Una Amore Cosi’ Grande . Sophie Love
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Читать онлайн книгу Una Amore Cosi’ Grande - Sophie Love страница 14

СКАЧАТЬ dal bagagliaio e alzò lo sguardo sull’enorme nave che sarebbe stata la sua casa nei seguenti quindici giorni. Fece un profondo respiro per calmare i nervi eccitati, poi si diresse con certezza verso di essa.

      *

      La nave da crociera era molto più bella di quanto Keira avrebbe pensato. All’interno era arredata in stile Art Deco, con colori intensi, forme audaci e ornamenti geometrici. E oltre all’inaspettato sfarzo e lusso, non si poteva che ammirare l’opulenza della piscina e della Jacuzzi sul ponte! Non si era aspettata tutto quel fasto. Avrebbe adorato vivere su quella nave.

      Colpita, si diresse verso la prua, dove partiva un percorso che portava fino alla punta della nave. Le vennero in mente Jack e Rose sul Titanic, anche se sapeva che non c’erano storie d’amore in serbo per lei, e pregò che non ci fossero nemmeno iceberg!

      Dopo una rapida occhiata al ponte superiore, Keira andò in cerca della sua stanza. Credeva di doversi dirigere sotto coperta, ma con sua sorpresa, la sua cabina in realtà era sul ponte superiore. Trovò la porta e vi entrò.

      C’era un oblò rotondo, uno di quelli cerchiati di ottone come nei film, e la vista dava direttamente sull’oceano. Lei si era aspettata una stanza economica, poco più di un ripostiglio vicino alle cucine, che odorasse di cibo e fosse sempre rumorosa, ma quella era tutto l’opposto. Tranquilla, accogliente e lussuosa.

      Il suo letto era in legno di castagno, laccato perché brillasse, e sopra c’erano lenzuola candide di seta. Su uno dei piccoli comodini era stato lasciato un cestello d’argento pieno di ghiaccio e una bottiglia di champagne. Si chiese chi della rivista le avesse organizzato quell’accoglienza. Elliot non avrebbe pensato a essere tanto gentile, e Heather avrebbe detestato tutte quelle spese extra e inutili. Allora pensò che ci fosse la mano di Nina. Non erano state in buoni rapporti dopo il pasticcio durante il viaggio a Parigi, in cui l’amica si era tanto concentrata sul risultato da dimenticarsi che Keira era una persona con pensieri e sentimenti. Ma poi notò un bigliettino vicino al cestello dello champagne. Lo prese e lo aprì.

      Benvenuta a bordo, Keira Swanson! Vorremmo cogliere l’occasione per esprimere la nostra più profonda gratitudine alla sua rivista per aver scelto la nostra compagnia di crociere per il suo più recente articolo. Siamo grandi fan del Viatorum e non vediamo l’ora di apparire nel vostro prossimo numero.

      Keira smise di leggere, accantonando il biglietto. Quindi lo champagne non veniva dai suoi affezionati colleghi di lavoro, ma dalla compagnia di crociere, in un tentativo di lusingarla perché ne scrivesse commenti positivamente. Tutto il tour sarebbe stato una faccenda promozionale? Una specie di scambio di favori tra società?

      Afferrò il telefono e mandò un messaggio a Nina.

      La compagnia di crociere ci fa pubblicità?

      Nina rispose rapidamente.

      Finanziano il tuo viaggio. Credevo che Elliot te lo avesse detto.

      Keira sospirò. Quindi l’articolo era solo una grossa pubblicità? Sarebbe stato meglio se glielo avessero detto in anticipo. Almeno così si spiegava perché Elliot avesse prenotato il viaggio senza chiederglielo come aveva promesso di fare l’ultima volta. Non voleva sembrare una bambina viziata, ma il Viatorum stava davvero esagerando. Aveva la sensazione che le loro pretese nei suoi confronti crescessero a vista d’occhio, mentre i riguardi per lei svanivano sempre di più.

      Mandò un altro messaggio a Nina.

      Come faccio a scrivere di una nave da crociera? Una barca non è un paese.

      Quando Nina le rispose, le sue parole la sconvolsero.

      Non ci serve il Grande Romanzo Americano. Non è Sulla Strada. Basta che dici qualcosa di carino così verremo tutti pagati.

      Keira fece una smorfia e mise via il cellulare. Nina era di cattivo umore. Di nuovo. Non voleva rovinarsi il divertimento, quindi accantonò l’irritazione.

      Proprio allora qualcuno bussò alla sua porta. Keira si accigliò e l‘aprì. In piedi, di fuori, c’era un giovane uomo vestito come il portiere di un albergo. Capì subito che doveva essere un rappresentante dalla compagnia di crociere, mandato lì per farle una sviolinata. Non aveva davvero voglia di ascoltare la sua tiritera.

      “Salve, mi chiamo Vince,” esordì il ragazzo, sorridendo e porgendole la mano. Keira la strinse con poco entusiasmo. “Sono venuto a lasciarle qualche brochure della nostra nave,” continuò lui. “La Revontulet, che è la parola finlandese che significa Aurora Boreale.”

      Keira si sentì tornare di buonumore. Era emozionata di sapere che di lì a pochi giorni avrebbe visto il famoso spettacolo di luci!

      Accettò le brochure da Vince, molto più bendisposta.

      “Grazie. E anche per lo champagne. È stato un bel tocco.”

      Vince annuì, facendo rimbalzare il cappellino con il movimento. “Il suo minibar è anche stato rifornito di liquori e snack, tutti offerti dalla casa, ovviamente.”

      Keira fece un sorrisino. Cercavano di comprarsi la sua benevolenza a partire dallo stomaco. Era una buona strategia, doveva ammetterlo.

      Vince rimase fermo sulla soglia. “Se gradisce fare un tour, posso tornare quando le è più comodo per mostrarle le strutture.”

      “Va bene così,” disse Keira, rifiutando l’offerta. “Preferisco esplorare da sola.” Sollevò le brochure che le aveva lasciato. “Oltretutto, qui ho tutte le informazioni che mi servono.”

      “Okay. Se le serve qualcosa, basta che venga al banco informazioni e chieda di Vince.”

      “Lo farò,” rispose Keira, sapendo che di non lo avrebbe fatto di certo.

      Chiuse la porta e iniziò a sfogliare le brochure. All’interno c’erano tutti i dettagli sulle attività da godersi a bordo della nave: c’erano spettacoli comici, eventi musicali dal vivo, il karaoke, balli, persino un cinema! Non le sarebbero mancati gli eventi con cui distrarsi, pensò ironicamente. Sarebbe stato difficile combattere la procrastinazione a bordo della Revontulet.

      Poi le brontolò lo stomaco, per ricordarle che una dieta a base di cibo da aeroplano non era affatto sufficiente per sostenerla tutta una giornata. Cercò le informazioni sui pasti. La cena sarebbe stata servita nella sala da pranzo principale. Ancora una volta, non riuscì a non pensare al Titanic.

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