Morte al College . Блейк Пирс
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Morte al College - Блейк Пирс страница 5

СКАЧАТЬ che traspariva dalla camminata di April ridusse la preoccupazione di Riley. Le cose, dopotutto, stavano migliorando. Sapeva che in quel momento, Ryan stava portando alcune delle sue cose nella sua casa di città. E April e Jilly stavano andando bene a scuola.

      Riley stava per proporre di trovare un posto in cui mangiare, quando il cellulare di April si mise a vibrare. La ragazza si allontanò bruscamente, per rispondere alla chiamata.

      Riley ne rimase avvilita. A volte, quel cellulare sembrava un essere vivente, che richiedeva tutta l’attenzione di April.

      “Ehi, che cosa c’è?” April chiese, rispondendo al telefono.

      Improvvisamente, le sue ginocchia cedettero, e si sedette su una panchina. Il suo viso divenne pallido e la sua espressione felice mutò in una smorfia di dolore. Le lacrime cominciarono a rigarle il viso. Allarmata, Riley si precipitò dalla figlia, e si sedette accanto a lei.

      “Oh mio Dio!” April esclamò. “Come è potuto … perché … non posso…”

      Riley ora era davvero agitata.

      Che cos’era successo?

      Qualcuno era ferito o in pericolo?

      Si trattava di Jilly, Ryan, Gabriela?

      No, avrebbero senz’altro chiamato Riley per dare una notizia simile, non di certo April.

      “Mi dispiace tanto” April continuava a ripetere. Poi, mise fine alla telefonata.

      “Chi era?” Riley chiese ansiosamente.

      “Era Tiffany” April disse con un tono scioccato ma calmo.

      Riley riconobbe il nome. Tiffany Pennington era la migliore amica di April in quel periodo. Riley l’aveva incontrata un paio di volte.

      “Che cosa succede?” Riley chiese.

      April guardò sua madre, rivolgendole un’espressione addolorata e sconvolta.

      “La sorella di Tiffany è morta” April disse.

      Fu come se April non riuscisse a credere alle sue stesse parole.

      Poi, con voce rotta, aggiunse: “Dicono si sia trattato di suicidio.”

      CAPITOLO DUE

      A cena, quella sera, April provò a dire alla sua famiglia quel poco che sapeva della morte di Lois. Ma le sue parole sembrarono strane ed aliene persino a lei stessa, come se fosse un’altra persona a parlare.

      Non sembra vero, continuava a ripetersi.

      April aveva incontrato Lois diverse volte, quando era andata a trovare Tiffany. Ricordava chiaramente l’ultima volta. Lois era stata sorridente e felice, pronta a raccontare molte delle avventure che viveva andando a scuola lontano da casa. Era davvero impossibile credere che fosse morta.

      La morte non era un concetto astratto per April. Sapeva che sua madre l’aveva affrontata ed aveva finito con l’uccidere, mentre lavorava ai casi dell’FBI. Ma quelli erano stati degli uomini cattivi, e dovevano essere fermati. April stessa aveva persino aiutato sua madre a combattere ed uccidere un assassino sadico, dopo che l’uomo aveva tenuto la ragazza prigioniera. Sapeva anche che suo nonno era morto quattro mesi prima, ma non lo aveva visto per molto tempo, e non si erano mai avvicinati.

      Ma questa morte era più reale ai suoi occhi, e non aveva alcun senso. In qualche modo, non sembrava nemmeno possibile.

      Mentre l’adolescente parlava, vide che anche i suoi familiari erano confusi e depressi. La madre le si avvicinò e le prese la mano. Gabriela si fece il segno della croce, e mormorò una preghiera in spagnolo. La bocca di Jilly si spalancò con orrore.

      April provò a ricordare tutto ciò che Tiffany le aveva detto, quando avevano parlato di nuovo quel pomeriggio. Aveva spiegato che, la mattina precedente, Tiffany ed i suoi genitori avevano trovato il corpo di Lois impiccato nel loro garage. La polizia pensava che si trattasse di suicidio. In effetti, tutti si comportavano come se fosse così. Come se tutto fosse scritto.

      Tutti, tranne Tiffany, che continuava a ripetere che non ne era affatto convinta.

      Il padre di April trasalì, quando lei terminò di raccontare loro tutto ciò che aveva in testa.

      “Conosco i Pennington” lui disse. “Lester è manager finanziario per una società di costruzioni. Non esattamente ricchi, ma certo benestanti. Sono sempre apparsi come una stabile famiglia felice. Perché Lois avrebbe dovuto farlo?”

      Era tutto il giorno che April non faceva altro che porsi tale domanda.

      “Tiffany dice che non lo sa nessuno” l’adolescente rispose.

      “Lois era al primo anno del Byars College. Era stressata al riguardo, ma alla fine …”

      Il padre scosse la testa, comprensivo.

      “Ecco, forse questo spiega tutto” disse. “La Byars è una scuola difficile. Persino più di quella di Georgetown. E molto costosa. Mi sorprende che la famiglia potesse permettersela.”

      April fece un profondo sospiro e non rispose. Suppose che Lois avesse ottenuto una borsa di studio, ma non lo disse ad alta voce. Non se la sentiva di parlarne. E non si sentiva nemmeno di mangiare. Gabriela aveva preparato una delle sue specialità, una zuppa a base di pesce chiamata tapado, di cui April andava davvero matta. Ma, finora, non ne aveva mangiato un solo cucchiaio.

      Tutti restarono in silenzio per qualche istante.

      Poi Jilly sbottò: “Non si è uccisa.”

      Sorpresa, April si voltò verso Jilly. Anche gli altri la stavano guardando. La ragazza aveva incrociato le braccia ed aveva assunto un’espressione molto seria.

      “Come?” April chiese.

      “Lois non si è uccisa” Jilly ripeté.

      “Come fai a saperlo?” April le chiese.

      “L’ho incontrata, ricordi? Posso dirlo. Non era il tipo di ragazza che commetterebbe mai un atto simile. Non voleva morire.”

      Jilly fece una pausa per un momento.

      Poi aggiunse: “So come ci si sente a desiderare di morire. Lei non voleva farlo. Ne sono sicura.”

      April sentì il cuore balzarle in gola.

      Sapeva che Jilly aveva attraversato la sua bella dose di inferno. La ragazza le aveva raccontato di quando il padre violento l’aveva chiusa fuori casa di notte, al freddo, ed aveva dovuto dormire in un tubo delle fogne, e poi era andata alla fermata per camion, dove aveva provato a diventare una prostituta. Era stato allora che la mamma l’aveva trovata.

      Se c’era qualcuno che sapeva come ci si sentiva a voler morire, senz’altro si trattava di Jilly.

      April fu assalita da dolore e orrore, pronti ad esplodere dentro di lei. Jilly si sbagliava? Lois si era sentita così infelice?

      “Scusatemi” СКАЧАТЬ