Killer per Caso . Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ uno di noi dovrebbe accompagnarvi” Newton suggerì.

      Bill sorrise sommessamente. “Grazie, ma credo che riusciremo a cavarcela. Sono stato assegnato ad un caso in Nord Dakota alcuni anni fa. Ho avuto una buona dose di guida invernale laggiù.”

      Benché fosse rimasta in silenzio, anche Riley si sentiva preparata ad affrontare quell’ostacolo. Aveva imparato a guidare sulle montagne della Virginia. La neve lì cadeva mai così abbondante ma le strade secondarie non erano mai state sgombrate così rapidamente. Probabilmente aveva passato tanto tempo su strade ghiacciate quanto chiunque altro del posto.

      Ma fu felice del fatto che fosse Bill a guidare. In quel momento, era preoccupata per la sicurezza di Kelsey Sprigge. Bill prese le chiavi e si misero in viaggio.

      “Devo dire che è bello lavorare di nuovo insieme” Bill esclamò, mentre guidava. “Immagino che sia egoista da parte mia. Mi piace lavorare con Lucy, ma non è la stessa cosa.”

      Riley sorrise. Anche per lei era bello poter lavorare di nuovo con Bill.

      “Anche se una parte di me avrebbe voluto che tu non tornassi a lavorare su questo caso” Bill aggiunse.

      “Perché no?” Riley chiese con sorpresa.

      Bill scosse la testa.

      “Ho solo una brutta sensazione” disse. “Ricorda, anch’io ho incontrato Hatcher. Ci vuole tanto per spaventarmi, ma … ecco, lui è ineguagliabile.”

      Riley non rispose, ma era d’accordo. Sapeva che Hatcher ci era andato pesante con Bill durante quella visita. Con un istinto inspiegabile, l’ergastolano aveva fatto delle acute osservazioni sulla vita personale di Bill.

      Riley ricordò come Hatcher avesse indicato la fede nuziale di Bill e aveva detto:

      “La smetta di provare a rimettere le cose a posto con sua moglie. E’ impossibile.”

      Hatcher aveva avuto ragione, e Bill ora era nel bel mezzo di un brutto divorzio.

      Alla fine di quella visita, aveva detto a Riley qualcosa che ancora la perseguitava.

      “Smetta di combatterlo.”

      Ancora non aveva compreso a che cosa Hatcher si riferisse, quando aveva pronunciato quella frase. Ma era inspiegabilmente spaventata dall’idea che un giorno l’avrebbe scoperto.

      *

      Poco tempo dopo, Bill parcheggiò l’auto a fianco di un’enorme cumulo di neve, accatastata ai margini della strada, accanto alla casa di Searcy di Kelsey Sprigge. Riley vide subito un’auto della polizia nelle vicinanze; all’interno c’era una coppia di poliziotti in uniforme. Ma i due non le ispiravano molta fiducia. Il criminale, violento ed astuto, che era evaso da Sing Sing, avrebbe potuto liquidarli, se solo avesse voluto.

      Bill e Riley uscirono dall’auto e mostrarono i propri distintivi ai poliziotti. Poi si incamminarono lungo il marciapiede, sgombro di neve, diretti all’abitazione. Era una casa tradizionale a due piani, con un pratico tetto basso e un porticato anteriore, ed era coperta da luci natalizie. Riley suonò il campanello.

      Una donna aprì la porta con un sorriso splendido. Era magra e in forma, con indosso una tuta da jogging. La sua espressione era luminosa e gioiosa.

      “Eccovi, dovete essere gli Agenti Jeffreys e Paige” lei disse. “Io sono Kelsey Sprigge. Prego, entrate. Venite via da questo freddo tremendo.”

      Kelsey Sprigge condusse Riley e Bill in un soggiorno accogliente, con un fuoco scoppiettante nel camino.

      “Posso offrirvi qualcosa da bere?” chiese. “Naturalmente, siete in servizio. Vi porterò del caffè.”

      Andò in cucina, e Bill e Riley si sedettero. Riley si guardò intorno, posando lo sguardo sulle decorazioni natalizie e sulle dozzine di foto incorniciate, appese alle pareti e poggiate ai mobili. Erano state scattate da Kelsey Sprigge in diversi momenti della sua vita da adulta, con i figli e nipoti tutti intorno a lei. In molte foto, un uomo sorridente era al suo fianco.

      Riley ricordò che Flores aveva detto che era vedova. Dalle foto, immaginò che fosse stato un matrimonio lungo e felice. In qualche modo, Kelsey Sprigge era riuscita ad ottenere qualcosa che era sempre sfuggita a Riley. Aveva vissuto una vita piena, con una famiglia amorevole, mentre lavorava come agente dell’FBI.

      Riley desiderava, più di ogni altra cosa, chiederle come ci fosse riuscita. Ma, naturalmente, non era quello il momento adatto.

      La donna tornò quasi subito, con un vassoio contenente due tazze di caffè, panna, zucchero e, con grande sorpresa di Riley, uno scotch on the rocks per sé.

      Riley era sbalordita da Kelsey. Per una settantenne, appariva energica e piena di vita, e più resistente della maggior parte delle donne che aveva conosciuto. In qualche modo, Riley sentiva che stava guardando il genere di donna che forse avrebbe potuto diventare.

      “Bene, ora” Kelsey disse, sedendosi e sorridendo. “Vorrei che il nostro clima fosse più accogliente.”

      Riley fu colpita dalla sua grande ospitalità. Date le circostanze, aveva supposto che la donna sarebbe stata molto agitata.

      “Signora Sprigge—” Bill esordì.

      “Kelsey, per favore” lei interruppe. “E so perché siete qui. Siete preoccupati che Shane Hatcher possa essere sulle mie tracce, e che io possa essere il suo primo bersaglio. Pensate che voglia uccidermi.”

      Riley e Bill si scambiarono uno sguardo, incerti su che cosa dire.

      “E naturalmente, ecco perché ci sono quei poliziotti fuori” Kelsey disse, continuando dolcemente a sorridere. “Ho chiesto loro di entrare a riscaldarsi, ma non hanno voluto. Non mi hanno nemmeno lasciato uscire per la mia corsa serale! Che peccato, amo davvero uscire a correre con questo tempo. Ma non sono preoccupata di venire uccisa, e credo che nemmeno voi dovreste esserlo. Non penso affatto che Shane Hatcher intenda fare una cosa simile.”

      Riley quasi scattò: “Perché no?”

      Invece, disse con cautela: “Kelsey, lei l’ha catturato. L’ha consegnato alla giustizia. Stava trascorrendo la sua vita in prigione, per causa sua. E lei potrebbe essere la ragione per cui è scappato.”

      Kelsey non disse niente per un momento, intenta ad osservare la pistola nella fondina di Riley.

      “Che pistola porta con sé, cara?” domandò.

      “Una Glock calibro quaranta” fu la risposta di Riley.

      “Bella!” Kelsey esclamò. “Posso darle un’occhiata?”

      Riley porse alla donna la sua pistola. Kelsey estrasse il caricatore ed esaminò l’arma. La toccò con l’apprezzamento di un’esperta.

      “Le Glock sono giunte un po’ troppo tardi perché le potessi usare” disse. “Comunque, mi piacciono. La struttura in polimero la rende gradevole al tatto, molto leggera, eccellente bilanciamento. Amo il suo aspetto.”

      Rimise il caricatore al suo posto, e restituì a Riley la pistola. Poi, andò ad una scrivania. Estrasse una sua pistola semiautomatica.

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