Un Amore come Quello . Sophie Love
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Un Amore come Quello - Sophie Love страница 5

СКАЧАТЬ pigiò alcuni pulsanti e poi riappoggiò trionfante il cellulare sul tavolino da caffè. “Fatto.”

      “Cosa?” gridò lei, inorridita, riprendendolo subito. “Hai richiesto un giorno di malattia per me? Non ho mai preso un giorno di malattia! Non sei per niente professionale, non riesco a credere che tu lo abbia fatto.”

      Ma quando controllò gli ultimi messaggi del telefono, scoprì che Bryn non aveva contattato il suo ufficio, bensì Nina, l’amica di Keira ed editrice della rivista. Lesse il messaggio che le aveva mandato.

      Shane mi ha mollato. La mia vita è finita. Aiuto.

      Keira fece una smorfia poco felice, e lanciò un’occhiataccia alla sorella. Bryn si limitò a scrollare le spalle con insolenza. Un secondo più tardi, il cellulare di Keira vibrò con l’arrivo della risposta di Nina.

      Andrà tutto bene. Dirò a Elliot che faremo una riunione fuori dall’ufficio. Un caffè alle dieci?

      L’espressione di Keira si addolcì. Forse Bryn non era del tutto deleteria.

      “Nina viene a trovarmi,” disse, mettendo via il telefono. “Adesso sei contenta?”

      “Sì,” rispose Bryn. “Ora devo solo dire al mio capo che oggi non vado a lavoro.”

      “Non sei costretta a farlo.”

      “Oh, ti prego, ogni scusa è buona,” ribadì Bryn.

      Keira si arrese. A volte discutere con sua sorella era inutile. Anche se non era la persona migliore con cui sfogarsi, era brava a mettersi al primo posto e occasionalmente quell’abitudine giocava a favore degli altri.

      Qualche tempo più tardi le sorelle uscirono insieme dall’appartamento avvolte in caldi indumenti autunnali, e si avviarono in strada fino al bar in cui avevano deciso di incontrare Nina. Era ancora molto presto. Quando arrivarono, il locale aveva appena aperto per la giornata. Furono le prime a entrare.

      Bryn ordinò cappuccini e muffin dietetici per entrambe e guidò Keira fino al morbido divano in pelle. Un momento più tardi entrò anche Nina.

      “Keira,” esclamò, con espressione addolorata.

      Si accomodò e abbracciò stretta l’amica, dandole subito conforto. Forse dopo tutto saltare il lavoro era stata una buona idea, anche se si fece un appunto mentale di non prendere quell’abitudine. Non era assolutamente professionale, anche se Bryn e Nina non sembravano pensarlo. Ma tanto con ogni probabilità non le sarebbe mai più capitato, dato che stava per iniziare una vita di celibato e quindi non avrebbe avuto altre occasioni di prendersi un giorno per curare il proprio cuore ferito…

      “Dio, non riesco a credere che Shane sia stato tanto stronzo,” iniziò Nina.

      Keira scosse la testa. “Non è così.”

      L’amica le lanciò un’occhiata impassibile. “Come fa a non essere così? Ti ha fatta innamorare di lui, e poi una settimana prima del vostro ritrovo ti molla?”

      “Beh, se la metti così,” disse Keira. “Ma credimi, non è così che è andata. Suo padre si è ammalato. Si è trovato, non lo so, a riconsiderare la nostra situazione.” Si sentì di nuovo sull’orlo delle lacrime. “Per favore, possiamo non parlarne? Non voglio trovarmi a dover difendere l’uomo che mi ha spezzato il cuore.”

      Nina si interruppe e sembrò riflettere sulle sue parole. “Forse è stato meglio così,” disse. “In ogni caso presto Elliot ti manderà all’estero per un nuovo incarico. Forse incontrerai un altro uomo. Uno anche meglio Shane.”

