Название: Killer per Caso
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Riley Paige
isbn: 9781632919533
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Quel formicolio divenne più forte. Riley si ritrovò nella mente di Hatcher, che rimuginava in prigione per decenni sul tradimento di Moran. Nell’universo morale di Hatcher, un uomo simile non meritava di vivere. E giustizia non era mai stata fatta.
“Ha il suo attuale indirizzo?” Riley chiese a Kelsey.
“No, ma sono sicura che l’ufficio di zona l’abbia. Perché?”
Riley fece un respiro profondo.
“Perché Shane andrà ad ucciderlo.”
CAPITOLO SETTE
Riley era consapevole del grave pericolo che stava correndo Smokey. Ma in realtà non le importava molto di quel violento delinquente in carriera.
Contava solo Shane Hatcher.
Il suo lavoro consisteva nel riportarlo in prigione. Se poi fossero riusciti a catturarlo prima che uccidesse Moral per vendicarsi di come si era comportato, tanto meglio. Lei e Bill si sarebbero recati all’indirizzo di Moran, senza dargli alcun preavviso, contattando nel frattempo il commissariato di zona per fare affluire rinforzi sul posto.
Il viaggio dalla casa di Kelsey Sprigge, nella benestante Searcy, ai quartieri molto più sinistri delle gang di Syracuse durò circa mezz’ora. Il cielo era nuvoloso, ma non stava nevicando, e il traffico si muoveva normalmente lungo le strade sgombre.
Mentre Bill guidava, Riley accedette al database dell’FBI, e svolse una rapida ricerca al cellulare. Vide che la situazione delle gang locali era pessima. Varie bande avevano operato nella zona sin dai primi anni ’80. All’epoca di Shane la Catena, si era trattato soprattutto di delinquenti locali. In seguito, le gang nazionali si erano trasferite lì, portando con sé un’incredibile livello di violenza.
Le droghe, che innescavano questa violenza con i guadagni che potevano garantire, erano diventate più strane e molto più pericolose. Ora si vendevano sigarette di PCP e sostanze note come il “fulmine bianco”. Chissà quali altre sostanze ancora più letali sarebbero apparse in futuro …
Mentre Bill parcheggiava di fronte all’edificio cadente, dove viveva Moran, Riley vide due uomini, con indosso le giacche dell’FBI, uscire da un’altra auto; riconobbe gli Agenti McGill e Newton, che avevano incontrato all’aeroporto. Indossavano dei giubbotti antiproiettile sotto le giacche e reggevano in mano fucili Remington per il tiro di precisione.
“L’appartamento di Moran è al terzo piano” Riley disse.
Quando il gruppo di agenti si spostò verso l’entrata del palazzo, si imbatté in alcuni delinquenti, sparsi nel freddo e trasandato ingresso. Erano fermi lì, con le mani nelle tasche, seminascosti nelle loro felpe con cappuccio, e sembrarono prestare poca attenzione alla squadra armata.
Le guardie del corpo di Moran?
Lei non pensò che avrebbero provato a fermare la sua piccola unità di agenti, sebbene potessero segnalare a Moran che qualcuno stava salendo di sopra.
Sembrava che McGill e Newton conoscessero quei giovani. Gli agenti diedero loro delle rapide pacche sulle spalle.
“Siamo qui per vedere Smokey Moran” Riley disse.
Nessuno dei giovani disse una parola. Si limitarono a guardare gli agenti con espressioni strane e vuote. A Riley parve un atteggiamento strano.
“Fuori” disse Newton, ed i ragazzi annuirono, uscendo dalla porta principale.
Guidati da Riley, i quattro agenti si precipitarono in cima alle tre rampe di scale. Quelli del posto si muovevano in testa al gruppo, controllando attentamente ogni corridoio. Al terzo piano, si fermarono davanti all’appartamento di Moran.
Riley bussò bruscamente alla porta. Non udendo risposta, gridò: “Smokey Moran, sono l’Agente dell’FBI Riley Paige. Io e i miei colleghi dovremmo parlarti. Non intendiamo farti niente. Non siamo qui per arrestarti.”
Di nuovo, non ci fu alcuna risposta.
“Abbiamo ragione di credere che la tua vita sia in pericolo” Riley gridò.
Ancora nessuna risposta.
Riley girò la maniglia della porta. Sorprendentemente non era chiusa e la porta si aprì.
Gli agenti entrarono in un appartamento ordinario, privo di qualsivoglia decorazione. Non c’erano nemmeno il televisore o altri apparecchi elettronici; nessun segno di un computer. Riley intuì quale fosse il modo di agire di Moran: era riuscito a dominare il sottobosco criminale, dando soltanto ordini faccia a faccia. Non andando mai in rete, senza usare neppure il telefono, era rimasto invisibile al radar delle forze dell’ordine.
Decisamente un individuo scaltro, pensò Riley. Talvolta i vecchi metodi funzionano al meglio.
Ma lui sembrava scomparso. I due agenti del posto controllarono rapidamente tutte le stanze e gli armadi. Nessuno era all’interno dell’appartamento.
Tutti tornarono in fondo alle scale. Ritornati nell’androne, McGill e Newton sollevarono i fucili, pronti ad entrare in azione. I giovani delinquenti li aspettavano alla base delle scale.
Riley li guardò. Si rese conto che avevano ovviamente eseguito l’ordine di lasciare Riley ed i colleghi cercare nell’appartamento vuoto. Ora sembrava che avessero qualcosa da dire.
“Smokey ha detto che pensava che sareste venuti” uno dei giovani delinquenti disse.
“Ci ha detto di darvi un messaggio” un altro disse.
“Ha detto di cercarlo al vecchio Deposito Bushnell in Dolliver Street” un terzo intervenne.
Poi, senza aggiungere altro, si misero da parte, lasciando agli agenti abbastanza spazio per andarsene.
“Era solo?” Riley domandò.
“Lo era quando se n’è andato da qui” uno dei giovani rispose.
Una sorta di solenne inquietudine si sentiva nell’aria. Riley non sapeva come interpretarla.
McGill e Newton mantennero gli occhi sui giovani, mentre gli agenti uscivano. Quando giunsero all’esterno, Newton disse: “So dove si trova il deposito.”
“Anch’io” McGill aggiunse. “E’ solo a pochi isolati da qui. E’ abbandonato ed è in vendita, e si dice che intendano trasformarlo in un condominio di lusso. Ma non mi piace l’idea. Quel posto é perfetto per un agguato.”
Prese poi il cellulare e chiese di far affluire ulteriori rinforzi sul posto.
“Dovremo stare attenti” esclamò Riley. “Fate strada.”
Bill sedette al posto di guida e iniziò a seguire il SUV dei locali.
Entrambe le auto parcheggiarono di fronte ad fatiscente edificio di mattoni su quattro piani, con una facciata cadente e finestre rotte. In quel momento, un altro veicolo dell’FBI accostò. Guardando verso СКАЧАТЬ