In Cerca di Vendetta. Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ male la sua dipartita. Appariva ancora distrutto.

      Flores guardò tristemente Riley, ma, con grande sollievo della donna, non fece alcuna domanda riguardo a ciò che aveva appena interrotto.

      Invece, la invitò: “Sto andando al meeting. Vieni?”

      Riley annuì, e Sam rispose a sua volta con un cenno.

      “Allora, buona fortuna, Agente Paige” le disse, poi proseguì per la sua strada.

      Riley borbottò ad alta voce tra sé e sé …

      “Certo, buona fortuna.”

      Sam sembrava intuire che lei ne avrebbe avuto bisogno per quel meeting.

      Era giunto il momento di rimettersi in sesto, ed affrontare quello che la attendeva, qualunque cosa fosse.

*

      Poco tempo dopo, Riley era seduta nell’ampia sala conferenze, insieme a molti più componenti del BAU di quanto si aspettasse: tra di loro c’erano tecnici e investigatori esperti in vari settori. Non tutti i volti le erano familiari, e non tutti erano amichevoli.

      Potrebbe davvero servirmi un alleato in questo momento, pensò.

      Certamente le mancava la presenza di Bill. Sam Flores era seduto vicino, ma sembrava troppo depresso per esserle di alcun aiuto in quell’occasione.

      Il viso più ostile di tutti era quello dell’Agente Speciale Capo Carl Walder, che sedeva direttamente dall’altra parte del tavolo, di fronte a lei. L’uomo aveva un volto infantile e lentigginoso e spostava lo sguardo da Riley e un rapporto scritto, poggiato davanti a lui.

      Esordì con una voce accigliata: “Agente Paige, sto provando a comprendere che cosa sta succedendo qui. Abbiamo ricevuto una richiesta di mandare degli agenti a casa sua ventiquattr’ore su ventiquattro. Sembrerebbe avere a che fare con le recenti attività di Shane Hatcher, ma non sono certo di capire come o perché. La prego di spiegare.”

      Riley deglutì forte.

      Sapeva che quel meeting sarebbe stato incentrato sul suo rapporto con Shane Hatcher, un evaso brillante e pericoloso.

      Sapeva anche che una totale ed onesta spiegazione avrebbe significato la fine della sua carriera.

      Avrebbe potuto persino farla finire in prigione.

      Provò a rispondere: “Agente Walder, come lei sa, Shane Hatcher è stato visto per l’ultima volta in una baita di mia proprietà, sugli Appalachi.”

      Walder annuì e aspettò che Riley proseguisse.

      Riley sapeva di dover scegliere le parole molto attentamente. Fino a poco tempo prima, lei ed Hatcher avevano condiviso un patto segreto. In cambio dell’aiuto ricevuto nella risoluzione di un caso molto personale, Riley aveva accettato che Hatcher si nascondesse nella baita che aveva ereditato da suo padre.

      Era stato un patto con il diavolo, e Riley ci ripensava con vergogna.

      Riprese: “Come lei sa, Hatcher è sfuggito ad una squadra della SWAT dell’FBI, che aveva circondato la mia baita. Ho ragione di credere che possa andare a casa mia.”

      Walder le rivolse una sospettosa occhiata.

      “Che cosa glielo fa pensare?”

      “Hatcher è ossessionato da me” Riley esclamò. “Ora che è stato scoperto, sono sicura che proverà a raggiungermi. In quel caso, gli agenti intorno a casa mia hanno una chance di catturarlo.”

      Istintivamente Riley si fece piccola piccola.

      Nella migliore delle ipotesi, quella era una mezza verità.

      La vera ragione per cui voleva degli agenti disposti intorno alla sua casa era il desiderio di proteggere se stessa e la sua famiglia.

      Walder restò seduto, tamburellando sul tavolo con le dita per un distante.

      “Agente Paige, lei sostiene che Hatcher sia ossessionato da lei. E’ sicura che questa ossessione non sia reciproca?”

      Riley si irritò a quell’insinuazione, ma fu confortata vedendo che il suo diretto superiore, Brenth Meredith, aveva deciso di intervenire.

      Meredith aveva una presenza intimorente, come sempre del resto, con i suoi lineamenti scuri e spigolosi e il suo sguardo severo. Ma il rapporto con lui era sempre stato improntato al rispetto persino amichevole. L’uomo si era sempre rivelato suo alleato nei momenti di difficoltà e sperava che sarebbe stato così anche in questo momento.

      L’uomo disse: “Capo Walder, penso che la richiesta dell’Agente Paige di disporre agenti intorno a casa sua sia ben fondata. Non dobbiamo rinunciare neppure alla minima possibilità di consegnare Hatcher alla giustizia.”

      “Certo” Walder replicò. “E non posso dirmi soddisfatto del fatto che sapessimo esattamente dove fosse, eppure sia scappato via.” Walder  si alzò dalla sedia, e si rivolse direttamente a Riley: “Agente Paige, ha avvertito Hatcher che la squadra della SWAT stava per circondarlo?”

      Riley sentì un sussulto nella stanza.

      Non erano molte le persone che avrebbero avuto il coraggio di porle una tale domanda. Ma Riley fece uno sforzo per soffocare una risata. Quella era una domanda a cui poteva rispondere sinceramente: infatti era proprio la ragione per cui aveva paura di Hatcher ora.

      “No, non l’ho fatto” rispose fermamente, sostenendo lo sguardo di Walder con decisione.

      Walder abbassò per primo gli occhi. Si rivolse a Jennifer Roston, una giovane donna afro-americana, con corti capelli lisci, seduta a guardare Riley con occhi intensi.

      “Ha delle domande, Agente Roston?” chiese.

      Roston non disse nulla per un momento.

      Riley attese in qualche modo ansiosamente la sua risposta. La Roston era stata assegnata al caso di Hatcher, affinché lo consegnasse alla giustizia. La giovane agente era nuova al BAU ed desiderosa di lasciare il segno. Riley non pensava di poterla considerare un’alleata.

      La Roston aveva tenuto lo sguardo fisso su di lei, durante l’intero meeting, fino ad allora.

      “Agente Paige, le dispiacerebbe spiegare l’esatta natura del suo rapporto con Shane Hatcher?”

      Riley si irritò nuovamente.

      Avrebbe voluto rispondere: Sì, mi dispiacerebbe. Mi dispiacerebbe molto.

      La tattica della Roston le divenne chiara.

      Alcuni giorni prima, l’aveva interrogata in privato su quello stesso argomento, proprio nella stessa stanza.

      Ora la Roston intendeva chiaramente farle di nuovo le stesse domande, sperando di coglierla in contraddizione.

      Evidentemente la giovane si aspettava che Riley cedesse sotto la pressione di un grande meeting come quello. E Riley sapeva bene che avrebbe fatto meglio a non sottovalutarla, perché era ben preparata in quei giochi mentali.

      Parla il meno possibile, si disse. Sii estremamente accorta.

*

      Dopo la conclusione del meeting, tutti lasciarono la stanza, СКАЧАТЬ