      “È l’ultima cosa che voglio, adesso,” rispose Keira tristemente, appoggiando con pesantezza il mento su una mano. “Non so cos'altro potrebbe sopportare il mio cuore. Passare direttamente da Zach a Shane, e poi a qualcun altro che magari mi tratterà da schifo? Non credo proprio. Avevo ragione a volermi concentrare solo sulla carriera. Il mio lavoro non mi dirà mai che se le cose fossero state diverse avrebbe anche potuto sposarmi.”

      Nina sussultò. “Shane ha detto così?”

      Keira annuì, sentendosi più depressa e demoralizzata che mai.

      Nina le strinse di nuovo il braccio attorno alle spalle. “Sei giovane. Troppo giovane per sistemarti. C’è un mondo enorme là fuori e tu ne hai visto solo una piccolissima parte.”

      “Grazie,” concordò Bryn. “È quello che le ho detto anche io. Ha meno di trent’anni, santo cielo. Aspetta almeno di aver superato la trentina.”

      Nina sollevò un sopracciglio. “Facciamo la quarantina,” disse seccamente. “E poi qualche altro anno per buona fortuna. Io non ho alcuna fretta di mettere su famiglia, nonostante quello che dicono i media sul mio orologio biologico.”

      “I media?” intervenne scherzosa Keira. “Vuoi dire quelli come noi? Siamo giornaliste dopo tutto. È il nostro lavoro dire alla gente che cosa deve desiderare. Come l’amore,” aggiunse amaramente.

      Nina scoppiò a ridere e Keira si sentì un po’ meglio. Lanciò un’occhiata fuori dalla vetrina, verso le strade affollate di New York, piene di gente diretta a lavoro, persone di ritorno a casa dopo feste durate tutta la notte, alcune in abiti costosi, altre con magliette decorate da slogan buffi. Vide moltissime razze e nazionalità, e ogni capigliatura immaginabile. Tutti si affrettavano, lottando contro i venti freddi portati dall’autunno.

      Studiandoli, Keira si rese conto di quanto amava la sua città. Non sarebbe mai stata felice di vivere in Irlanda. Shane aveva ragione. Non si sarebbe mai trasferita altrove. Lei era una newyorkese, al cento percento. La città le scorreva praticamente nelle vene.

      Riportò la sua attenzione su Nina e Bryn.

      “Quindi, come ha preso Elliot la mia assenza dall’ufficio, oggi?” chiese a Nina, più che pronta a cambiare l’argomento di conversazione.

      Nina mescolò il suo caffè. “A dir la verità, mi è sembrato un po’ distratto. L’ho sentito nel mezzo di una discussione accesa a telefono l’altra sera, mentre lavoravo fino a tardi. Credo che qualcuno stia cercando di acquistare la rivista.”

      Keira sollevò le sopracciglia per la sorpresa. “Ma non può succedere. Elliot non lo farebbe mai. Lui ama il Viatorum. A volte anche troppo.”

      Nina si limitò a scrollare le spalle e a prendere un sorso del suo caffè. “A volte non c’entra quanto si ama una cosa. Se una delle maggiori società crea una rivista rivale della nostra, copiandoci il modello ma usando tutte le sue risorse economiche e contatti per promuoversi e sopraffarci, Elliot non potrà fare altro che vendere. A volte l’unico modo in cui un indipendente come il Viatorum può rimanere in attività è che il capo, Elliot, accetti un compromesso sulla proprietà.”

      “Ma per lui sarebbe una retrocessione, giusto?” chiese Keira. “Passerebbe dall’esserne il proprietario a cosa, il semplice amministratore?”

      Nina reclinò la testa di lato. “Non sarebbe del tutto negativo. Così potrebbe fare più soldi. Avrebbe solo dei superiori a cui rispondere. Probabilmente perderebbe un po’ di libertà creativa.” Si scrollò di nuovo. “In effetti, è sicuro che perderebbe una parte di libertà creativa.”

      Keira si morse il labbro, riflettendo sulla premonizione di Nina. Perché СКАЧАТЬ