Saluta Il Mio Cuore Con Un Bacio. Dawn Brower
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Saluta Il Mio Cuore Con Un Bacio - Dawn Brower страница 8

Название: Saluta Il Mio Cuore Con Un Bacio

Автор: Dawn Brower

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современные любовные романы

Серия:

isbn: 9788893986571

isbn:

СКАЧАТЬ tu”, disse. “Torno più tardi”.

      “Non essere ridicola”, disse Lana. “Sully se ne sta andando, ed anche se così non fosse, preferirei la tua compagnia rispetto alla sua. Entra”. Sullivan raddrizzò la schiena alle sue parole e si voltò verso di lei. I muscoli della sua mascella si contrassero quando il ragazzo strinse lo sguardo su Lana. A Sully non era piaciuto il fatto che…

      Jessica spostò lo sguardo fra Sullivan e Lana. “Non voglio interrompere niente”.

      “Allora non saresti dovuta venire”, commentò Sullivan a denti stretti. “Se non fosse per te, lei non sarebbe in questo letto”.

      Jessica impallidì. Lana rivolse un’occhiata a Sullivan. “Non te ne stavi andando?”

      “Credo che mi tratterrò ancora un pochino” rispose. “Non è sicuro lasciarti con una vipera nella stanza”.

      Lana desiderò dargli un pugno nel suo bel viso. Se avesse avuto le forze, e se ne fosse stata in grado, l’avrebbe fatto. La colpa non era da affidare a Jessica per ciò che aveva fatto Imogen Duncan. “Vattene prima di dire qualcosa che rimpiangerai” gli disse. “Jessica è mia amica. La maggior parte dei giorni invece tu non mi piaci nemmeno”.

      “Idem” disse lui. “Ma proteggo comunque coloro di cui m’importa. Non mi devi piacere poi così tanto. Tua madre significa molto per la mia famiglia”.

      Quindi lui si trovava qui perché la sua famiglia voleva proteggere la madre di Lana? La cosa l’aveva sicuramente fatta scendere dal piedistallo. Forse lo aveva spinto a dire quelle cose, ma aveva ricevuto il messaggio. Lana inarcò un sopracciglio e ribatté. “Possiamo lasciare mia madre fuori da questa storia, così come la connessione di Jessica con Imogen. Non siamo responsabili per ciò che fanno le altre persone, oppure punterei il dito contro di te per la mia situazione attuale”. Sullivan impallidì. “Che c’è?’ Non ti piace quando ti ricordano che hai avuto una cotta per una psicopatica? Almeno ne è valsa la pena? Per favore dimmi che almeno ti ha dato—“

      “Basta” esclamò lui. Il suo viso riacquistò colore e le sue guance si fecero rosse dalla furia. “Hai ragione. Io ed Imogen siamo usciti insieme, e se potessi cambiare la cosa lo farei. Ma dato che non ne ho la possibilità, devo convivere con i miei errori. Non significa che non abbia apportato le modifiche necessarie per allontanare quella pazza stronza dalla mia vita. Anche tu dovresti fare lo stesso”.

      “Accetto il tuo consiglio”. Inclinò la testa come se ci riflettesse. “Ma sono soddisfatta delle mie scelte”. Poi si voltò vero l’amica e le sorrise, forse con troppa gioia. Sullivan poteva ficcarsi i suoi consigli in un posto inconveniente. “Jessica, vieni a sederti dove ha liberato il posto Sullivan” Lana indicò verso di lei. “Puoi comunicarmi i progressi nel caso Imogen”.

      Sullivan rise con fare maniacale, ma Jessica sembrava a disagio. Fece ciò che le aveva chiesto Lana e si accomodò alla sedia. Sedeva rigidamente, non toccando nemmeno lo schienale della sedia. Sullivan fissò Jessica che gli dava le spalle, e Lana temette ciò che avrebbe potuto fare. Nel suo sguardo era chiaro l’odio che provava. Parte di esso poteva essere rivolto verso sé stesso, ma non ne era certa.

      “Imogen marcirà in prigione. Mi assicurerò che sia così” disse lui con decisione.

      “È malata” disse Jessica a bassa voce restando rivolta verso Lana. “Ha bisogno di aiuto, non di essere punita”.

      A Lana non piaceva trovarsi nel mezzo di ciò che sembrava una discussione famigliare. Si massaggiò entrambe le tempie. Che cos’aveva fatto per meritarsi tutto questo? Oh sì, esatto, aveva insistito con Sullivan come faceva sempre. Perché non riusciva a tenere la bocca chiusa con lui? Sullivan aveva tirato tutte le corde in lei nel peggior modo possibile, e lei aveva esagerato le cose. Doveva trovare il modo di portare un po’ di pace nella stanza. Solo una cosa avrebbe funzionato—Sully doveva andarsene.

