Morte al College . Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу Morte al College - Блейк Пирс страница 12

СКАЧАТЬ alzò le sopracciglia.

      “Ecco, per quanto sono certo che lei lo sappia, ci sono sempre …”

      “Le anomalie” Riley completò la frase, riuscendo di nuovo a non sorridere. “Sì, so tutto al riguardo. Nonostante ciò, il tasso di suicidi nella sua scuola mi colpisce come un evento eccezionalmente sfortunato.”

      Autrey si sedette, distogliendo lo sguardo in silenzio.

      “Preside Autrey, ho l’impressione che non sia felice di avere un’agente dell’FBI qui intorno” aggiunse.

      “In effetti, non lo sono” rispose l’uomo. “Dovrei esserne contento? Questa è una perdita di tempo, suo e mio, ed è anche una perdita di denaro dei contribuenti. E la sua presenza qui potrebbe dare l’impressione che ci sia qualcosa che non va. Ma non è così, qui al Byars College, glielo assicuro.”

      Si allungò dall’altra parte della scrivania, verso Riley.

      “Agente Paige, di quale ramo dell’FBI fa parte lei esattamente?”

      “Dell’Unità di Analisi Comportamentale.”

      “Ah. Proprio dalle parti di Quantico. Allora vorrà tenere a mente che molti dei nostri studenti fanno parte di famiglie impegnate nella politica. Alcuni dei genitori hanno una considerevole influenza sul governo, FBI inclusa, immagino. Sono sicuro che non desideriamo che questo genere di cose giungano alle loro orecchie.”

      “Questo genere di cose?” Riley chiese.

      Autrey oscillò avanti e indietro nella sua sedia.

      “Persone simili potrebbero lamentarsi con i suoi superiori” aggiunse con uno sguardo significativo.

      Riley si sentì lievemente a disagio.

      Sentiva che il preside intuiva che lei fosse lì non in veste ufficiale.

      “Sarebbe davvero la soluzione migliore se non si creassero problemi, dove gli stessi non esistono” Autrey continuò. “Sto facendo questa osservazione solo nel suo interesse. Non mi farebbe affatto piacere se lei incorresse nell’ira dei suoi superiori.”

      Riley scoppiò a ridere.

      Incorrere nell’“ira” dei suoi superiori era praticamente la routine per lei.

      Così come il venire sospesa o licenziata, per poi essere di nuovo reintegrata.

      Non la spaventava affatto.

      “Capisco” rispose. “Qualunque cosa pur di non rovinare la reputazione della sua scuola.”

      “Sono felice che la vediamo allo stesso modo” il preside replicò.

      Si alzò in piedi, ovviamente aspettandosi che Riley si accomiatasse.

      Ma la donna non era pronta a farlo, almeno non ancora.

      “Grazie per il suo tempo” gli disse. “Me ne andrò non appena lei mi avrà dato le informazioni necessarie a contattare le famiglie delle precedenti suicide.”

      Autrey rimase fermo a guardarla. Riley ricambiò lo sguardo, senza alzarsi dalla sedia.

      Autrey dette un’occhiata al proprio orologio. “Ho un altro appuntamento. Adesso devo andare.”

      Riley sorrise.

      “Anch’io vado un po’ di fretta” rispose, guardando il proprio orologio. “Perciò, prima lei mi darà queste informazioni, prima entrambi potremo proseguire con i nostri impegni. Aspetterò.”

      Autrey si accigliò, poi tornò a sedersi al proprio computer. Digitò alcuni tasti ed infine la sua stampante brontolò. Diede un foglio con le informazioni a Riley.

      “Temo che dovrò presentare una lamentela ai suoi superiori” disse.

      Riley continuò a restare immobile. La sua curiosità stava aumentando.

      “Preside Autrey, ha appena accennato al fatto che la Byars supera la media nazionale dei suicidi. Allora di quanti stiamo parlando?”

      Autrey non rispose. Il suo volto era rosso di rabbia, ma mantenne la voce tranquilla e controllata.

      “Il suo superiore al BAU avrà notizie da me” rispose.

      “Naturalmente” Riley replicò con misurata gentilezza. “Grazie per il suo tempo.”

      Riley lasciò l’ufficio e uscì dall’edificio dell’Amministrazione. Stavolta l’aria fredda fu stimolante e tonificante.

      L’evasività di Autrey convinse Riley che fosse capitata in un vero vespaio.

      E lei amava sguazzare nei guai.

      CAPITOLO SEI

      Appena entrata in auto, Riley dette un’occhiata alle informazioni che il Preside Autrey le aveva dato. I dettagli relativi alla morte di Deanna Webber cominciarono a tornarle in mente.

      Naturalmente, ricordò, rileggendo alcune vecchie notizie sul proprio cellulare. La figlia della deputata.

      La Deputata Hazel Webber era una stella nascente della politica, sposata con un noto avvocato del Maryland. La morte della loro figlia era stata sulle prime pagine dei giornali lo scorso autunno. Riley non aveva prestato molta attenzione alla vicenda all’epoca. Era apparso più come volgare gossip che una vera notizia, il genere di cosa che Riley credeva fosse affare solo della famiglia.

      Ora la pensava diversamente.

      Trovò il numero di telefono dell’ufficio di Washington della Deputata Hazel Webber. Quando digitò il numero, rispose un’efficiente receptionist.

      “Sono l’Agente Speciale Riley Paige, dell’Unità di Analisi Comportamentale dell’FBI” Riley si presentò. “Vorrei fissare un appuntamento con la Deputata Webber.”

      “Potrei sapere di che cosa si tratta?”

      “Ho bisogno di parlarle della morte di sua figlia, avvenuta lo scorso autunno.”

      Cadde il silenzio.

      Riley aggiunse allora: “Mi dispiace di disturbare la deputata e la sua famiglia riguardo a questa terribile tragedia. Ma dobbiamo soltanto risolvere alcune questioni rimaste in sospeso.”

      Ci fu ancora silenzio.

      “Mi dispiace” la receptionist disse lentamente. “Ma la Deputata Webber non è a Washington in questo momento. Dovrà attendere fino al suo ritorno dal Maryland.”

      “E quando tornerà?” Riley chiese.

      “Non saprei dirlo. Dovrà semplicemente richiamare.”

      La donna dall’altro capo del telefono concluse la telefonata senza aggiungere un’altra parola.

      Si trova in Maryland, Riley pensò.

      Poi, СКАЧАТЬ