Название: Bugie Di Famiglia
Автор: Dawn Brower
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современные любовные романы
isbn: 9788893987349
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Sua madre continuava a parlare da sola, senza darle il tempo di dire la sua. Non che lo desiderasse. Non appena sua madre le aveva detto che il giorno dopo sarebbe stata li, la mente di Ametista si era chiusa per il rifiuto.
Le sue paure si erano avverate. Roba da farla uscire pazza! E, purtroppo, non c’era modo di dissuaderla a venire fin laggiù. La leonessa aveva già programmato tutto, prima ancora di telefonarle. Lei faceva sempre quello che voleva e quando voleva. L’unica era abbozzare e fare buon viso a cattivo gioco. Tuttavia, Ametista decise di giocare un’ ultima carta, per provare a convincerla a rimanere in Florida.
“Oh, mamma, non ti capisco. Che vieni a fare qui? L’aeroporto è lontano dall’hotel. Inoltre sei a Miami. E’ bellissimo lì, di questa stagione!”
“Sono stufa della Florida, ho voglia di cambiare aria! E poi, è tanto che manco dal Michigan! Ormai è ora che ci faccia una capatina. Come hai detto che si chiama, l’albergo?”
Come pensava, fatica sprecata! Ametista strinse i denti, per non dire cose di cui si sarebbe pentita. C’erano delle volte in cui sua madre si comportava come una mocciosa di due anni. Se aveva preso una decisione e qualcuno cercava di farle cambiare idea, erano urla e litigi! Con riluttanza, le ripeté il nome dell’albergo: “Trenton Hill Inn, mamma.”
Felice di avere ottenuto ciò che voleva, Leonessa la salutò allegramente: “Allora, baci baci, piccola! Ci vediamo domani. “ E chiuse la linea.
Ametista se ne rimase là, col telefono in mano, ancora incredula che sua madre avesse attaccato a quel modo. Poi, sospirando, rimise il cellulare in borsa e ritornò verso l’albergo. Doveva prepararsi a ricevere la madre per il giorno dopo, ormai. Doveva dirlo a Cooper? Quello sarebbe stato un buon motivo per attaccare bottone con lui. Poi non le parve una buona idea e decise di mantenere il silenzio, per il momento.
Tuttavia, doveva riservare una stanza per sua madre. Non voleva rischiare di farla dormire in stanza con lei! Molto probabilmente si trovava momentaneamente a corto di soldi, dopo aver rotto con Saul, e solo per questo l’aveva cercata. In genere, Leonessa si faceva pagare tutto dai suoi amanti e così, quando la storia finiva, restava al verde.
Si accorse confusamente di essere tornata all’albergo. Con un sospiro capì che poteva solo adeguarsi alla situazione. “Potete aggiungere un lettino nella mia stanza, prego?” immaginò che avrebbe detto.
Entrando nella hall si accorse che non c’era più Cooper alla reception, ma una giovane donna con i capelli corti e gli occhi viola, che la salutò calorosamente: “Salve, sono Olivia. Come posso esserti utile?”
Ametista rimase profondamente delusa. Non avrebbe potuto chiedere aiuto a Cooper. Non era così grave, ma non poteva negare di essere attratta da lui. Anzi, a dirla tutta, moriva dalla voglia di vederlo!
“Salve, cercavo Cooper!” disse.
Olivia la fissò con un sorriso: “Capisco. Mi spiace, ma Cooper ha avuto un’emergenza con suo padre e quindi lo sostituisco io. Sei un’ospite registrata?”
“Oh, sì…sono Ametista Keane, stanza tredici. Volevo avvertire che domani verrà mia madre a farmi visita. Si chiama Leonessa Keane. Puoi dare disposizioni che, se non ci sono, abbia la chiave della mia stanza?”
“Certo! Ne prenderò nota sul pc. C’è altro?” rispose Olivia, mentre già batteva l’informazione sulla tastiera.
Voleva saperne di più sulla faccenda di Cooper e suo padre, e quindi chiese di botto:
“So che non sono affari miei, ma che problemi ha il padre di Cooper?” Abbassò il capo. “Ti prego di perdonare la mia curiosità, sono una maleducata!”
