Una Amore come il Loro . Sophie Love
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СКАЧАТЬ bene,” disse al telefono. “Hai vinto, mamma. Saremo da te alle otto.”

      “Alle sette,” la corresse la madre.

      “Alle sette,” ripeté cupa Keira.

      “Oh, ma che meraviglia!” esclamò la donna. Ma Keira spense la telefonata prima ancora che finisse di parlare. Alzò lo sguardo su Cristiano. “Non devi essere educato a tutti i costi, lo sai.”

      L’uomo scoppiò a ridere. “Non voglio essere educato, Keira. Mi piacerebbe davvero incontrare tua madre.”

      “Cucinerà le lasagne,” aggiunse Keira con tono secco. “Posso solo immaginare che sia perché tu sei italiano.”

      “Beh, è perfetto,” rispose lui. “Perché io adoro le lasagne.”

      Keira sospirò. Magari Cristiano era pronto a incontrare altri membri della sua pazza famiglia, ma lei non lo era di certo. Averlo lì stava diventando sempre più stressante ogni secondo che passava.

      CAPITOLO CINQUE

      Mallory Swanson viveva ancora nello stesso appartamento dove aveva cresciuto le sue due figlie. Keira provava sempre uno strano senso di nostalgia ogni volta che tornava a casa. Anche se la sua infanzia era stata piena d’amore e di allegria, l’assenza del padre era sempre stata percettibile. Che lui avesse vissuto in quella casa con Bryn e sua madre prima che Keira nascesse era stato un pensiero continuamente presente nella sua mente, perché poco dopo la sua nascita aveva lasciato la famiglia. Lei aveva sempre vissuto sentendosi come se il suo spirito si aggirasse in casa, come se le cose non fossero proprio come dovessero essere.

      Lei e Cristiano presero un taxi direttamente in città. Keira non era voluta tornare all’appartamento di Bryn per sopportare un viaggio in tre, tutti stretti in un auto, quindi aveva detto alla sorella che l’avrebbero incontrata lì. Almeno la capacità di Bryn di arrivare in orario era pessima e così avrebbero avuto un po’ di tempo per loro, una volta giunti a destinazione.

      Salirono i gradini del palazzo di mattoni rossi. L’appartamento a piano terra era abitato dalla stessa donna anziana che vi aveva vissuto per tutta la sua vita. I suoi numerosi gatti erano sdraiati sul marciapiede o erano seduti sulle ringhiere a miagolare ai passanti.

      Keira premette il campanello e un momento più tardi sua madre apparve alla porta. Indossava un grembiule macchiato sopra i vestiti e aveva i capelli in disordine.

      “Eccola qui! La mia figlia nomade!” gridò Mallory. Gettò le braccia attorno a Keira e la strinse forte. Poi la lasciò andare e guardò Cristiano. “Beh, ma tu sei veramente affascinante!” esclamò di getto. Abbracciò anche lui. “Ora, veloci, entrate in casa. Ho lasciato le lasagne nel forno e non voglio che si brucino.”

      Li sospinse nel palazzo. Keira salì la squallida scalinata che portava all’appartamento del primo piano. Sembrava più stretta del solito, e le pareti verde scuro più macchiate di quanto si ricordasse. Non era d’aiuto il fatto che la maggior parte delle lampadine nel corridoio erano fulminate. Dava all’ambiente un’atmosfera da film horror.

      Arrivarono all’appartamento e furono subito assaliti dal calore irradiato dal forno. L’odore forte del formaggio permeava l’aria.

      “Quindi è qui che sei cresciuta?” chiese Cristiano, guardandosi educatamente attorno nel modesto appartamento di Mallory.

      Keira annuì. Era estremante diverso dalla villetta dei suoi genitori sulle colline di Firenze. Non c’era un solo mobile in casa che sembrasse provenire dalle pagine di una rivista d’arredamento alla moda. Non si poteva nemmeno dire che la casa fosse shabby-chic. Era solo shabby, trasandata.

      Si sentì opprimere dal peso della vergogna. Si era impegnata duramente a scuola e al college proprio per lasciarsi alle spalle quel tipo di vita. Temeva che l’impressione che stava dando di sé a Cristiano fosse diversissima da ciò che si doveva essere aspettato quanto aveva accettato di salire sull’aereo con lei. Altro che importante giornalista di New York. Ormai non poteva più nascondere le sue umili origini.

      “Perché non vi accomodate?” gridò Mallory al di là di una spalla mentre si rimetteva al lavoro in cucina.

      Keira fece cenno verso il tavolo. Sua madre lo aveva coperto con una strana tovaglia di plastica. Cristiano si sedette su una delle sedie. Keira la notò ondeggiare sotto di lui, ma ovviamente l’uomo era troppo educato per dire qualcosa.

      Mallory tornò con un piatto da portata fumante e lo appoggiò sul tavolo. La lasagna era una visione agghiacciante, il sugo di pomodoro ribolliva attraverso la pasta e il formaggio era bruciato agli angoli. Doveva essere tutta un’altra cosa rispetto a ciò a cui era abituato Cristiano in Italia!

      “Che cosa sono quelle?” chiese Keira, indicando delle piccole escrescenze rotonde sulla superficie.

      “Nocciole,” disse Mallory.

      “Sopra una lasagna?” domandò lei, accigliandosi.

      “L’ho letto in una rivista,” rispose ambiguamente la madre.

      Keira si sentì diventare sempre più pesante.

      “Non dovremmo aspettare Bryn?” chiese alla donna.

      “Le ho detto di essere qui alle sette,” disse Mallory. “Sa leggere l’orologio. È colpa sua se non è arrivata in tempo.” Fece un sorriso a Cristiano e gli versò un bicchiere di vino. “Spero che ti piaccia il rosé.”

      Keira si fece ancora più piccola nella sua sedia, ripensando a quanto lui conoscesse bene il vino e come sapesse quale tipo si abbinasse a ogni piatto. Ma non c’era bisogno di essere un esperto per sapere che il rosé non andava con niente!

      Educatamente, Cristiano sollevò il suo bicchiere di vino tinto di rosa.

      “Al nostro affascinante ospite,” annunciò Mallory, e brindarono tutti e tre.

      Keira era così imbarazzata che avrebbe voluto sparire.

      La porta si aprì e in quel momento entrò Bryn. Qualsiasi segno del doposbornia di cui avrebbe dovuto soffrire era completamente svanito. I suoi occhi erano brillanti, i capelli puliti e lucidi, e si era vestita per fare colpo.

      A volta Keira non poteva fare a meno di essere gelosa della bellezza della sorella. Quei sentimenti erano alimentati dai ricordi di tutti gli anni in cui i ragazzi avevano fatto follie per lei. L’unico punto a suo favore era che la sorella era un po’ instabile, ma non si capiva semplicemente guardandola. A un primo sguardo la gente pensava che fosse una modella, tutta grazia ed eleganza.

      Bryn si sedette al tavolo con un gesto plateale e si servì una grossa porzione di lasagna.

      “Oggi ho fatto un’ora e mezza di palestra,” si vantò. “Ho il permesso di esagerare.”

      Keira non riusciva a ricordare l’ultima volta che era stata in palestra. In effetti, gli ultimi due mesi erano stati un turbinio di bevute e mangiate. Tra le Guinness e le colazioni fritte in Irlanda, e la pasta e i gelati in Italia, era sorpresa di non essere diventata obesa. Era solo grazie alle colline italiane e ai percorsi fangosi irlandesi se era riuscita a mantenere una qualsiasi forma.

      “Ti alleni spesso?” chiese Cristiano a Bryn. Sembrava СКАЧАТЬ