Название: Il Killer Dell’orologio
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Riley Paige
isbn: 9781632919045
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Riley ricordò le parole che il pubblico ministero aveva detto a lei e Jake.
“Dobbiamo stare attenti, o il bastardo se la caverà. Se proviamo ad incriminarlo per ogni possibile accusa, perderemo. Non possiamo provare che Muslims fosse l’unica persona ad avere accesso ai bambini, quando sono stati uccisi.”
Infine giunse il patteggiamento. Riley li odiava.
La sua avversione era cominciata con quel caso.
L’avvocato di Mullins propose un accordo: si sarebbe dichiarato colpevole di entrambi gli omicidi, ma senza premeditazione, e le sentenze avrebbero avuto corso simultaneamente.
Fu un patteggiamento disgustoso. Non aveva neanche senso. Se Mullins aveva ucciso davvero i bambini, come poteva essere soltanto negligente? Le due conclusioni erano completamente contraddittorie. Ma il pubblico ministero non ebbe altra scelta che accordare il patteggiamento. Mullins accettò la condanna a trent’anni di prigione con la possibilità di libertà condizionale, o il rilascio anticipato per buona condotta.
Le famiglie erano rimaste inorridite, distrutte. Avevano criticato Riley e Jake per non aver svolto il proprio lavoro. Jake si era dimesso alla chiusura del caso, amareggiato e arrabbiato.
Riley aveva promesso alle famiglie dei ragazzi che avrebbe fatto di tutto pur di mantenere Mullins dietro le sbarre. Pochi giorni prima, i genitori di Nathan Bett avevano chiamato Riley per dirle della richiesta di libertà condizionale. Era giunto il momento di mantenere la sua promessa.
I mormorii cessarono e il consigliere relatore, Julie Simmons, guardò Riley.
“So che l’Agente Speciale dell’FBI Riley Paige vorrebbe rilasciare una dichiarazione” disse.
Riley deglutì forte. Era arrivato il momento a cui si stava preparando da ben quindici anni. Sapeva che la commissione conosceva bene gli elementi di prova, incompleti com’erano. Non si poteva discuterne ancora. Lei doveva fare un appello più personale.
Si alzò e parlò.
“Comprendo che Larry Mullins è adeguato alla libertà condizionale, perché è un ‘prigioniero esemplare’”. Con una nota d’ironia, aggiunse: “Signor Mullins, mi congratulo con lei per il risultato ottenuto.”
Mullins annuì, col volto che non mostrava alcuna espressione. Riley proseguì.
“‘Condotta esemplare’—che cosa significa, esattamente? Mi sembra che più a che fare con quello che non ha fatto rispetto a quello che ha fatto. Non ha trasgredito le regole della prigione. Si è comportato bene. Ecco tutto.”
Riley lottò per mantenere ferma la propria voce.
“Francamente, non ne sono sorpresa. Non ci sono bambini in prigione che lui possa uccidere.”
Ci furono sussulti e mormorii nella stanza. Il sorriso di Mullins si trasformò in uno sguardo fisso.
“Chiedo scusa” aggiunse Riley. “Mi rendo conto che Mullins non si è mai dichiarato colpevole di omicidio premeditato, e l’accusa non ha mai ottenuto quel verdetto. Ma nondimeno si è dichiarato colpevole. Ha ucciso due bambini. Non può essere che l’abbia fatto con buone intenzioni.”
Poi, fece una pausa, per un momento, scegliendo con cura le parole successive. Avrebbe voluto indurre Mullins a mostrare la sua rabbia, a esporre il suo vero io. Ma, naturalmente, l’uomo sapeva bene che, se avesse ceduto alla provocazione, avrebbe rovinato il suo registro di buona condotta e non sarebbe mai uscito di prigione. La sua miglior strategia era sottoporre alla commissione la realtà di ciò che l’uomo aveva fatto.
“Ho visto il corpo privo di vita di Ian Harter, di quattro anni, il giorno dopo che è stato ucciso. Sembrava che si fosse addormentato con gli occhi aperti. La morte lo aveva privato di ogni espressione, e il suo viso era fiacco e pacifico. Nonostante ciò, potevo ancora vedere il terrore nei suoi occhi senza vita. I suoi ultimi momenti su questa terra sono stati pieni di terrore. Lo stesso è stato per il piccolo Nathan Betts.”
Riley sentì entrambe le madri iniziare a piangere. Odiava riportare in vita vecchi amari ricordi, ma non aveva proprio altra scelta.
“Non dobbiamo dimenticare il loro terrore” disse Riley. “E non dobbiamo dimenticare che Mullins ha mostrato poche emozioni durante il suo processo, e certamente nessun segno di rimorso. Quest’ultimo è arrivato, molto, molto più tardi — sempre che sia vero.”
Riley fece un lungo e lento respiro.
“Quanti anni di vita ha tolto a quei ragazzi, se li metteste insieme? Molto, molto più di un centinaio, mi sembra. Ha ottenuto una sentenza di trent’anni. Ne ha solo scontati quindici. Non è abbastanza. Non vivrà mai abbastanza per pagare tutti quegli anni perduti.”
La voce di Riley ora tremava. Sapeva di doversi controllare. Non poteva scoppiare in lacrime o gridare per la rabbia.
“E’ arrivato il momento di perdonare Larry Mullins? Questo lo lascio decidere alle famiglie dei ragazzi. Non è del perdono che tratta questa udienza. Non è questo il punto. Il punto davvero importante è il pericolo che ancora rappresenta. Non possiamo rischiare che altri bambini muoiano per mano sua.”
Riley notò che un paio dei membri della commissione stavano guardando l’orologio e si preoccupò. Avevano già esaminato altri due casi quel mattino e altri quattro dovevano essere portati a termine prima di mezzogiorno. Stavano diventando impazienti. Riley doveva terminare immediatamente. Li guardò dunque tutti negli occhi.
“Signore e signori, vi imploro di non concedere questa libertà condizionale.”
Poi, aggiunse: “Forse qualcun altro vorrebbe parlare a nome del detenuto.”
Riley si sedette. Le sue ultime parole erano state a doppio taglio. Sapeva perfettamente che nessuno era lì per parlare in difesa di Mullins. Nonostante la sua “buona condotta”, non aveva ancora un amico o un difensore al mondo. E Riley era sicura che non ne meritasse neanche uno.
“Qualcun altro vuole parlare?” l’uditore chiese.
“Vorrei aggiungere soltanto poche parole” una voce in fondo alla stanza disse.
Riley sussultò. Conosceva bene quella voce.
Si girò sulla sedia, e vide le sembianze a lei familiari di uomo basso e dal grosso petto, seduto in fondo alla stanza. Si trattava di Jake Crivaro, l’ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere oggi. Riley era felice e sorpresa.
Jake si fece avanti e scandì il proprio nome ed il proprio incarico ai membri della commissione, poi aggiunse: “Posso dirvi che quest’uomo è un maestro della manipolazione. Non credetegli. Sta mentendo. Non ha mostrato alcun rimorso quando l’abbiamo preso. Quello a cui state assistendo è solo una recita.”
Jake si avvicinò al tavolo, e si protese verso Mullins.
“Scommetto che non ti aspettavi di vedermi oggi” disse, con la voce piena di disprezzo. “Non mi sarei mai perso questa giornata, tu piccolo viscido assassino di bambini.”
Il Consigliere batté il martelletto.
“Ordine!” СКАЧАТЬ