Una Amore Cosi’ Grande . Sophie Love
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Читать онлайн книгу Una Amore Cosi’ Grande - Sophie Love страница 13

СКАЧАТЬ cercando di stupirla.

      Ma poi notò qualcosa di strano nei delfini, nei loro musi. Anche da quella distanza, riusciva a distinguere le loro espressioni stranamente umane, e le diverse sfumature dei loro occhi. Uno aveva gli stessi penetranti occhi blu di Shane, e anche il suo sorriso sghembo. Un altro aveva profondi occhi color del cioccolato, e una dolcezza nell’espressione che le ricordò Cristiano. E un altro ancora aveva un’espressione sperduta, e un grande dispiacere e pentimento nello sguardo. Zachary.

      Non appena ebbe notato quella somiglianza, le loro aggraziate acrobazie si trasformarono in qualcosa di diverso. Non più una routine coordinata, ma uno spettacolo aggressivo. Uno sfoggio di virilità. Il delfino Cristiano si gettò di testa verso Zachary, rompendogli il naso, o il muso, o come si chiamasse quella parte del corpo in un delfino. Poi Zachary lo colpì a sua volta, agitando la coda sia verso Cristiano che Shane. Il delfino Shane si alzò all’indietro sulla coda, agitando le grandi pinne come se fosse tutto uno scherzo. Poi si buttarono uno sull’altro, facendosi a brandelli mentre lei guardava inorridita, colorando di rosso le acque blu dell’oceano sotto i suoi occhi.

      Cercò di gridare: “Smettetela! Non è una gara!” Ma la sua voce fu portata via dal vento.

      Poi un nuovo pericolo catturò la sua attenzione. Diretta di gran carriera tra le onde, verso i delfini combattenti, c’era una enorme balena. Non sapeva chi fosse quell’animale, uno sconosciuto, ma si muoveva con risolutezza e una determinazione assassina. I suoi ex-delfini erano tanto impegnati ad attaccarsi l’un l’altro che non notarono nemmeno l’avvicinarsi della balena fino a quando non fu su di loro. In un enorme boccone, li mangiò tutti e tre. Poi svanì sotto le onde, creando un mulinello con il suo tuffo, lasciandosi dietro nient’altro che acqua insanguinata a dimostrazione che fosse mai successo qualcosa.

      Keira si svegliò di colpo. Stava sudando, e aveva il collo bloccato in una posizione dolorosa. Se lo strofinò, riabituandosi alla luce della cabina, ai suoni e agli odori dell’aeroplano in volo attorno a lei: il fruscio dei pacchetti di patatine, le allegre chiacchiere dei vacanzieri emozionati, il ronzio dei potenti motori. Tornando alla fine in sé, Keira iniziò a ridacchiare.

      Che strana, la sua mente! Trasformare in delfini i suoi ex… ma poi si chiese che cosa significasse la balena. Non un nuovo fidanzato, si disse. Non era nei piani, dopo tutto. Stabilì che la balena era il simbolo della sua carriera, del modo in cui avrebbe dato la priorità a se stessa e in cui avrebbe dimenticato i ex per poter eccellere. Non c’era nessuna relazione di ripiego all’orizzonte. Almeno, era quello il piano…

      CAPITOLO SETTE

      Keira atterrò a Berlino, in Germania, da dove la nave sarebbe salpata, diverse ore più tardi. Non aveva ancora superato del tutto lo strano e buffo sogno che la sua mente le aveva mostrato sull’aeroplano, quindi le servì una certa concentrazione per tornare al mondo reale.

      Attraversò l’aeroporto Tegel di Berlino, recuperando la sua valigia e seguendo i cartelli che sperava l’avrebbero portata all’uscita. Quella volta trovò piacevole essere da sola. Nessuna guida che le mostrasse dove andare, o che alleggerisse la sua responsabilità. Quella volta era solo lei, e ciò la faceva sentire potente.

      Uscì dall’aeroporto e fermò un taxi. L’autista era sulla cinquantina, con capelli che andavano ingrigendosi e un’espressione severa. Ma il suo atteggiamento era molto più amichevole di quanto suggerisse il volto aspro.

