Название: Killer per Caso
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Riley Paige
isbn: 9781632919533
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“Non capisco che cosa sia successo” disse. “Perché dovrebbe fare qualcosa del genere?”
Il medico le sorrise con comprensione. Riley immaginava che l’uomo avesse sentito quella domanda piuttosto spesso.
“Fuga” disse. “Ma non mi riferisco ad una completa fuga dalla vita. Lei non è quel tipo di drogata. Infatti, non penso che sia una vera drogata a dire il vero. Come tutti gli adolescenti, è davvero priva di controllo degli impulsi. Questo è semplicemente un dato di fatto in un cervello immaturo. Le piacevano davvero le droghe che la facevano subito sballare, che lui le dava. Per fortuna, non ne ha abusato tanto da procurarsi danni persistenti.”
Il Dottor Spears rifletté silenziosamente per un momento.
“La sua esperienza è stata insolitamente traumatica” disse. “Mi riferisco a come quel ragazzo stava provando a sfruttarla sessualmente. Quel ricordo soltanto potrebbe bastare a tenerla definitivamente lontana dalle droghe. Ma la sofferenza emotiva potrebbe anche essere una pericolosa causa scatenante.”
Il cuore di Riley sprofondò. La sofferenza emotiva sembrava un fatto inevitabile nella vita familiare in quei giorni.
“Deve restare sotto osservazione per alcuni giorni” il medico disse. “Dopodiché, avrà bisogno di molta cura, riposo e aiuto a guardare in se stessa.”
Il medico si scusò e continuò il suo giro di visite. Riley restò nel corridoio, sentendosi sola e agitata.
E’ questo che è successo a Jilly? si chiese. April sarebbe finita come quella ragazza disperata?
Due mesi prima a Phoenix, Arizona, Riley aveva salvato una ragazza, persino più giovane di April, dalla prostituzione. Un curioso legame emotivo si era creato tra di loro, e Riley aveva provato a restare in contatto con lei, dopo averla portata in un ricovero per adolescenti. Ma un paio di giorni prima, a Riley era stato detto che Jilly era scappata via. Impossibilitata a tornare a Phoenix, Riley si era rivolta ad un agente dell’FBI, in cerca di aiuto. Sapeva che l’uomo si sentiva in debito con lei, e si aspettava di avere notizie oggi.
Nel frattempo, almeno Riley era dove era necessario essere per aiutare April.
Stava tornando verso la camera della figlia, quando sentì una voce chiamarla nel corridoio. Si voltò e vide il volto preoccupato del suo ex marito, Ryan, che stava raggiungendola. Quando lo aveva chiamato il giorno prima, per dirgli dell’accaduto, l’uomo si trovava a Minneapolis a lavorare ad un caso per il tribunale.
Riley fu sorpresa al vederlo. La figlia tendeva a stare in fondo alla sua lista delle priorità: più in basso del suo lavoro di avvocato, e molto più in basso della libertà di cui ora godeva in quanto scapolo. Aveva dubitato persino che l’uomo si presentasse.
Invece l’uomo si precipitò verso Riley e l’abbracciò, il viso profondamente segnato dalla preoccupazione.
“Come sta? Come sta?”
Ryan continuava a ripetere la domanda, rendendo difficile a Riley rispondere.
“Starà bene” finalmente Riley riuscì a dire.
Ryan si sottrasse all’abbraccio e guardò Riley con un’espressione angosciata.
“Mi dispiace” disse. “Mi dispiace davvero tanto. Mi hai detto che April aveva dei problemi, ma non ti ho ascoltato. Avrei dovuto esserci per voi due.”
Riley non sapeva che cosa dire. Scusarsi non era affatto nello stile di Ryan.
In effetti, si era aspettata che la incolpasse di ciò che era successo, poiché questo era il suo solito modo di gestire le crisi di famiglia. Sembrava invece che la disavventura di April fosse stata tanto terribile da toccarlo. Doveva aver parlato con il medico, apprendendo l’intera tremenda storia.
Lui fece un cenno con il capo verso la porta.
“Posso vederla?” l’uomo domandò.
“Certamente” Riley rispose.
Restò sulla porta e osservò Ryan precipitarsi verso il letto di April e prenderla poi tra le braccia. La strinse forte per alcuni istanti. A Riley sembrò di aver intravisto una lacrima negli occhi di lui.
Infine, Ryan sedette accanto ad April, tenendole la mano.
April stava piangendo di nuovo.
“Oh, papà, ho fatto un gran casino” disse. “Vedi, avevo una storia con questo ragazzo—”
Ryan le toccò le labbra per tranquillizzarla.
“Shh. Non devi dirmi niente. Va tutto bene.”
Riley sentì un nodo formarsi in gola. Improvvisamente, per la prima volta dopo davvero tanto tempo, sentì che loro tre erano una famiglia. Era una cosa positiva o negativa? Era un segnale del fatto che tempi migliori stavano per arrivare, o che sarebbe avvenuta un’altra delusione e ci sarebbe stato altro strazio? Non ne aveva idea.
Riley osservò dalla porta Ryan accarezzare gentilmente i capelli di sua figlia, ed April chiuse gli occhi e si rilassò. Fu una scena toccante.
Quando hanno iniziato ad andare male le cose? lei si chiese.
Si trovò a desiderare di tornare indietro nel tempo, fino ad un momento cruciale, quando aveva commesso un terribile errore: avrebbe voluto fare ogni cosa in modo differente e cambiare quello che era stato. Era certa che anche Ryan stesse pensando la stessa cosa.
Era un pensiero ironico, e lei lo sapeva. Il killer che aveva catturato l’altro ieri era ossessionato dagli orologi: posizionava ed arrangiava le sue vittime come lancette sul quadrante di un orologio. E ora era lì, con i suoi desideri sul tempo passato.
Se soltanto avessi potuto tenere Peterson lontano da lei, pensò con un sussulto.
Come Riley, April era stata tenuta prigioniera in una gabbia e tormentata da quel sadico mostro e la sua torcia al propano. La povera ragazza aveva lottato contro la PTSD da allora.
Ma la verità era che Riley sapeva che il problema andava oltre.
Forse se io e Ryan non avessimo mai divorziato, rifletté.
Ma come si sarebbe potuto evitare? Ryan era stato distante e disimpegnato sia come marito sia come padre; e in più si era rivelato un donnaiolo. Non che lo ritenesse l’unico colpevole. Anche lei aveva commesso la sua bella dose di errori. Non aveva mai trovato il giusto equilibrio tra il suo lavoro all’FBI e l’essere madre. E non aveva visto molti dei segnali di avvertimento relativi ai problemi di April. La sua tristezza aumentò. No, non riusciva a pensare ad un momento particolare in cui avrebbe potuto cambiare tutto. La sua vita era stata troppo piena di errori e opportunità mancate. Inoltre, sapeva perfettamente bene che non poteva riportare indietro il tempo. Non poteva desiderare l’impossibile.
Il suo telefono squillò, e poi uscì di nuovo in corridoio. Il cuore le batté più forte, quando vide che si trattava di una chiamata di Garrett Holbrook, l’agente dell’FBI che si era assunto l’incarico di cercare Jilly.
“Garrett!” disse, prendendo la chiamata. “Che cosa succede?”
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