Название: Mariti Nel Mirino
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
isbn: 9781640296619
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Riley mise un braccio intorno a Jilly, e prese un fazzoletto nella sua borsa.
Chiese: “Che cosa c’è? Che cosa stai sognando?”
Jilly singhiozzò silenziosamente per alcuni momenti. Poi disse: “Non è niente. Non preoccuparti.”
Riley sospirò. Sapeva che Jilly custodiva dei segreti di cui non le piaceva parlare.
Accarezzò i capelli scuri della ragazza e disse: “Puoi dirmi tutto, Jilly. Lo sai.”
Jilly si asciugò le lacrime e si soffiò il naso.
Infine, disse: “Ho sognato una cosa che è accaduta per davvero. Alcuni anni fa. Mio padre era davvero ubriaco, e mi accusava di tutto, come sempre …del fatto che mia madre se ne fosse andata e della sua incapacità a mantenere un lavoro. Di tutto. Mi disse di volermi fuori dalla sua vita. Mi prese per un braccio e mi trascinò fino ad un armadio, per poi buttarmi dentro e chiudere la porta e …”
Jilly divenne silenziosa e chiuse gli occhi.
“Ti prego, continua” Riley la incitò.
Jilly si scosse un po’ e poi proseguì: “All’inizio, avevo paura di urlare, perché pensavo che mi avrebbe trascinata fuori e mi avrebbe picchiata. Mi ha soltanto lasciata lì, come se mi avesse completamente dimenticata. E poi …”
Jilly soffocò un singhiozzo.
“Non so quante ore siano passate, ma tutto è diventato davvero tranquillo. Pensavo che fosse svenuto o andato a letto. Ho aspettato per un tempo infinito, e tutto è rimasto così tranquillo. Infine, ho supposto che avesse lasciato la casa. Lo faceva qualche volta. Andava via per giorni, e non sapevo quando sarebbe tornato, o se lo avrebbe fatto.”
Riley rabbrividì, provando ad immaginare l’orrore della povera ragazza.
Jilly continuò: “Infine, ho cominciato a gridare e a colpire la porta, ma, naturalmente, nessuno poteva sentirmi, e non potevo uscire. Sono rimasta da sola in quell’armadio per … neppure adesso so per quanto tempo. Diversi giorni, probabilmente. Non avevo nulla da mangiare, e certamente non potevo dormire, ed avevo fame e paura. Ho dovuto persino andare al bagno lì dentro e ho dovuto pulire, dopo. Ho iniziato a vedere e sentire cose strane al buio, immagino che fossero allucinazioni. Credo di aver quasi perso la testa.”
Poco da meravigliarsi, Riley pensò con orrore.
Jilly riprese: “Quando ho sentito di nuovo dei rumori nella casa, ho pensato che forse stavo sentendo delle cose. Ho gridato, e papà è venuto all’armadio e l’ha aperto. In quel momento era sobrio, e sembrava sorpreso di vedermi. “Come sei finita qui dentro?” ha chiesto. Si comportò come se fosse stato dispiaciuto, per avermi messa in quella situazione, e mi trattò BENE per un po’ dopo.”
La voce di Jilly si era ridotta quasi ad un sussurro, e poi aggiunse: “Pensi che otterrà la mia custodia?”
Riley soffocò la sua ansia. Come poteva condividere le sue stesse paure con la ragazza che sperava ancora di adottare, per farla diventare a tutti gli effetti sua figlia?
Non poteva permetterselo.
Così, rispose …
“Sono sicura che non lo farà.”
“Sarà meglio che non succeda” Jilly replicò. “Perché, se lo facesse, scapperò via per sempre. Nessuno riuscirà mai a trovarmi.”
Riley fu scossa da un profondo brivido, perché capì …
Dice davvero.
Jilly era già scappata via da una vita che non le piaceva in passato. Riley ricordava anche troppo bene tutto quello che era successo la prima volta in cui aveva incontrato Jilly: stava lavorando ad un caso che coinvolgeva delle prostitute uccise a Phoenix, ed aveva trovato la ragazza nella cabina di un camion, in un parcheggio in cui lavoravano le prostitute. Jilly aveva deciso di vendere il proprio corpo al proprietario del veicolo.
Avrebbe fatto di nuovo qualcosa di così disperato? Riley si chiese, inorridendo alla sola idea.
Nel frattempo, Jilly si era calmata e si era rimessa a dormire.
Riley riappoggiò la testa della ragazza contro la sua spalla, tentando di soffocare le sue preoccupazioni per l’imminente udienza. Ma non riusciva a scrollarsi di dosso il timore di perdere Jilly.
La ragazza sarebbe sopravvissuta se ciò fosse accaduto?
E, anche se fosse sopravvissuta, che tipo di vita avrebbe avuto?
*
Quando l’aereo atterrò, quattro persone accolsero Riley e Jilly. Una aveva un volto familiare, Si trattava di Brenda Fitch, l’assistente sociale che aveva affidato Jilly alle cure di Riley. Brenda era una donna snella, con un sorriso caloroso ed amorevole.
Riley non riconobbe le altre tre persone.
Brenda le abbracciò entrambe, poi iniziò le presentazioni.
Cominciò da una coppia sposata di mezz’età; erano entrambi tarchiati e sorridenti.
Brenda disse: “Riley, non credo che tu abbia mai incontrato Bonnie e Arnold Flaxman. Sono stati i genitori affidatari di Jilly, per qualche tempo, dopo che l’hai salvata.”
Riley annuì, mentre ricordava come Jilly fosse subito scappata via da quella coppia, per quanto benintenzionata. La ragazza voleva vivere soltanto con Riley, che si trovò a sperare che i Flaxman non serbassero alcun rancore. In realtà sembravano gentili e accoglienti.
Brenda poi presentò a Riley un uomo alto con una testa lunga e dalla forma strana, e un sorriso in qualche modo sciocco.
Brenda disse: “Questo è Delbert Kaul, il nostro avvocato. Bene, andiamo a cercare un posto in cui sederci a parlare.”
Il gruppo attraversò frettolosamente l’atrio, fino al caffè più vicino. Gli adulti ordinarono un caffè, e Jilly prese una bibita analcolica. Mentre erano tutti seduti, Riley ricordò che il fratello di Bonnie Flaxman era Garrett Holbrook, un agente dell’FBI di stanza lì a Phoenix.
Riley chiese: “Come se la passa Garrett in questi giorni?”
Bonnie alzò le spalle e sorrise: “Oh, sa com’è. Garrett è Garrett.”
Riley annuì. Ricordava il collega come un uomo taciturno e dall’atteggiamento freddo. Ma aveva indagato sull’omicidio della sorellastra di Garrett, che quindi si era dimostrato grato per il contributo dato alla risoluzione del mistero, e aveva collaborato a far sì che Jilly finisse con gli affidatari Flaxman. Riley sapeva che era un brav’uomo, sebbene esternamente sembrasse di ghiaccio.
Brenda disse a Riley: “Mi fa piacere che tu e Jilly siate riuscite a venire qui con così poco preavviso. Speravo davvero di portare a termine l’adozione, ormai, ma, come ti ho scritto nella mia lettera, siamo incappati in un imprevisto. Il padre di Jilly ha dichiarato di aver preso la decisione di rinunciare alla figlia per costrizione. Non solo contesta l’adozione, ma minaccia anche di accusarti di rapimento, e me come complice.”
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