      “Parteciperà alla crociera per la Scandinavia?” chiese in un inglese perfetto e con solo il più vago accenno di accento.

      “Esatto.” Keira si illuminò. “Sono così emozionata.”

      “Mi piacerebbe andarci un giorno,” disse lui. “Purtroppo è un po’ troppo costosa per un tassista. Le dispiace se le chiedo che lavoro fa?”

      “Oh, sono una scrittrice,” spiegò Keira. “È tutto pagato dalla mia compagnia.”

      “È molto fortunata,” replicò lui. “Che cosa scrive?”

      “Articoli di viaggio. Beh, più o meno. Sono un po’ un misto, viaggio e sentimenti.”

      Dai sedili posteriori, lei vide il suo riflesso nello specchietto retrovisore mentre l’uomo sollevava le sopracciglia.

      “Viaggio e sentimenti?”

      “Lo so, sembra strano. Ma si tratta più che altro di resoconti personali sui paesi e sulle mie esperienze, con i miei appuntamenti, le cose nuove che provo, e gli incontri con degli uomini. C’è un po’ di tutto, ma sto iniziando a farmi un certo seguito.”

      “Ho una strana domanda,” disse lui. “Non è che scrive per quella rivista dal nome che sembra latino, vero? Viadus, o una cosa così?”

      “Viatorum,” lo corresse Keira, leggermente sorpresa che avesse sentito parlare della sua pubblicazione newyorkese persino lì in Germania. Ma d’altra parte, pubblicavano anche online e chiunque al mondo poteva accedere ai loro contenuti tramite Internet. “Ne ha sentito parlare?”

      “Mia moglie l’adora,” rispose il tassista, con aria frustrata. “Lei è la donna sulla copertina, non è vero? Ora riconosco il suo volto.”

      La copertina. Con Cristiano. Keira gemette. Sapeva che un giorno quell’immagine sarebbe tornata a perseguitarla, ma aveva lasciato che Nina ed Elliot facessero come preferivano. Ora se ne pentiva.

      “Sì, sono io,” disse, stringendosi nelle spalle in maniera difensiva.

      “È colpa sua se la porterò a Parigi per il suo compleanno,” commentò l’uomo, giovialmente, nonostante il suo tono fosse in completo disaccordo con l’espressione severa. “Fantastico, così la prossima volta vorrà andare in crociera. Lei mi manderà in bancarotta.”

      “Mi spiace,” borbottò Keira.

      Guardò fuori dal finestrino, cercando di distogliere la propria attenzione da quella conversazione imbarazzante e di spostarla sulla vista della nuova città straniera che le stava scorrendo accanto.

      Berlino era incredibile. Keira aveva sentito dire che la città si era reinventata e aveva superato la sua storia travagliata, ma non si era aspettata che fosse così vibrante e artistica. Sembrava giovane e cosmopolita, come certe zone più pittoresche di New York.

      Il suo autista doveva averla notata mentre fissava fuori, perché le disse: “Presto passeremo vicino a una parte del muro.”

      Keira non aveva saputo se sarebbe riuscita a dare uno sguardo al muro che un tempo aveva diviso la Berlino dell’Est da quella dell’Ovest, separando famiglie e spaccando in due la città per affiliazione politica. Tremò quando apparve all’orizzonte, un relitto sgretolato che il popolo tedesco aveva fatto a pezzi con le sue stesse mani. Sua madre aveva visto quell’evento storico al telegiornale, ed era orgogliosa di essere stata testimone di un momento di tale trionfo. A quella vista Keira si commosse e scattò una foto con il cellulare per poterla mostrare a Mallory, quando si sarebbero riviste a Natale.

      Il taxi continuò ad avanzare, avvicinandosi sempre di più al porto. Keira notò la nave persino a quella distanza. Era enorme, una mostruosità bianco brillante. Si sentì le farfalle allo stomaco per l’emozione.

      Il suo autista si fermò in un parcheggio temporaneo. Keira prese qualche euro dalla busta fornitale da Heather e glielo tese da sopra una spalla.

      “Saluti СКАЧАТЬ