Desiderata . Морган Райс
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Читать онлайн книгу Desiderata - Морган Райс страница 5

СКАЧАТЬ salire una collina, in un nuovo distretto, costituito da vicoli stretti e diversi bar. Mentre passava davanti ad un bar d'angolo, vide un uomo sdraiato per terra, ubriaco e privo di conoscenza, appoggiato contro il muro. La strada era deserta e, per un momento, Caitlin sentì una fame feroce prendere il sopravvento. Le sembrava che lo stomaco si spezzasse in due.

      Osservò l'uomo giacere lì e si concentrò sul suo collo: vide il sangue che gli pulsava all'interno. In quel momento, desiderava più di ogni altra cosa saltargli addosso e nutrirsi. Quella sensazione non era un impulso —era più un comando. Il suo corpo le urlava di farlo.

      Con le poche forze che le erano rimaste, Caitlin scelse di distogliere lo sguardo. Sarebbe morta di fame, piuttosto che fare del male ad un altro umano.

      Si guardò intorno e si chiese se ci fosse una foresta nelle vicinanze, un posto in cui potesse cacciare. Mentre camminava, ogni tanto aveva notato qualche strada sterrata e dei parchi nella città, ma non aveva visto nulla di simile ad una foresta.

      E, proprio in quell'istante, la porta del bar si spalancò, e un uomo uscì fuori o, per meglio dire, fu scaraventato all'esterno da uno dei buttafuori. Li maledisse e urlò contro di loro, chiaramente ubriaco.

      Poi si voltò e guardò Caitlin.

      Era robuto e lo sguardo diretto verso di lei denotava chiaramente cattive intenzioni.

      Caitlin si irrigidì, chiedendosi di nuovo, disperatamente, se qualcuno dei suoi poteri si sarebbe manifestato.

      Si voltò e fece per allontanarsi, camminando con passo svelto, ma sentì l'uomo seguirla.

      Un solo istante e, prima di riuscire a voltarsi, si ritrovò stretta in un forte abbraccio. L'uomo era più veloce e più forte di quanto avesse immaginato e poteva sentire il fetore del suo alito sulla sua spalla.

      Ma era anche ubriaco. Barcollò, nonostante la tenesse, e Caitlin si concentrò, richiamando alla mente quello che aveva imparato, poi si mosse lateralmente e se lo scrollò di dosso, facendo ricorso a una delle tecniche di combattimento che Aiden le aveva insegnato a Pollepel. L'uomo volò in aria, atterrando sulla schiena.

      Caitlin ebbe improvvisamente un flashback di Roma, del Colosseo, di quando aveva combattuto nell'arena dello stadio, sfidata da numerosi combattenti. Fu così vivido che, per un istante, si paralizzò, dimenticandosi di dove si trovava.

      Si riprese giusto in tempo. L'uomo ubriaco si alzò e, barcollando, la caricò di nuovo. Caitlin attese fino all'ultimo secondo, per poi schivarlo, e lui volò in aria, cadendo proprio sulla sua stessa faccia.

      Caitlin profittò dello stupore dell'uomo e, prima che questi si rialzasse, si affrettò ad allontanarsi. Era contenta di essersela cavata bene ma quell'incidente l'aveva scossa. La preoccupava il fatto di vivere ancora dei flashback legati a Roma. E non aveva nemmeno sentito la sua forza soprannaturale. Si sentiva ancora fragile come un'umana. Quel pensiero, più di ogni altra cosa, la spaventava. Era davvero sola ora.

      Dopo aver seminato l'aggressore, Caitlin iniziò a guardarsi intorno e a chiedersi dove sarebbe andata, che cosa avrebbe fatto. Le gambe le dolevano, tanto aveva camminato, e cominciò a provare un senso di disperazione.

      Poi, d'improvviso, la vide. Guardò verso l'alto e di fronte a lei c'era un'enorme collina. Sulla cima, si ergeva una grande abbazia medievale. Per qualche ragione che lei non riusciva a comprendere, si sentì attirata da essa. La collina appariva spaventosa, ma non aveva altra scelta.

