Prima Che Invidi. Блейк Пирс
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Название: Prima Che Invidi

Автор: Блейк Пирс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Зарубежные детективы

Серия:

isbn: 9781094311388

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СКАЧАТЬ la scorsa notte, ma era anche contenta di non essere l'unica a sperimentare sbalzi di umore.

      “Che c'è?” gli chiese.

      “Sarà qui per il parto, ma ha detto che non verrà fino a quando non sarai di almeno otto centimetri. Inoltre... stavo per portarti delle cialde dalla mensa, ma le infermiere dicono che dovresti mangiare leggero. Ti porteranno della gelatina e dei cubetti di ghiaccio.”

      Mackenzie si spostò sul letto e si guardò il ventre. Preferiva guardare lì, piuttosto che le macchine e i monitor a cui l'avevano attaccata. Stava tracciando la forma del pancione con le mani, quando bussarono alla porta. Il nuovo dottore entrò con in mano la sua cartella clinica. Aveva un aria felice e completamente riposata, probabilmente reduce da un bel sonno ristoratore.

      Bastardo, pensò Mackenzie.

      Il dottore per fortuna non chiacchierò molto mentre la visitava. Mackenzie non gli prestò molta attenzione, onestamente. Era stanca e si stava addormentando persino mentre lui le cospargeva il ventre di gel per controllare i progressi del bambino. Si addormentò per qualche istante, fino a quando sentì il medico che le parlava.

      “Signora White?”

      “Sì?” rispose, irritata perché non riusciva a schiacciare un pisolino. Aveva provato tra una contrazione e l’altra... avrebbe dato qualsiasi cosa per avere un po’ di riposo.

      “Avverte qualche nuovo disagio?”

      “Solo lo stesso dolore che ho avuto da quando siamo arrivati ​​qui.”

      “Ha sentito il bambino muoversi molto nelle ultime ore?”

      “No, non direi. Perché... c'è qualcosa che non va?”

      “No, non esattamente. Però credo che il bambino si sia girato. Ci sono buone possibilità che avrà un parto podalico. Inoltre sente un battito cardiaco irregolare... niente di terribilmente fuori dall'ordinario, ma abbastanza da suscitare preoccupazione.”

      Ellington fu subito al suo fianco, prendendole la mano. “Podalico... è rischioso?”

      “Quasi mai,” disse il dottore. “A volte impariamo che il bambino è girato a qualche settimana dal parto. Ma il vostro era nella posizione corretta durante l'ultima visita... era anche perfettamente posizionato quando vi siete registrati ieri notte. Poi però si è girato e, a meno che non ci siano cambiamenti drastici, non credo che tornerò nella giusta posizione. In questo momento, è il battito del cuore che mi preoccupa maggiormente.”

      “Allora cosa mi consiglia?” chiese Mackenzie.

      “Ecco, vorrei eseguire una visita approfondita sul bambino, solo per assicurarmi che il suo improvviso cambio di posizione non lo abbia messo in pericolo – il che spiegherebbe il battito cardiaco irregolare. Se non è così, e non c'è motivo di credere che sia così, prepareremo una sala operatoria il prima possibile.”

      L'idea di saltare il parto tradizionale era allettante, certo, ma non la esaltava l’idea di un intervento chirurgico.

      “Faccia ciò che ritiene sia la cosa migliore”, disse Mackenzie.

      “È sicuro?” chiese Ellington, senza nemmeno tentare di nascondere il tremito di paura nella sua voce.

      “Completamente sicuro,” disse il dottore, pulendo il gel in eccesso dalla pancia di Mackenzie. “Ovviamente, come per qualsiasi intervento chirurgico, dobbiamo informarvi che esiste sempre un fattore di rischio quando qualcuno è sul tavolo operatorio. Ma il parto cesareo è molto comune. Ne ho eseguiti personalmente più di cinquanta. E se non sbaglio la sua ginecologa è la dottoressa Reynolds. Ha qualche anno più di me... ma non ditele che ve l’ho detto... e vi garantisco che ne ha eseguiti più di me. Siete in ottime mani. Posso prenotare una sala?”

      “Sì”, disse Mackenzie.

      “Perfetto. Troverò una sala operatoria e mi assicurerò che la dottoressa Reynolds sia informata.”

      Mackenzie lo guardò andarsene e poi abbassò lo sguardo sul suo ventre. Ellington si avvicinò e le loro mani si intrecciarono sulla dimora temporanea del loro bambino.

      “Mette una certa paura, eh?” chiese Ellington, baciandola sulla guancia. “Ma andrà tutto bene.”

      “Certo” disse lei con un sorriso. “Se pensi alle nostre vite e alla nostra relazione, sembra scontato che il bambino debba venire al mondo creando un po’ di scompiglio.”

      Era sincera ma, nonostante tutto, in quello che era uno dei loro momenti più vulnerabili insieme, Mackenzie nascondeva più paura di quanto volesse far trasparire.

      ***

      Kevin Thomas Ellington nacque alle dodici e venti. Pesava tre chili e trecento grammi e, secondo Ellington, aveva la stessa testa deforme e le guance rosse del padre. Non era esattamente l'esperienza di parto che Mackenzie si era aspettata, ma appena udì il suo primo vagito e i suoi primi respiri, non le importò più. Avrebbe anche potuto partorirlo dentro un ascensore o in qualche edificio abbandonato. Era vivo, era lì, e quella era la cosa importante.

      Quando sentì le grida di Kevin, Mackenzie si concesse di calmarsi. Era stordita a causa dall'anestesia per il taglio cesareo e sentiva il sonno trascinarla. Era vagamente consapevole che Ellington era al suo fianco, con tanto di cuffia bianca da sala operatoria e camice blu. Le baciò la fronte senza cercare in alcun modo di nascondere il fatto che stesse piangendo apertamente.

      “Sei stata fantastica,” disse tra le lacrime. “Sei così forte, Mac. Ti amo.”

      Mackenzie aprì la bocca per dirgli che anche lei lo amava, ma non era del tutto sicura di averlo detto. Si addormentò cullata dai meravigliosi suoni di suo figlio che piangeva ancora.

      La sua vita nell’ora successiva parve una specie di beatitudine frammentata. Era per lo più incosciente e non sentiva ancora nulla, mentre i dottori la ricucivano. Era completamente priva di sensi quando fu trasferita nella sala post-operatoria. A malapena si accorse di una equipe di infermieri che la visitavano, controllando i suoi parametri vitali.

      Fu solo quando una delle infermiere entrò nella stanza che Mackenzie iniziò ad avere una presa più salda sui propri pensieri. Allungò goffamente una mano, cercando di prendere quella dell'infermiera, ma la mancò.

      “Quanto è passato?” volle sapere.

      L'infermiera sorrise, dimostrando che si era trovata in quella situazione molte altre volte. “È rimasta addormentata per circa due ore. Come si sente?”

      “Come se avessi bisogno di tenere in braccio il bambino che è appena uscito da me.”

      Questo suscitò una risatina da parte dell'infermiera. “È con suo marito. Adesso li faccio entrare entrambi.”

      L'infermiera se ne andò e per tutto il tempo gli occhi di Mackenzie rimasero incollati alla soglia, finché Ellington non entrò, poco dopo. Stava spingendo una delle piccole culle dell'ospedale. Il sorriso sul suo viso era diverso da qualsiasi altro gli avesse mai visto prima.

      “Come ti senti?” chiese accostando la culla accanto al suo letto.

      “Come se le viscere mi fossero state strappate via.”

      “Infatti СКАЧАТЬ