Lo Spirito Del Fuoco. Matteo Vittorio Allorio
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Название: Lo Spirito Del Fuoco

Автор: Matteo Vittorio Allorio

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современная зарубежная литература

Серия:

isbn: 9788893985468

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СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      Con gli occhi luccicanti, Jack si voltò verso il piccolo compagno in cerca di ulteriori spiegazioni.

      «Queste torri sono costruite interamente in cristallo e sono le sedi del comune. Da qui, vengono governati i primi tre distretti».

      Si affrettò il folletto quasi non aspettasse altro.

      Jack non rispose e, colmo di emozioni, si lasciò sprofondare con la schiena nel sottile sedile perso verso l'orizzonte.

      «Come vedi sono sei e ovviamente, non è un caso!».

      La voce del piccolo amico, il giusto sfondo a quella meraviglia.

      «Costruite insieme alle fondamenta dei tre distretti delle ninfe, sono un omaggio alle sei divinità primordiali creatrici dei mondi e dei loro abitanti!».

      Disposte circolarmente, quattro formavano gli angoli laterali di un pentagono mentre la quinta, leggermente più grande, chiudeva la geometria in punta. Al centro, quella più alta e imponente di tutte, fulcro reale del complesso.

      «Potrai sicuramente capire che quella centrale rappresenta Ashar, padre indiscusso del creato e davanti, a indicargli il giusto cammino, c’è la saggia e potente Venia. A proteggerli, le altre quattro formidabili divinità».

      I colori diversi, con i quali i pinnacoli più alti delle torri erano dipinti, lo aiutarono subito a capire la spiegazione e senza accorgersene, s'incantò sul rosso brillante della torre centrale.

      Un improvviso richiamo, la dilatazione delle pupille e il battito del cuore più veloce lo estraniarono per alcuni secondi da tutto.

      Santos se ne accorse all'istante. Veloce lo colpì con una gomitata nelle costole.

      Jack si riprese subito e massaggiandosi il fianco, lo guardò spaesato. Quei pochi secondi, confusi più che mai.

      «Scusami, non me ne sono accorto!», mentì l'astro sorridendogli e alzando le spalle.

      Non poteva permettere in alcun modo che il giovane terrestre si perdesse con la mente, doveva tenerlo saldo alla realtà.

      Non sapeva esattamente come affrontare il suo potere ma di certo, lasciarlo nei meandri della sua anima non era d'aiuto.

      Confuso, Jack riportò lo sguardo verso le torri di cristallo alte quasi fino alle nuvole.

      Quello, un chiaro segno della ricerca costante di un contatto da parte delle ninfe con i propri creatori.

      Il carro oltrepassò l’ampia piazza per poi rituffarsi negli stretti vicoli e le strade, quasi deserte, si snodarono una dopo l'altra serpentando tra i piccoli edifici. Gli altri due distretti furono la fotocopia del primo, e il lento e costante tremolio della piccola carrozza accompagnò il sonno del giovane.

      14

      «Guarda dove vai!» urlò adirato un individuo incappucciato scostandosi goffamente.

      «Mi scusi», si affrettò Santos fermando di colpo i cavalli con un'energica tirata delle briglie.

      Il diverbio e il brusco arresto, lo svegliarono di soprassalto. Ancora con gli occhi pesanti, Jack si voltò verso il suo maestro.

      «Tranquillo, va tutto bene», lo tranquillizzò l'astro poggiandogli un mano sulla spalla.

      Dopo un lungo sbadiglio e un contorto allungamento delle braccia, il giovane si riprese dallo scomodo riposo.

      Davanti a lui, fra i palazzi, alte mura tagliavano la città.

      «Siamo arrivati nel quarto distretto. D'ora in poi, stai attento e non parlare con nessuno.», si premunì Santos ordinando nuovamente ai due piccoli cavalli di riprendere la marcia.

      Jack annuì rannicchiandosi nel suo asfissiante mantello.

      Per quanto gli avesse provocato un fastidioso mal di schiena, il riposo lo aveva rigenerato. In un miscuglio di ansia e curiosità, sospirò profondamente.

      «Fammi spazio giovanotto!», lo spintonò Boris arrampicandosi sulla sua ruvida cappa.

      «È meglio che stia nell’ombra anche io», così dicendo, si riposizionò nella tasca interna strizzandogli l’occhio in segno di complicità.

      A pochi metri, un grosso arco univa le due spesse mura permettendo così il passaggio ai numerosi e quotidiani visitatori.

      Alte una decina di metri, segnavano il confine tra i distretti abitati dalle ninfe e quelli del mercato. La chiave di volta raffigurava, scolpita nella roccia, una grossa testa di leone, simbolo che da sempre accompagnava i mercanti di Abram. Dal centro dell’arco, accoglieva con le fauci spalancate gli stranieri mettendoli in guardia su quel che potevano trovare all’interno. Con i mercanti di Fati, di certo non c’era da scherzare. Provenienti da antiche discendenze di commercianti, i cento fondatori avevano costruito la città con determinazione difendendola da ogni pericolo e allontanando gli ospiti indesiderati armi alla mano. Ottimi venditori, abili truffatori e criminali incalliti, questi erano i profili dei padroni della città.

      Superate le mura, tutto mutò improvvisamente.

      Su entrambi i lati del viale, lunghe file di bancarelle apparvero a perdita d'occhio in uno sfondo caratteristico e caotico.

      Mercanti dai più strani lineamenti urlavano elogiando le proprie merci nel tentativo di attirare nuovi clienti con ogni stratagemma. Dalle deserte e strette vie dei distretti delle ninfe, in pochi metri, i tre compagni si ritrovarono in un ingorgo d'individui inimmaginabile.

      Jack, con i timpani doloranti a causa dell'assordante vociare e con il naso tappato dall'aria pesante mista a sabbia, si sentì immediatamente mancare.

      Con gli occhi frenetici e pieni di immagini, si voltò verso l'arco confuso fortemente.

      Prima di attraversarlo, aveva solo visto un lungo viale totalmente deserto e ritrovarsi in quel caos lo aveva lasciato senza parole.

      «Magia delle ninfe» gli spiegò Boris vedendolo in quello stato.

      «Non hai da preoccuparti, non stai avendo delle allucinazioni. Incantesimo di occultamento allo stato puro. Grazie a esso, i confini tra i distretti rimangono costantemente tranquilli e le ninfe, abituate a una vita tranquilla, non risentono dell'immane frastuono dei mercati».

      Nel ricevere quelle informazioni, Jack si tranquillizzò rasserenato. La sua mente stava bene e quelle che credeva fossero allucinazioni, fortunatamente, non lo erano. Ma il suo malessere non svanì del tutto. Di suo, aveva sempre odiato i posti affollati e in primo luogo i mercati. Non tanto per quel che c’era al loro interno ma per la moltitudine di persone che li frequentavano, rendendo il cammino una vera e propria agonia.

      Fin da piccolo, dopo le prime esperienze in compagnia della madre, aveva mostrato una scarsa resistenza in quei luoghi portando così la donna a scegliere, a malincuore, di lasciarlo a casa ogni volta che lei ci andava.

      Questa volta però davanti a lui non c'erano le poche bancarelle del mercato di Sentils ma una vera e propria città. Una città costruita con il solo e unico scopo di vendere.

      Nonostante il suo forte disagio, anche il mercato lo lasciò senza parole. Splendenti e lussuosi palazzi, appartenenti ai mercanti fondatori, si ergevano tra le catapecchie che regnavano in ogni direzione. Non c’era una distinzione tra le zone povere e quelle residenziali, СКАЧАТЬ