest’ora?
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