Assassinio in villa. Фиона Грейс
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Assassinio in villa - Фиона Грейс страница 9

Название: Assassinio in villa

Автор: Фиона Грейс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Зарубежные детективы

Серия:

isbn: 9781094305035

isbn:

СКАЧАТЬ il pacco fu sparito attraverso la fessura, Lacey si rese conto che si stava distraendo dal suo effettivo compito: trovare dei vestiti. Stava per ripartire alla ricerca di un negozio d’abbigliamento, quando la sua attenzione venne richiamata dalla vetrina del negozio accanto alla cassetta della posta. Mostrava una scena della spiaggia di Wilfordshire con il molo che si allungava nel mare, ma l’intera figura era stata realizzata con macarons color pastello.

      Lacey si pentì subito della brioche e degli assaggi di fudge che aveva già mangiato, perché la vista di quella delizia le fece venire l’aquilina in bocca. Fece una foto per il gruppo delle Doyle Girls.

      “Posso esserle di aiuto?” chiese una voce accanto a lei.

      Lacey si mise sull’attenti. Sulla porta del negozio c’era il proprietario, un uomo di bell’aspetto sulla quarantina, con i capelli folti e scuri e una mandibola ben disegnata. Aveva gli occhi verdi e brillanti, con piccole rughe di espressione ai lati che facevano subito capire quanto fosse uno che si godeva la vita, il tutto confermato da una bella abbronzatura, segno di frequenti viaggi in paesi dai climi più caldi.

      “Sto solo facendo un giro per vetrine,” disse Lacey, la voce che le usciva come se qualcuno le stesse strizzando le corde vocali. “Questa mi piace molto.”

      L’uomo sorrise. “L’ho fatta io. Perché non entri e provi qualche dolcetto?”

      “Mi piacerebbe, ma ho già mangiato,” spiegò Lacey. La brioche, il caffè e i fudge sembravano agitarsi nel suo stomaco, dandole quasi una sensazione di nausea. Lacey si rese conto all’improvviso di quello che stava succedendo: era quella sensazione di attrazione fisica, perduta da tempo, che le faceva sentire le farfalle che volavano nello stomaco. Le sue guance subito si imporporarono.

      L’uomo ridacchiò. “Dall’accento mi pare di capire che sei americana. Quindi forse non sai che qui in Inghilterra abbiamo questa cosa che si chiama la pausa delle undici. Viene dopo la colazione e prima del pranzo.”

      “Non ti credo,” rispose Lacey, facendo una piccola smorfia con le labbra. “La pausa delle undici?”

      L’uomo si premette la mano sul petto. “Te lo giuro, non è un trucchetto di marketing! È l’ora perfetta per tè e dolcetto, o tè e tramezzino, o tè e biscotti.” Fece un gesto d’invito attraverso la porta aperta, indicando la vetrinetta interna, piena di dolciumi realizzati con creatività e dall’aspetto irresistibile. “Oppure tutte quante.”

      “Basta accompagnarle con il tè?” disse Lacey con tono sarcastico.

      “Esatto,” rispose lui, gli occhi verdi che si illuminavano in un guizzo di ironia. “Puoi anche provare prima di comprare.”

      Lacey non poteva più resistere. Che fosse una sorta di dipendenza causatale dagli zuccheri che aveva in corpo o, più probabilmente, l’attrazione magnetica di questo meraviglioso esemplare di uomo, alla fine entrò.

      Guardò deliziata, l’acquolina in bocca, mentre l’uomo prendeva dalla vetrinetta un panetto dolce pieno di burro, marmellata e crema, e lo tagliava con precisione in quattro parti. Eseguì l’intera operazione in maniera piuttosto teatrale, come se fosse una routine di danza. Posizionò i pezzetti su un piattino in ceramica e lo porse a Lacey, sostenendolo da sotto con le punte delle dita, completando la sua accurata e disinvolta performance con un allegro: “Et voilà.”

      Lacey sentì il calore irrorarle le guance. L’esecuzione era stata piuttosto accattivante e provocatoria. O era solo una sua interessata impressione?

