A Ogni Costo . Джек Марс
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Читать онлайн книгу A Ogni Costo - Джек Марс страница 15

СКАЧАТЬ Mentre osservavano, l’usciere teneva la porta aperta per una donna bionda e magra in abito bianco che usciva con un cane. Luke odiava questi edifici.

      “Be’, c’è almeno una persona in questa città che non sembra preoccuparsi di un attentato terroristico,” disse Luke.

      Ed si stravaccò sul sedile. Sembrava mezzo addormentato. Con i pantaloni cargo beige e la t-shirt bianca dipinta sulle sue qualità cesellate, la testa come una palla da biliardo e la barba quasi corta, Ed non dava l’impressione di un agente federale. Certamente non somigliava a nessuno che questo edificio avrebbe lasciato entrare.

      Pensando ad Ali Nassar, Luke era infastidito dalla sua immunità diplomatica. Sperava che Nassar non cercasse di avvantaggiarsene. Luke non aveva pazienza per le negoziazioni.

      Il telefono di Luke suonò. Lo guardò. Premette il bottone.

      “Trudy,” disse. “Come posso aiutarti?”

      “Luke, abbiamo nuove informazioni,” disse. “Sul corpo che tu e Don avete trovato all’ospedale.”

      “Dimmi tutto.”

      “Ibrahim Abdulraman, trentun anni. Cittadino libanese, nato a Tripoli da una famiglia molto povera. Scarsa educazione, se ne ha avuta una. Si è arruolato nell’esercito a diciotto anni. In breve tempo è stato trasferito nel carcere di Abū Salīm, dove ha lavorato per molti anni. In prigione è stato implicato in violazioni dei diritti umani, inclusi tortura e omicidio di oppositori politici. Nel marzo del 2011, mentre il regime cominciava a collassare, fuggì dal paese. Deve aver sentito puzza di bruciato. Un anno dopo era a Londra, a lavorare come guardia del corpo per un giovane principe saudita.”

      Le spalle di Luke si accasciarono. “Mmm. Un torturatore libanese che lavora per un principe saudita? Che finisce morto mentre ruba materiale radioattivo a New York? Chi era veramente questo tizio?”

      “Non ha storia di legami con estremisti, e sembra non avesse neanche fedi politiche. Non è mai stato un soldato scelto per alcun esercito, e sembra non si sia sottoposto ad alcun addestramento avanzato. A me pare che fosse un opportunista, un gorilla mercenario. È scomparso da Londra dieci mesi fa.”

      “Okay, ridimmi il nome.”

      “Ibrahim Abdulraman. E, Luke? C’è qualcos’altro che devi sapere.”

      “Dimmi.”

      “Non ho trovato io questa informazione. È sul megaschermo della sala principale. Questo Myerson del NYPD non mi ha dato i dati identificativi quando li aveva, e la ricerca l’hanno portata avanti loro. Hanno rilasciato l’informazione a tutti senza neanche dirlo a noi. Ci stanno sbattendo fuori.”

      Luke guardò Ed e girò gli occhi all’insù. L’ultima cosa che voleva era essere coinvolto in una gara a chi piscia più lontano tra agenzie. “Okay, va bene…”

      “Senti, Luke. Sono un po’ preoccupata per te. Rimarrai senza amici qui, e dubito che un incidente internazionale ti aiuterà. Perché non passiamo i dettagli del trasferimento bancario ai piani alti e lasciamo che sia la Sicurezza Interna a occuparsene? Possiamo scusarci per la violazione, dire che siamo stati troppo zelanti. Se incontri quel diplomatico adesso, ti esponi troppo.”

      “Trudy, sono già arrivato.”

      “Luke…”

      “Trudy, adesso riattacco.”

      “Cerco di aiutarti,” disse la donna.

      Dopo aver riattaccato, guardò Ed.

      “Sei pronto?”

      Ed si mosse appena. Fece un cenno in direzione dell’edificio.

      “Sono nato per fare queste cose.”

      *

      “Posso aiutarvi, signori?” disse l’uomo mentre entravano.

      Un lampadario scintillante pendeva dal soffitto di fronte alla lobby. A destra, c’erano un sofà e un paio di sedie di marca. C’era un bancone lungo il muro sinistro, con un altro usciere dietro di esso. Aveva un telefono, un computer e un ammasso di schermi. Aveva anche una piccola televisione sintonizzata sui notiziari.

      L’uomo pareva sui quarantacinque anni. Gli occhi erano rossi e venati, non necessariamente iniettati di sangue. I capelli erano tenuti all’indietro dal gel. Sembrava che fosse appena uscito dalla doccia. Luke pensò che lavorasse lì da tanto di quel tempo che avrebbe potuto bere tutta la notte e lavorare dormendo. Probabilmente era in grado di riconoscere ogni singola persona che fosse mai entrata o uscita da questo posto. E sapeva che Ed e Luke qui non c’entravano nulla.

      “Ali Nassar,” disse Luke.

      L’uomo prese il telefono. “Signor Nassar. L’attico. Chi devo annunciare?”

      Senza dire una parola, Ed scivolò oltre il banco e schiacciò la cornetta del telefono, troncando la connessione. Ed era grande e grosso come un leone, ma quando si muoveva era fluido ed elegante come una gazzella.

      “Non devi annunciare nessuno,” disse Luke. Mostrò all’usciere il distintivo. Ed fece lo stesso. “Agenti federali. Dobbiamo fare qualche domanda al signor Nassar.”

      “Temo che al momento non sarà possibile. Il signor Nassar non accetta visitatori prima della 8 del mattino.”

      “Allora perché hai alzato la cornetta?” chiese Newsam.

      Luke guardò Ed. Era una domanda furba. Ed non sembrava il tipo da gruppo di dibattito, ma questa volta forse c’aveva preso.

      “Hai guardato i notiziari?” chiese Luke. “Sono sicuro che hai sentito delle scorie radioattive scomparse. Abbiamo ragioni di credere che il signor Nassar possa saperne qualcosa.”

      L’uomo guardava dritto di fronte a sé. Luke sorrise. Aveva appena avvelenato la fonte di Nassar. L’usciere era il centro della comunicazione. Entro domani, ogni singola persona dell’edificio avrebbe saputo che il governo era venuto a interrogare Nassar sulle sue attività terroristiche.

      “Sono desolato, signore,” cominciò l’uomo.

      “Non devi essere desolato,” disse Luke. “Tutto quello che devi fare è garantirci l’accesso al piano attico. Se non lo fai ti arresterò subito per intralcio alla giustizia, e ti porterò via da qui in manette. Sono sicuro che non vuoi che accada, e io neanche. Quindi dacci la chiave o il codice o quello che è, e poi torna al tuo lavoro. Ah, sappi che se manometti l’ascensore mentre siamo dentro, non solo ti arresterò per intralcio, ma anche per complicità in quattro omicidi e in furto di materiale pericoloso. Il giudice stabilirà una cauzione di dieci milioni di dollari, e tu marcirai a Rikers Island in attesa di processo per i prossimi dodici mesi. Ti suona attraente la prospettiva…” Luke lesse il nome sulla targhetta.

      “John?”

      *

      “Volevi davvero arrestare quell’uomo?” chiese Ed.

      Era un ascensore di vetro che si muoveva attraverso un tubo rotondo, anch’esso di vetro, nell’angolo sudoccidentale dell’edificio. A mano a mano che salivano, il panorama della città toglieva СКАЧАТЬ