      Caitlin salì l'intera collina, più stanca di quanto non fosse mai stata, e desiderò di poter volare.

      Alla fine, raggiunse le porte anteriori dell'abbazia, costruite in solida quercia. Quel luogo sembrava antico. Si meravigliò del fatto che, sebbene fosse il 1789, quella chiesa dovesse trovarsi lì da quelli che sembravano essere migliaia di anni.

      Non sapeva perché, ma quel luogo l'attirava. Non vedeva un altro posto dove andare; pertanto si fece coraggio e bussò leggermente alla porta.

      Non ci fu alcuna risposta.

      Caitlin provò a girare la maniglia e fu sorpresa di trovare la porta aperta. Entrò.

      L'antica porta si apì lentamente, e occorse un istante per far sì che gli occhi di Caitlin si abituassero al buio dell'interno della chiesa. Quando la vista glielo consentì, si guardò intorno e rimase stupita dalla grandiosità e dalla solennità del luogo. Era ancora notte fonda e questa semplice ed austera chiesa, fatta interamente di pietra ed adornata da vetrate colorate, era illuminata da grandi candele posizionate un po' ovunque: alcune sembravano appena accese, altre erano quasi spente. In fondo alla navata c'era un semplice altare, intorno al quale erano piazzate altre dozzine di candele.

      Per il resto, appariva vuota.

      Per un istante, Caitlin si chiese che cosa ci facesse lì dentro. C'era un motivo particolare? O la mente le stava giocando un brutto scherzo?

      Improvvisamente, una porta laterale si aprì e Caitlin trasalì.

      Fu molto sorpresa di vedere una suora —bassa, fragile, che indossava delle vesti bianche fluttuanti, con un cappuccio bianco – dirigersi verso di lei. La donna camminava lentamente, e non vi erano dubbi sul fatto che la volesse avvicinare.

      Si liberò il volto dal cappuccio, guardò verso di lei e sorrise. Aveva dei grandi e luminosi occhi blu, e sembrava fin troppo giovane per essere una suora. Caitlin sentì il calore che proveniva da lei. E comprese anche che era una della sua specie: una vampira.

      “Sorella Paine,” la suora disse dolcemente. “E' un onore averti qui.”

      CAPITOLO DUE

      Il mondo appariva surreale a Caitlin, mentre la suora la guidava dentro l'abbazia, per un lungo corridoio. Era un posto splendido e chiaramente affollato, con le suore nelle loro vesti bianche che camminavano, preparandosi, sembrava, per i servizi mattutini. Una di loro muoveva una sorta di caraffa mentre camminava, diffondendo intorno il delicato aroma dell'incenso, mentre le altre recitavano dolcemente le preghiere del mattino.

      Dopo svariati minuti trascorsi a camminare in silenzio, Caitlin cominciò a chiedersi dove la suora la stesse portando. Finalmente, si fermarono davanti ad una piccola porta. La suora la aprì, svelando una piccola umile stanza, con una vista mozzafiato su Parigi. Caitlin ricordò la stanza in cui era stata, all'interno del chiostro a Siena.

      “Sul letto, troverai degli abiti puliti,” la suora disse. “C'è un pozzo in cui potrai lavarti, nel nostro cortile,” disse. Poi mosse l'indice, aggiungendo: “ed è per te.”

      Caitlin seguì il dito e vide un piccolo piedistallo in pietra nell'angolo della stanza, su cui c'era un calice in argento, colmo di un liquido bianco. La suora le sorrise.

      “Hai tutto ciò che ti occorre per una fresca notte di sonno. Dopo, la scelta spetta a te.”

      “Scelta?” Caitlin chiese.

      “Mi è stato riferito che possiedi già una chiave. Avrei bisogno di trovare le altre tre. In ogni caso la scelta di portare a compimento la tua missione e continuare il viaggio spetta sempre a te.”

      “Questo è per te.”

      Lei si protese in avanti e diede a Caitlin un cofanetto cilindrico d'argento, ricoperto di pietre preziose.

      “E' СКАЧАТЬ