Lo Spirito Del Fuoco. Matteo Vittorio Allorio
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Название: Lo Spirito Del Fuoco

Автор: Matteo Vittorio Allorio

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современная зарубежная литература

Серия:

isbn: 9788893985468

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СКАЧАТЬ successo?» domandò l'astro soccorrendola.

      «È lui, il nostro salvatore è lui!» disse la ninfa, sorridendogli dolorante.

      «Le tue mani…», le guardò Santos preoccupato.

      Non sapeva cosa fosse successo. Seduto su una sedia scolpita nel legno, aveva aspettato nella stanza accanto logorato dall’ansia. Poi, quell’improvvisa luce che aveva oltrepassato gli spiragli della piccola porta e una forte folata di vento seguita da una calma piena di paure. Come un fulmine li aveva raggiunti trovando l'amica stesa al suolo e con le mani completamente ustionate. Accanto a lei, il corpo inerme del giovane.

      «Le fiamme! Ho visto il fuoco ardere nel suo fragile cuore».

      «Le tue mani…» ripeté sconvolto con un nodo alla gola.

      Le parole della ninfa si erano perse nel nulla. Nella sua mente, le orribili bruciature sulle piccole e sottili mani dell’adorata amica.

      «Ashar è tornato tra noi», continuò Aura alzandosi.

      Santos fece un lungo respiro cercando lucidità.

      «Non dovevo coinvolgerti».

      Lentamente, prese le mani fra le sue e per un attimo, i loro sguardi si incrociarono. Aura le ritrasse subito, ma quel luccichio negli occhi parlò per lei. Fresco era ancora il ricordo di quel giorno. Se solo Santos avesse saputo. Le leggi però erano chiare e nessuno poteva infrangerle.

      «Era necessario» rispose Aura accarezzandogli il volto con delicatezza.

      «Non temere», così dicendo, si portò le mani vicino alle labbra e soffiò lievemente. L’aria gelida che ne uscì avvolse le ferite e in pochi secondi, la pelle le si rigenerò tornando trasparente e brillante senza alcuna cicatrice.

      Nell’assistere a quella strabiliante guarigione, la mente dell’astro volò indietro nel tempo, quando entrambi condividevano i momenti di gioco. Il ricordo della terribile sbucciatura dell’amica, causata da una forte caduta da un alto albero, era ancora vivido nella sua mente. Ancor di più però lo era la miracolosa guarigione. Figlie dirette della natura, le ninfe avevano il dono della rigenerazione dei tessuti. Nell’ammirare per la seconda volta quella magia unica nel suo genere, un nodo gli strinse il cuore. La nostalgia dell’infanzia ormai così lontana e dei momenti interminabili passati insieme gli rivoltò lo stomaco.

      «Il potere sprigionato è una misera parte di quel che si cela realmente in lui», proseguì Aura riportando lo sguardo su Jack.

      Perso nel ghiaccio dei suoi occhi, Santos non rispose. Trasparenti, brillanti e dalle innumerevoli sfumature celesti, lo incantarono e senza accorgersene, le sue iridi mutarono. Un giallo intenso le avvolse testimoniando la voglia di evadere, di libertà. Il desiderio del cambiamento e la ricerca dell'ignoto, di una nuova vita.

      Poi, inaspettatamente, la ninfa s’incupì.

      «Ho visto qualcosa oltre le fiamme…». Si fermò un istante in un lungo sospiro.

      L’astro si bloccò, l’espressione dell’amica, seria e piena di preoccupazione.

      Forse, la risposta alla domanda che più di tutte lo aveva turbato negli ultimi giorni era quella che temeva e che sperava non arrivasse mai.

      «Nel profondo del suo cuore, avvolta dal fuoco, una parte buia e malvagia si nasconde».

      Quelle parole, sintetiche quanto devastanti, lo colpirono allo stomaco. I suoi timori, che con fatica aveva tenuto a bada, si erano trasformati in realtà. Strinse i pugni con forza sbattendoli contro il muro. Nonostante i suoi sforzi, non era riuscito a impedirlo. Era stato scelto tra altri astri per compiere quella delicata quanto pericolosa missione. Il suo, secondo il giudizio del Gran Consiglio, era il profilo più adatto per svolgere un compito così vitale. A quanto pareva però, già da subito aveva fallito. Purtroppo, l’amica non si sbagliava e negare non sarebbe servito a nulla.

      «Non è stata colpa tua, non ti punire!», provò a consolarlo Aura prendendogli le lunghe mani tra le sue.

      «Non dovevano scegliere me! C’erano altri per svolgere questo compito, altri più qualificati. Ho fallito, non ho scusanti!», continuò afflitto.

      Se già impervia e suicida, ora la missione lo era ancor di più.

      «Così insulti gli Anziani. Se ti hanno scelto, un motivo c'è».

      Le loro mani, strette le une tra le altre.

      Santos scosse il capo rifiutando quelle parole.

      Adirato con se stesso, sfilò delicatamente le affusolate dita ormai in preda a leggeri tremori.

      Aura, dispiaciuta nel vederlo in quello stato, si avvicinò al giovane ancora inerme sul pavimento.

      «Ognuno di noi, nel profondo e a prescindere dalla razza, cela una parte buia». Sospirò nuovamente. Non era facile trovare le giuste parole ma era necessario per spronarlo.

      «Ricorda le sue origini. Gli umani sono una delle razze più crudeli e corrotte. Una macchia d’ombra nel suo cuore non dovrebbe stupirti nonostante la sua sia terribilmente oscura».

      Santos ascoltò divorato dai sensi di colpa.

      «Non doveva andare così, avevo il compito di proteggerlo!» urlò con tutto il fiato in corpo.

      «E lo hai fatto. Se non fosse stato per il tuo intervento, ora sarebbe prigioniero del Trokor!», lo imbeccò la ninfa alzando la voce.

      L’astro si passò le mani fra i lunghi capelli corvini sfilandosi il piccolo pezzo di stoffa e, nervoso, aprì la mano destra con decisione. Dal nulla e carica di rabbia, si generò, a pochi centimetri dal palmo, una piccola palla di fuoco.

      La stanza, priva di finestre, s'illuminò.

      «Lurida bestia!»

      «Rilassati Santos…», cercò di calmarlo Aura visibilmente scossa da quell'improvvisa e pericolosa reazione.

      «La pagherai!».

      L'urlo dell'astro riecheggiò nella stanza e la sfera aumentò notevolmente.

      «Santos!», tuonò la ninfa sprigionando una forte raffica d'aria gelida avvicinandoglisi severa.

      La temperatura della stanza, ormai fin troppo alta, calò vertiginosamente e il corpo snello dell'astro si ricoprì di un leggero strato di ghiaccio. La sfera mutò con il suo creatore ghiacciandosi all'istante e così, dopo essere apparsa ardente, scivolò dallla sua mano infrangendosi al suolo in mille cristalli. Santos, tremante, ritornò in sé.

      «Scusami…», si lasciò andare al suolo stringendosi il capo.

      «Guardati!», lo rimproverò Aura.

      «Che fine ha fatto l'astro coraggioso e impavido che conoscevo? Alzati e reagisci al posto di piangerti addosso!».

      Nel sentire l'amata parlargli così duramente, Santos si alzò cercando di ritrovare la stabilità d'animo che da sempre lo aveva contraddistinto.

      «Ti ringrazio…», la guardò serio dopo alcuni secondi.

      Vedendolo nuovamente integro, la ninfa si calmò soddisfatta e la temperatura, gelida, iniziò nuovamente a stabilizzarsi.

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