      Allungò la mano e prese uno dei pezzetti dal piattino. L’uomo fece lo stesso, invitandola subito dopo a una sorta di brindisi con i pezzi di dolce.

      “Alla salute,” disse.

      “Alla salute,” rispose lei.

      Si infilò il dolcetto in bocca. Fu un’esperienza di gusto. Crema densa e dolce. Marmellata di fragole così fresca da solleticarle le papille gustative. E l’impasto! Soffice e burroso, a metà tra dolce e saporito, e così gustoso!

      I sapori improvvisamente le accesero un altro ricordo in mente. Lei e suo padre, Naomi e la mamma, tutti seduti attorno a un tavolino in metallo bianco in un baretto luminoso, intenti a rimpinzarsi di pastine ripiene di crema e marmellata. Subito fu pervasa da una sferzata di confortante nostalgia.

      “Sono già stata qui!” esclamò prima di aver finito di masticare.

      “Eh?” chiese l’uomo divertito.

      Lacey annuì entusiasta. “Sono venuta a Wilfordshire da bambina. Questo è uno scone, vero?”

      Le sopracciglia dell’uomo si inarcarono in sincera curiosità. “Sì, mio padre gestiva la pasticceria prima di me. Uso ancora la sua ricetta speciale per fare gli scone.”

      Lacey guardò verso la finestra. Anche se ora lì c’era un seggiolino per bambini in legno con un cuscino blu sopra e un tavolo rustico abbinato, poteva ancora figurarsi con precisione come stavano le cose trent’anni prima. Improvvisamente si sentì trasportata in quel momento. Poteva quasi ricordare il venticello dietro al collo, e la sensazione appiccicosa della marmellata sulle dita, il sudore nei solchi dietro alle ginocchia… poteva addirittura ricordare il suono delle risate, delle risate dei suoi genitori, e i sorrisi spensierati sui loro volti. Erano stati così felici, o no? Era certa che dovevano essere state espressioni sincere. Allora perché tutto era andato a rotoli?

      “Stai bene?” le chiese l’uomo.

      Lacey ritornò al presente. “Sì. Scusa. Ero persa nei ricordi. Il sapore di questo dolcetto mi ha riportato a trent’anni fa.”

      “Beh, ora dovrai fare la pausa delle undici,” disse l’uomo ridacchiando. “Posso tentarti?”

      I brividi che si sentì scorrere sul corpo le diedero la distinta impressione che avrebbe potuto accettare qualsiasi cosa quest’uomo le avesse proposto con il suo accento gentile e quegli occhi cortesi e penetranti. Quindi annuì, trovando che la gola era diventata improvvisamente troppo secca per poter formulare effettivamente delle parole.

      Lui batté le mani tra loro. “Eccellente! Lascia che ti faccia provare l’esperienza completa!” Fece per voltarsi e poi si fermò guardandosi alle spalle. “Comunque mi chiamo Tom.”

      “Lacey,” rispose lei, sentendosi frastornata come una ragazzina con una cotta.

      Mentre Tom era indaffarato in cucina, Lacey si sedette al tavolino vicino alla finestra. Cercò di evocare altri ricordi della volta che era stata lì prima, ma purtroppo non c’era altro da ricordare. Solo il sapore degli scone e la risata della sua famiglia.

      Un momento dopo il bel Tom apparve con un vassoio da dolci pieno di tramezzini, scone e una selezione di dolcetti multicolore. Posò poi una teiera sul tavolo accanto.

      “Non posso mangiare tutta quella roba!” gridò Lacey.

      “È per due,” rispose Tom. “Offre la casa. Non è educato far pagare una donna al primo appuntamento.”

      Prese poi posto proprio accanto a lei.

      La sua schiettezza la colse di sorpresa. Sentì il battito cardiaco che iniziava ad accelerare. Era da così tanto tempo che non parlava con un altro uomo in modo così civettuolo. Si sentì ancora una volta come una ragazzina intontita. Impacciata. Ma magari СКАЧАТЬ