      “È una decisione del tribunale” Lana guardò fra i due. “Non ho intenzione di fare da arbitro fra di voi. Ho cose più importanti da fare. Come, per esempio, boicottare i muri bianchi. Sto considerando il fatto di iniziare una petizione o qualcosa del genere per implorare l’ospedale di ridecorare le stanze”.

      Non era una brutta idea. Avrebbe dovuto guardare questi muri quando sarebbe ritornata a lavorare. Come aveva fatto a non notare quanto fossero insulsi fino ad ora? Non ne era certa.

      “Mi fido del fatto che il tribunale prenderà la decisione giusta” disse Sullivan con fare orgoglioso.

      “Anche io” disse Jessica. “Mia sorella non resterà in prigione per il resto della sua vita”.

      “Basta” esclamò Lana. Entrambi si voltarono verso di lei. “Sullivan, vattene. Jessica resterà per una breve visita, e poi mi riposerò. Non ho la pazienza per gestire questa cosa”.

      Aveva quasi paura di quanto Sullivan fosse orgoglioso della situazione di Imogen. C’era la possibilità che Sullivan potesse orchestrare qualcosa? Ed in quel caso avrebbe dovuto avvisare Jessica al riguardo? Perché si stava comportando con fare così protettivo? Non poteva trattarsi solo di sua madre. Non era qualcosa tipico di lui—almeno non riguardo a Lana. Aveva visto questo lato di lui quando si trattava della sua famiglia, specialmente Dani. Forse era per questo. Una volta lui aveva detto che la vedeva come una sorella. Forse l’incidente aveva fatto emergere questo lato di lui. Se così fosse stato allora era un brutto rospo da ingoiare. L’aveva baciata, benché si trattasse di un bacio casto, aveva dovuto significare qualcosa. Ci avrebbe riflettuto più tardi quando la sua mente non sarebbe più stata influenzata dal caos che la circondava.

      “D’accordo” disse Sullivan con fare riluttante. “Ricordati la tua promessa”. Con ciò uscì dalla stanza e la lasciò con molto di più a cui pensare di quanto credeva. Erano ritornati ai loro soliti modi, ma avevano perso un po’ del loro smalto. Forse era lui, o forse era lei. Molto probabilmente un po’ di entrambi. A Lana non piaceva cambiare, e sospettava che nel futuro avrebbe dovuto apportare molte modifiche.

      Sullivan non stava giocando seguendo le stesse regole, e lei non aveva ancora imparato le nuove. Un mix di emozione e paura la pervase. Poteva non significare niente, oppure tutto. Avrebbe dovuto aspettare e vedere come si sarebbe sviluppata la situazione per imparare ad affrontare questa nuova realtà. Oppure sarebbe rimasta scioccata giornalmente, ed una regola era che a Lana non piacevano le sorprese.

      Per ora avrebbe dovuto mettercela tutta per stare sveglia a parlare con Jessica. Sperava che la sua amica non si sarebbe trattenuta troppo a lungo. La visita di Sullivan l’aveva resa esausta in più modi.

      CAPITOLO TRE

      Sullivan si affrettò nel suo ufficio alla Brady Blu e spinse la sedia contro al muro. La necessità di rovesciare il contenuto della sua scrivani a terra era forte, ma si trattenne. Avere un attacco d’ira non avrebbe aiutato quando si trattava di Lana. Doveva trovare un altro modo per convincerla a restare in convalescenza alla villa. Doveva esserci qualcosa che poteva fare per farla sentire in colpa e convincerla. Non gli piaceva l’idea di lei sola e fragile. Lana era sempre stata forte ed indipendente. Vederla così pallida e debole lo devastava in modi che non voleva esaminare con attenzione.

      Si sfregò il viso con le mani e sospirò. Niente di tutto ciò stava aiutando, ed aveva molto lavoro da fare. Avrebbe gestito il problema Lana più tardi. Aveva ignorato la Brady Blue per troppo a lungo, e gli affari dovevano essere gestiti prima di affrontare il problema di dove sarebbe andata Lana una volta dimessa dall’ospedale.

      Un bussare alla sua porta fece eco nella stanza. Alzò lo sguardo sulla sua assistente, Ali Davis, la quale aveva messo dentro СКАЧАТЬ