Regno Diviso. Джек Марс
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Название: Regno Diviso

Автор: Джек Марс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Триллеры

Серия:

isbn: 9781094305028

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СКАЧАТЬ quello che stava succedendo là fuori. Non aveva senso. Quei dati poco familiari non tornavano.

      D’altra parte, in un punto profondo della sua mente, sapeva di aver immagazzinato un video di quello che stava accadendo in quel momento. Se lo avesse rivisto, sapeva che cosa sarebbe stato – l’aereo in avvicinamento sopra alle montagne, poi un bagliore di luce sulla fiancata destra del velivolo circa a metà, appena dietro all’ala. Lo aveva visto succedere in tempo reale, ma era stata incapace di processare la cosa. Si stava preparando psicologicamente allo sbarco, e non si era accorta di quello che stava guardando.

      L’aereo si era spezzato a mezz’aria. All’inizio ce n’erano due pezzi, poi tre, poi quattro. La parte posteriore della fusoliera era partita roteando come un boomerang. La sezione anteriore era schizzata in basso in avanti. Si era capovolta, velocissima, schiantandosi contro alla collina pedemontana e mandando in volo migliaia di frammenti. Le ali si erano disintegrate sbattendo a terra.

      Liz continuò a fissare. Adesso non c’erano che incendi su tutta la collina. Tutt’intorno a lei, la squadra rimaneva ammutolita, delle statue in nero e oro della Dennis. Dietro a loro, nel terminal, la gente ancora urlava, e adesso correva.

      Molti erano crollati al suolo.

      “Era davvero l’aereo?” disse Liz a nessuno in particolare.

      CAPITOLO DUE

      4:35 ora della costa orientale

      Residenza della Casa Bianca

      Washington DC

      Suonava il telefono.

      Faceva un rumore strano, non tanto uno squillo quanto un ronzio. Però era forte. In più, ogni squillo accendeva l’oscurità del mattino di azzurro, come le luci delle macchine della polizia. Luke Stone quel telefono lo odiava.

      Se ne stava tra la veglia e il sonno. Gli passavano delle immagini per la testa. Gli ultimi anni: un’esplosione alla vecchia Casa Bianca, l’imponente colonnato che andava in pezzi, con dei frammenti che volavano in aria; una battaglia a suon di pistole e razzi nell’ampio stadio aperto della Corea del Nord; gli occhi feroci di Ed Newsam e una nave portacontainer inghiottita dalle fiamme alle sue spalle; Mark Swann, scheletrico e barbuto con una tuta arancione, gli occhi vacui, incatenato a un gruppo di altri prigionieri dell’ISIS; gli occhi sofferenti e rabbiosi di Becca, il suo volto magro, la pelle come carta… i grandi occhi preoccupati di Gunner, che lo fissavano perché Luke facesse…

      Luke aprì gli occhi. Accanto a lui, sul comodino, nel buio della camera da letto presidenziale, il telefono infernale continuava a suonare. Un orologio digitale si trovava accanto al telefono. Guardò i numeri rossi.

      4:35. Come sbatté le palpebre, cambiarono. 4:36.

      “Gesù,” sussurrò. Aveva dormito tre ore.

      Una voce femminile impastata dal sonno: “Non rispondere.”

      Una ciocca dei capelli biondi di lei faceva capolino dalle coperte. Le pesanti tende erano chiuse, e se non fosse stato per il telefono sarebbe stato completamente buio nella stanza, proprio come piaceva a Luke. Ma il telefono continuava a gettare quell’assurda luce azzurra per la camera.

      “Pare di stare in discoteca.”

      Raccolse il telefono. Misericordiosamente, la cruda luce azzurra morì.

      “È per te,” disse porgendole il ricevitore.

      Serpeggiò fuori una mano sottile, che prese il ricevitore e se lo portò sotto alle coperte. Se lo tenne a lato della faccia mezza coperta, gli occhi ancora sigillati.

      “Susan Hopkins,” disse con voce seria, come se fosse sveglia da un’ora, avesse già fatto colazione e fosse stata interrotta mentre esaminava dei documenti importanti – la presidente degli Stati Uniti non dormiva mai.

