Assassinio in villa. Фиона Грейс
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Название: Assassinio in villa

Автор: Фиона Грейс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Зарубежные детективы

Серия:

isbn: 9781094305035

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      Taryn rise a voce alta, come in un tentativo di smorzare l’equivoco complimento. “Beh, dimmi, come hai fatto a ottenere l’affitto di questo posto? L’ultima volta che ne ho sentito parlare, Stephen aveva deciso di vendere.”

      Lacey scrollò le spalle. “È così. Ma c’è stato un cambio di programma.”

      Taryn sembrava aver appena succhiato un limone. Lanciò lo sguardo velocemente in ogni angolo del negozio, il naso all’insù che Lacey aveva già avuto modo di conoscere sembrava essersi allungato ancora di più verso il cielo, mentre il disgusto della donna si faceva sempre più evidente.

      “E venderai articoli di antiquariato?” chiese.

      “Giusto. Mio padre era impegnato nel settore quando ero bambina, quindi sto seguendo i suoi passi in suo onore.”

      “Antiquariato,” ripeté Taryn. I suoi occhi fissavano Lacey come quelli di un falco. “E hai il permesso per farlo, vero? Hai fatto il salto dell’oceano e sei già pronta ad aprire un negozio.”

      “Con il giusto visto,” spiegò Lacey con disinvoltura.

      “È… interessante,” rispose Taryn, chiaramente intenta a scegliere le parole con attenzione. “Cioè, quando uno straniero vuole un lavoro in questo Paese, la società deve fornire prove che non ci sia nessun britannico a ricoprire la posizione. Sono solo sorpresa che non si applichino le stesse regole anche alla conduzione di un’attività commerciale…”

      Lo sdegno nella sua voce si stava facendo sempre più palese. “E Stephen ha fatto il contratto a te, una sconosciuta, così su due piedi? Dopo che il negozio si è svuotato… quand’è stato… solo due giorni fa?” La cortesia che si stava sforzando di assumere stava rapidamente svanendo.

      Lacey decise di non lasciarsi toccare da quell’atteggiamento.

      “In effetti è stato un colpo di fortuna. Stephen era casualmente in negozio quando sono entrata per dare un’occhiata. Era devastato per la fuga del precedente affittuario che l’ha lasciato con un sacco di debiti, e immagino che ci sia semplicemente stato il giusto allineamento cosmico. Io sto aiutando lui e lui sta aiutando me. Dev’essere destino.”

      Lacey notò che il volto di Taryn era diventato rosso.

      “DESTINO?” gridò la donna, mentre la sua aggressività passiva diventava del tutto esplicita. “DESTINO? Erano mesi che avevo un patto con Stephen, che se il negozio fosse diventato disponibile, lo avrebbe venduto a me! Dovevo allargare il mio locale acquisendo il suo!”

      Lacey scrollò le spalle. “Beh, non l’ho comprato. Ce l’ho in affitto. Sono convinta che abbia ancora in mente il piano di venderlo a te quando arriverà il momento. Solo che quel momento non è adesso.”

      “Non ci posso credere,” piagnucolò Taryn. “Entri qui e lo costringi a un altro affitto? E lui accetta e firma in soli due giorni? Lo hai minacciato? Hai fatto una specie di rito voodoo su di lui?”

      Lacey non si lasciò scuotere. “Dovrai chiedere a lui il motivo per cui ha deciso di affittare a me piuttosto che vendere a te,” le disse, ma nella sua mente stava pensando: Magari perché sono una persona carina?

      “Mi hai rubato il negozio,” concluse Taryn.

      Poi se ne andò di gran carriera, sbattendosi la porta alle spalle, i lunghi capelli scuri che oscillavano sulla schiena mentre si allontanava.

      Lacey si rese conto che la sua nuova vita non sarebbe stata idillica come aveva sperato. E che la sua battuta sul fatto che Taryn fosse la sua gemella malvagia combaciava effettivamente con la realtà. Beh, c’era una cosa che poteva fare.

      Chiuse a chiave il negozio e percorse con passo baldanzoso la strada fino ad arrivare al salone della parrucchiera, dove entrò. La donna, una rossa, se ne stava seduta a sfogliare una rivista, evidentemente in pausa tra un cliente e l’altro.

      “Posso aiutarti?” chiese a Lacey quando la vide entrare.

      “È ora,” disse Lacey con determinazione. “Ora di darci un bel taglio.”

      Era un altro sogno che non era mai stata abbastanza coraggiosa da realizzare. David aveva adorato i suoi capelli lunghi. Ma non aveva la minima intenzione di rimanere così somigliante alla sua gemella malvagia per un solo secondo ancora. Era giunto il momento. Il momento per un bel taglio. Il momento di eliminare tutto ciò che era stata la vecchia Lacey. Questa era la sua nuova vita, e lei aveva intenzione di seguire le proprie nuove regole.

      “Sei sicura di voler accorciare?” chiese la donna. “Cioè, mi sembri determinata, ma devo chiedertelo. Non vorrei che te ne pentissi.”

      “Oh, sono sicura,” disse Lacey. “Non appena l’avrò fatto, avrò realizzato tre dei miei sogni nello stesso numero di giorni.”

      La donna sorrise e afferrò le forbici. “Allora va bene. E facciamola questa tripletta!”

      CAPITOLO SETTE

      “Ecco,” disse Ivan, strisciando fuori da sotto il lavandino della cucina. “Quella perdita non dovrebbe più darti grane.”

      Si rialzò in piedi e tirando in modo impacciato il bordo della maglietta grigia stropicciata che indossava e che era risalita a scoprire la sua pancia candida e leggermente prominente. Lacey fece educatamente finta di non essersene accorta.

      “Grazie per la velocissima riparazione,” gli disse, riconoscente nei confronti di questo padrone di casa così premuroso, che sistemava tutti i grattacapi che potevano sorgere nella casa in modo così immediato. E ce n’erano stati già un buon numero. Lacey iniziava a sentirsi anche un po’ in colpa per tutte le volte che l’aveva costretto a venire fino al Craig Cottage: quella salita fino alla cima della scogliera non era esattamente una passeggiata, e lui non era più un ragazzino.

      “Vuoi fermarti a bere qualcosa?” gli chiese. “Del tè? Una birra?”

      Sapeva già che la risposta sarebbe stata no. Ivan era timido e dava l’impressione che si sentisse sempre di troppo. Lei comunque chiedeva ogni volta.

      Ivan ridacchiò. “No, no, va bene così, Lacey. Ho delle carte da sistemare stasera. Non v’è pace per gli empi, come dicono.”

      “Dillo a me,” rispose lei. “Ero in negozio alle cinque questa mattia, e non sono tornata a casa prima delle otto di stasera.”

      Ivan corrugò la fronte. “Il negozio?”

      “Oh,” disse Lacey, sorpresa. “Pensavo di avertelo detto quella volta che sei passato a sturare le grondaie. Sto aprendo un negozio di antiquariato in paese. Ho preso in affitto il locale vuoto di Stephen e Martha, quello che prima era un negozio di articoli per casa e giardino.”

      Ivan parve stupefatto. “Pensavo che fossi qui solo per una vacanza!”

      “Era così. Ma poi ho deciso di rimanere. Non proprio in questa casa, ovviamente. Troverò un altro posto non appena ne avrai bisogno.”

      “No, a me va benissimo,” disse Ivan con tono davvero felice. “Se sei contenta qui, sono contento pure io. Non dà troppo fastidio se sono spesso qui a sistemare le varie cose, vero?”

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