Название: Sogno Da Mortali
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: L’Anello Dello Stregone
isbn: 9781632912688
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“Appartiene al diavolo!” gridò uno di essi.
“Io non la tocco!” strillò un altro.
“Non importa,” disse uno pirata girando la schiena. “Ci sono un sacco di altre armi tra cui scegliere.”
“E il mio dito?” gridò il pirata in agonia.
Gli altri risero ignorandolo e si concentrarono invece sulle altre armi, lottando tra essi per accaparrarsele.
Thor riportò la sua attenzione alla spada vedendola ora posata lì, così vicina a lui, ad allettarlo dall’altra parte delle fessure. Cercò un’altra volta di liberarsi con tutte le sue forze, ma le funi non cedevano. Le avevano legate proprio bene.
“Se potessimo solo prendere le nostre armi,” sibilò Indra. “Non posso sopportare la vista di quelle mani sudice sulla mia lancia.”
“Forse posso esservi di aiuto,” disse Angel.
Thor e gli altri si voltarono verso di lei scettici.
“Non mi hanno legata come voi,” spiegò Angel. “Avevano paura della mia lebbra. Mi hanno legato le mani, ma poi hanno lasciato stare. Vedete?”
Angel si alzò in piedi mostrando i polsi legati dietro alla schiena, ma il piedi liberi che le permettevano di camminare.
“Ben poco vantaggio per noi,” disse Indra. “Sei pur sempre chiusa qua sotto insieme a tutti noi.”
Angel scosse la testa.
“Non capisci,” disse. “Sono più piccola di tutti voi. Posso stringermi e passare attraverso quelle fenditure.” Si voltò verso Thor. “Posso riuscire a prendere la tua spada.”
Lui la guardò, impressionato dal suo coraggio.
“Sei molto coraggiosa,” le disse. “Ti ammiro per questo. Ma sarebbe pericoloso per te. Se ti scoprono lì, potrebbero ucciderti.”
“O peggio,” aggiunse Selese.
Angel li guardava fiera e con insistenza.
“Morirei comunque, Thorgrin,” rispose Angel. “L’ho imparato tanto tempo fa. Me l’ha insegnato la mia vita. Me l’ha insegnato la mia malattia. La morte non mi preoccupa: solo vivere conta per me. E vivere liberi, svincolati dai legami degli uomini.”
Thor la guardò ispirato, stupito dalla sua saggezza, così profonda data la sua giovane età. Sapeva già tante cose sulla vita, più di tanti grandi maestri che aveva incontrato.
Thor annuì con solennità. Poteva scorgere lo spirito guerriero in lei e non aveva intenzione di trattenerlo.
“Allora vai,” le disse. “Fai in fretta e in silenzio. E se vedi qualsiasi segno di pericolo, torna da noi. Mi interessa più di te che della spada.”
Angel si illuminò, incoraggiata. Si voltò rapidamente e attraversò di corsa la cella procedendo goffamente con le mani dietro alla schiena, fino a raggiungere le fenditure. Si inginocchiò e guardò fuori sudando e sgranando gli occhi per la paura.
Alla fine, vedendo una possibilità, infilò la testa in uno spazio tra le tavole abbastanza largo da farla passare. Scivolò tra le assi spingendosi con i piedi.
Un attimo dopo era scomparsa dalla cella e Thor poté vederla in piedi sul ponte. Gli batteva forte il cuore in petto e pregava per la sua salvezza, pregava che riuscisse a prendere la spada e a tornare da lui prima che fosse troppo tardi.
Angel si alzò in piedi, si accucciò e si diresse rapidamente verso la spada. Allungò un piede scalzo, lo posò sull’elsa e la fece scivolare.
La spada fece un forte rumore scivolando sul ponte, verso la cella. Era a pochi centimetri dalla fessura quando improvvisamente una voce squarciò l’aria.
“La piccola schifosa!” gridò un pirata.
Thor vide tutti i pirati voltarsi verso Angel e correre verso di lei.
Anche Angel si mise a correre cercando di tornare, ma la presero prima che potesse farcela. La afferrarono e la sollevarono e Thor li vide camminare con lei verso il corrimano, come se fossero pronti a gettarla in mare.
Angel riuscì a sollevare con forza un tallone e si udì un forte gemito risuonare non appena colpì le gambe di un pirata. L’uomo che la teneva ansimò e la lasciò. Angel, senza esitare, corse attraverso il ponte, raggiunse la spade e le diede un calcio.
Thor guardò, entusiasta, mentre la spada scivolava nella fessura e atterrava nella cella, proprio ai suoi piedi, con un tonfo.
Si udì un grido mentre uno dei pirati tirava un manrovescio ad Angel. Gli altri la sollevarono e la portarono verso il corrimano, pronti a gettarla nell’oceano.
Thor, sudando e avendo più paura per Angel che per se stesso, abbassò lo sguardo sulla spada e percepì subito un’intensa connessione con essa. Il loro legame era così forte che Thor non aveva bisogno di usare i suoi poteri magici. Le parlò come avrebbe fatto a un amico e sentì che essa lo ascoltava.
“Vieni da me, amica mia. Sciogli le mie corde. Fa che siamo ancora insieme.”
La spada prestò attenzione alla sua richiesta. Si sollevò improvvisamente in aria, fluttuò dietro alla sua schiena e tagliò le funi.
Thor si voltò immediatamente, afferrò l’elsa a mezz’aria e calò la spada tagliando anche le funi che aveva alle caviglie.
Poi balzò in piedi e tagliò le corde che tenevano legati gli altri.
Thor si voltò e si lanciò verso le fessure, sollevò un piede e diede un calcio alla porta di legno. La mandò in mille pezzi e si ritrovò alla luce del sole, libero, con la spada in mano e determinato a salvare Angel.
Thor corse sul ponte e si buttò contro gli uomini che stavano tenendo Angel che si dimenava tra le loro braccia con il terrore negli occhi mentre si avvicinavano al corrimano.
“Lasciatela andare!” gridò Thor.
Thor correva verso di lei, facendosi strada tra i pirati che gli si avvicinavano da ogni parte, colpendoli al petto prima che potessero anche solo cercare di tirargli un fendente: nessuno di loro era alla sua altezza, né poteva competere con la Spada della Morte.
Si fece strada in mezzo al gruppo, diede un calcio agli ultimi due uomini che gli si erano parati davanti e afferrò la camicia dell’ultimo pirata prima che lasciasse cadere Angel. Lo tirò verso di sé ritirando Angel al di qua del bordo della nave, poi gli storse il braccio così che l’uomo la lasciò andare. Angel atterrò sana e salva sul ponte.
Thor sollevò poi l’uomo e lo scagliò oltre il corrimano facendolo precipitare nell’acqua ghiacciata gridando.
Udì dei passi e si voltò vedendo decine di pirati che si accingevano a saltargli addosso. Non si trattava di una piccola barchetta ma di una grossa nave da professionisti, grande come una qualsiasi nave da guerra, quindi conteneva almeno cento pirati, tutti duri e abituati a uccidere da una vita in mare. Gli andavano tutti incontro chiaramente desiderosi di combattere.
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