      Gli venne in mente un pensiero: Quante volte?

      Quante volte lui o lei erano stati svegliati a notte fonda perché era accaduta una cosa orribile, o stava accadendo in quel momento, o stava per accadere? Quanti momenti di intimità, di normalità, di vita semplice – cosa che molti davano per scontata – erano stati bloccati o persino distrutti da telefonate come quella?

      Mezzo addormentato, si concesse di immaginare un altro mondo, un mondo in cui loro due non facevano quei lavori. Il telefono non suonava a notte fonda con notizie terribili. Lei andava in tv, in una qualche misura. Lui faceva il professore al college. Una vita impegnativa, ma le cose potevano essere organizzate, si potevano fare progetti, e non dovevano nascondere la loro relazione.

      Quella parte lo preoccupava ancora, forse più che mai. Il mondo pareva aver dato loro un lasciapassare per le ultime settimane. Forse era stata l’influenza delle vacanze – la gente aveva la propria vita e la propria famiglia a cui pensare. Le figlie di Susan erano venute dalla West Coast. Lui e Gunner avevano trascorso molto tempo lì alla residenza per qualche giorno. All’inizio era stato imbarazzante – Gunner era di poco più piccolo di Michaela e Lauren, e non era abituato ad avere a che fare con quelle mosche bianche dei figli di alcune delle persone più ricche della Terra. Comunque si erano tutti acclimatati un pochino, e avevano festeggiato uno strambo Natale da famiglia allargata. La vigilia era anche nevicato.

      E in qualche modo era rimasto tutto fuori dalla portata dei media. Quando Luke aveva riportato Gunner alla casa dei nonni, non c’erano furgoni dei notiziari parcheggiati fuori. Nessun giornalista lo aveva chiamato nel suo ufficio chiedendogli con insistenza del suo ruolo di consulente stretto della presidente. Sul fronte media tutto tranquillo – troppo tranquillo. Ogni volta che chiedeva a Susan come faceva a non essere ancora giunta la notizia ai media, lei sorrideva misteriosamente e diceva:

      “Non ti preoccupare. Abbiamo i nostri metodi.”

      Ma lui si preoccupava. La situazione lo attanagliava. Più che altro lo preoccupava Gunner. Il ragazzo stava crescendo, e Luke voleva che avesse una vita pressoché normale. Dio sapeva se se la meritava dopo tutto quello che aveva passato. Stava ancora con i genitori di Becca, e andava bene così – almeno ultimamente si erano fatti più cordiali del solito. Non erano che degli arrivisti, e il loro ex genero adesso frequentava di nascosto la presidente.

      A dire il vero, Luke avrebbe voluto solo che Gunner tornasse a vivere con lui. Però era ancora una spia, e adesso gestiva un’agenzia tutta sua. Vile da ammettere, ma adesso il tempo di crescere un figlio non ce l’aveva. Se fosse venuto a stare da lui, Gunner avrebbe trascorso un sacco di tempo da solo. Per adesso, Luke faceva di tutto per essere presente nella sua vita.

      Scosse la testa, scacciandone i pensieri vaganti. Sotto le coperte, Susan ascoltava con attenzione. Per un attimo, Luke non abbandonò la speranza che magari la telefonata non fosse così male. Cavolo, potevano anche essere buone notizie – così buone da non poter aspettare la mattina. Cosa poteva essere?

      “Oddio,” disse Susan, e il tono infranse qualsiasi speranza di lui. Susan fece un respiro profondo. “Ok. Senti. Fino a un minuto fa dormivo. Dammi mezz’oretta per farmi una doccia e mangiare un boccone. Nel frattempo, comincia a riunire i soliti sospetti.”

      Susan fece una pausa mentre la persona all’altro capo parlava.

      “Ok. Grazie.” La mano serpeggiò di nuovo fuori e passò il ricevitore a Stone. Luke lo rimise sulla base.

      “Male?” СКАЧАТЬ