Название: Un Amore come Quello
Автор: Sophie Love
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные любовные романы
Серия: Le Cronache Dell’amore
isbn: 9781640293908
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Keira era euforica, come se stesse camminando sulle nuvole. Non aveva mai avuto un proprio ufficio, né una targa sulla porta.
“Va bene per te?” chiese Elliot.
“È incredibile!” rispose Keira, entrando e facendo una piroetta. La stanza non aveva esattamente le dimensioni giuste per un arabesque, ma per lei non aveva nessuna importanza.
“Abbiamo adottato una politica della porta aperta,” aggiunse Elliot. “A meno che non si stia svolgendo una riunione o una telefonata. Abbiamo votato mentre eri in ferie.”
Keira lo fissò con un’espressione sorpresa ma felice.
Non riusciva nemmeno a immaginare come potesse essere un sistema di votazione al Viatorum! Ai tempi di Joshua bastava che lui abbaiasse i suoi ordini e tutti obbedivano. Se ti chiamava in ufficio durante una festività nazionale, che fosse Natale, Hannukkah, Eid, o qualsiasi altra celebrassi, dovevi presentarti o eri licenziato. Keira era così felice che anche gli scrittori junior avessero una loro voce adesso.
“Ti hanno già presentato Lance?” continuò Elliot.
“Lance?” ripeté Keira. “No, è uno scrittore nuovo?”
Elliot scoppiò a ridere. “È il tuo nuovo capo,” annunciò.
“Oh,” rispose Keira, accigliandosi. “Pensavo che fossi tu il mio nuovo capo.”
Il pensiero di un’altra persona al comando la preoccupò. E se si fosse rivelato un altro Joshua? E se le loro visioni creative non avessero combaciato?
Elliot scosse il capo. “Non posso essere qui ventiquattro ore su ventiquattro. Nonostante tutti i suoi difetti, Joshua era molto zelante. Mi serve qualcuno sul campo anche quando non posso esserci io, ed è per questo che ho incaricato Lance. Ma non preoccuparti, ti piacerà. È l’opposto di Joshua, te lo garantisco.”
Lei lo seguì fuori dall’ufficio e nella sala conferenze, dove il suddetto Lance li stava già aspettando. Elliot aveva ragione, era il contrario di Joshua, almeno a prima vista. Era un uomo basso e robusto, che indossava un abito vecchio e sformato e aveva i capelli tutti scompigliati. Quando vide entrare
Keira le rivolse un ampio sorriso, un gesto che richiedeva muscoli che probabilmente Joshua non aveva nemmeno, e le tese la mano. Lei gliela strinse.
“Tu devi essere la star del Viatorum,” iniziò Lance. “L’eroina, Keira Swanson.”
Keira ridacchiò un po’ in imbarazzo. “Non esageriamo.”
“Non è un’esagerazione,” disse lui, riaccomodandosi sulla sua poltrona e invitando Keira ed Elliot a fare lo stesso con un gesto. “Ho letto tutti i tuoi vecchi pezzi e devo dire che hai un gran talento.”
“Grazie,” disse Keira arrossendo.
Non era abituata a ricevere complimenti. Elliot li concedeva raramente, Joshua mai. Ancora non sapeva come prenderli, come rispondere in modo appropriato ma senza sembrare arrogante.
Lanciò uno sguardo a Elliot mentre si sedeva accanto e lui e l’uomo le rispose con un’occhiata d’intesa, come per dirle: Te l’avevo detto che era tutto il contrario.
“Dunque, occupiamoci subito degli incarichi,” esordì Lance, battendo le mani. “Elliot ha preparato quello più succoso in assoluto.” Strofinò insieme le mani, sorridendo entusiasta. “La competizione sarà spietata!” Detto questo, saltò in piedi e corse alla porta. Con la voce più giuliva immaginabile chiamò: “È il momento degli incarichi, ragazzi e ragazze!”
Si scatenò un’attività frenetica mentre lo staff accorreva alla sala conferenze. Keira si sentì all’improvviso fuori luogo. Le cose erano molto cambiate, ma i ritmi erano sempre ugualmente veloci, a quanto pareva. E l’atmosfera competitiva non era svanita, era solo completamente diversa da quando Joshua era incaricato.
Mentre gli altri scrittori entravano nella sala, percepì fisicamente la loro fame e ansia di essere messi alla prova. Erano sempre state presenti ma in precedenza erano state offuscate dall’insicurezza. Senza Joshua a buttarli giù, insieme all’approccio amichevole e incoraggiante di Lance, gli altri scrittori del Viatorum avevano iniziato a fiorire, a dare il meglio di loro. Con sua sorpresa Keira si rese conto che la competizione alla rivista era più feroce che mai.
“Uno di voi fortunelli sta per ricevere il miglior incarico della propria vita,” annunciò Lance con un sorriso a trentadue denti. “Tre settimane di viaggio in Italia, e sto parlando di Firenze, la Toscana, Verona e Capri.”
Un bisbiglio eccitato, quasi elettrico, riempì la stanza.
Keira si agitò sulla sua sedia, desiderosa di ricevere quell’incarico. Non riuscì a impedirsi di immaginare quanto sarebbe stato fantastico visitare l’Italia, mangiare la vera pizza italiana e il gelato, piuttosto che l’imitazione offerta da Gino.
Quell’incarico era fatto chiaramente su misura per lei. Era l’unica persona ad avere esperienza con un lavoro simile. Ma dovevano desiderarlo tutti! Si era lasciata prendere da un falso senso di sicurezza, dopo gli applausi e il nuovo ufficio d’angolo. Ma sembrava che sotto sotto le cose fossero rimaste uguali, solo con una facciata differente. Si preparò alla lotta.
“Dunque,” disse Lance, congiungendo le mani davanti a sé. “Chi si dà disponibile?”
La mano di Keira si alzò immediatamente.
I giorni in cui si limitava ad aspettare che le occasioni le cadessero in grembo erano finiti. Ormai aveva fame di successo e non si sarebbe lasciata sfuggire quell’opportunità tra le dita. Oltretutto, quel viaggio le sarebbe servito per togliersi Shane dalla mente.
Ma con sua sorpresa, si accorse che nessun altro aveva alzato la mano. Confusa, Keira guardò un volto dopo l’altro, vedendo che si erano tutti voltati verso di lei. E che stavano sorridendo.
“Che cosa sta succedendo?” chiese, riabbassando la mano.
Lance scoppiò in una calda risata. “È per te!” esclamò. “È ovvio. Ti stavamo solo facendo uno scherzo.”
Tutti iniziarono a ridere. Keira si guardò intorno, completamente scioccata. Da quando il Viatorum era diventato un posto in cui si facevano scherzi tra colleghi?
“Vuoi dire che hai sempre avuto l’intenzione di affidarlo a me?” domandò.
“Certo!” rispose Lance, continuando a ridere di gusto.
E con grande stupore di Keira, tutti l’avevano presa con spensieratezza. Sembravano felici per lei. Non c’era più invidia, nessuna spietatezza.
“Anche loro hanno già ricevuto degli ottimi incarichi,” spiegò Lance. “Non ti preoccupare di questo. Non mi piacciono le lotte intestine sul posto di lavoro, non le posso sopportare. Ognuna ha i propri punti di forza. E il tuo è viaggiare all’estero e scrivere degli articoli magnifici.”
Keira voleva darsi un pizzicotto. Era un sogno? Stava ancora dormendo sul divano scomodo di Bryn, fantasticando sul suo giorno di ritorno a lavoro ideale?
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