Olivia agitò la mano con gesto rassicurante:
“Sono sicura che il signor Marchant stia bene. Si è ritirato in pensione l’anno scorso, dopo la morte della moglie e ora vive da solo a Ghost Peak. Credo sia rimasto bloccato sul tetto della sua casa. Il vento gli ha buttato giù la scala, o qualcosa del genere. Per fortuna aveva il cellulare in tasca e ha potuto chiamare Cooper.”
Ghost Peak? Questo sì, che era interessante! “Ghost Peak! Che strano nome! Perché si chiama così?”
“Dicono che sia dove Easton Hill si sia dichiarato a Marianne Trenton. Sembra che fantasma di Easton appaia anche lì ogni anno, come in questo albergo!”
Ametista sentì l’eccitazione crescere in lei: aveva sentito di alcune storie di fantasmi, in città, e per questo si era recata in quella zona desolata! Avrebbe voluto assillare Olivia, con le sue domande, ma si trattenne: “Wow! Interessante! E pensi che il signor Marchant mi lascerebbe fare un giro da quelle parti?”
Olivia annuì: “Certo. Non vedo perché non dovrebbe. Ama molto la compagnia, perché sta quasi sempre solo con il suo golden retrevier e con Cooper, che va spesso a trovarlo. E poi c’è la tomba di Molly. Penso che gli farebbe piacere avere un po’ di compagnia.”
A questo punto Ametista non riuscì più a contenersi , e le domande cominciarono a uscirle a getto continuo dalla bocca:
“Splendido! Pensi che possa andarci stasera? Devo prima fargli una telefonata? Come si arriva a Ghost Peak?”
La fragorosa risata di Olivia, che si teneva ormai la mano sul petto per il troppo ridere, echeggiò per la hall:
“No, no, basta uscire e andare. Credo che Cooper sia ancora lì. Aspetta, che ti scrivo come arrivare. E’ una bella passeggiata, ma ne vale la pena perché il panorama è mozzafiato!” disse alla fine.
Le scrisse tutto su un pezzetto di carta. La passeggiata che aveva programmato prima era finita una schifo, ma a volte è meglio non fare programmi. Grazie ad Olivia, forse ora aveva un posto migliore dove andare. Magari, riusciva anche a tornarsene prima a casa e ad abbreviare la sua vacanza! Tanto, ormai, sua madre le sarebbe rimasta attaccata alle costole…
Avrebbe pensato al “problema mamma” l’indomani, al suo arrivo. Non aveva voglia di avvertire ora l’albergo, c’erano cose più interessanti da fare. Stava per conoscere il mistero di Easton Hill! Bruciava dalla voglia di vedere coi suoi occhi il posto in cui il fantasma aveva chiesto la mano della sua Marianne…
Olivia le porse il foglietto con le istruzioni: “Ecco qui, ti ho scritto tutto. Buona passeggiata… e in bocca a lupo!” le augurò.
Ametista le fece un largo sorriso: “Ti sono molto grata, Olivia. Passa un buon pomeriggio!” Quindi si voltò e uscì dall’albergo. Niente di meglio che una bella favola come quella, per farle battere il cuore e metterle le ali ai piedi, mentre percorreva la strada che le aveva indicato Olivia! Presto avrebbe cominciato a raccogliere informazioni e avrebbe scoperto cosa c’era di vero, in questa storia d’amore tra fantasmi!
CAPITOLO QUARTO
Cooper aveva appena finito di riporre la sacca degli attrezzi nel capanno, che vide spuntare Ametista sul vialetto davanti casa. Si fermò un attimo ad ammirare la sua bellezza, mentre il vento le scompigliava i capelli. Ogni tentativo di tenere legati i capelli era stato vanificato dalla forte brezza. Tutti i riccioli neri ormai le facevano da cornice al viso in modo disordinato… ed estremamente attraente, mentre lei faceva i gradini che portavano sul portico. Cosa diavolo l’aveva trascinata lì?
In cuor suo sperò di aver trovato la ragazza che desiderava da tempo. Comunque sia, lo avrebbe saputo presto. Ma Cooper lo sentiva nell’anima: Ametista СКАЧАТЬ