Название: Prima Che Brami
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Mackenzie White
isbn: 9781640291294
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Mackenzie rimase lì ferma un momento, facendo del proprio meglio per scacciare la sensazione di essere completamente sola.
CAPITOLO TRE
Quando Mackenzie si presentò al primo giorno di lavoro il lunedì, non riusciva a scacciare dalla mente le parole di Ellington, che si ripetevano come un mantra: Quell’uomo sa come impiegare al meglio i nuovi agenti. Tienilo a mente quando andrai a parlare con lui lunedì.
Cercò di sfruttare quel consiglio per prepararsi psicologicamente, anche perché doveva ammettere di essere nervosa. Non l’aiutò che la giornata iniziò con uno degli uomini di McGrath, Walter Hasbrook, adesso supervisore del suo dipartimento, che l’accompagnava all’ascensore come se fosse una bambina. Walter sembrava sulla sessantina ed era in sovrappeso di una decina di chili. Era un uomo senza personalità e, anche se Mackenzie non aveva nulla contro di lui, non le piaceva il modo in cui le spiegava ogni cosa come se fosse stupida.
Lo fece anche mentre l’accompagnava al terzo piano, dove un labirinto di postazioni si dipanava come uno zoo. In ogni postazione c’era un agente, alcuni che parlavano al telefono, altri che digitavano al computer.
“E questa è la sua” disse Hasbrook, indicando una postazione al centro di una delle file esterne. “Questo è il centro di Ricerca e Sorveglianza. Riceverà delle e-mail che le forniranno l’accesso ai server e la lista dei contatti di tutto il dipartimento.”
Mackenzie entrò nella postazione, sentendosi un po’ delusa ma ugualmente nervosa. No, quello non era il caso eccitante con cui sperava di iniziare la carriera, però era comunque il primo passo verso tutto ciò per cui aveva lavorato fin da quando era uscita dalla scuola superiore. Tirò a sé la sedia con le rotelle e ci si afflosciò sopra.
Il portatile che aveva davanti ora era suo. Era uno degli oggetti che le aveva elencato Hasbrook. La scrivania era sua, la postazione era sua, tutto quello spazio. Non era esattamente esaltante, ma era il suo spazio.
“Nelle e-mail troverà anche i dettagli del suo primo incarico” disse Hasbrook. “Se fossi in lei, inizierei subito. Le conviene chiamare l’agente supervisore del caso per coordinare il lavoro, ma ad ogni modo entro oggi dovrà essere già al lavoro.”
“D’accordo” disse lei, voltandosi verso il computer. Una parte di lei era ancora arrabbiata per essere stata relegata al lavoro d’ufficio. Lei voleva agire sul campo. Dopo tutto quello che le aveva detto McGrath, era quello che si aspettava.
Non importa quanto sia brillante il tuo passato, si disse, non puoi aspettarti di partire da fuoriclasse. Forse questo è il modo in cui devi pagare i tuoi debiti – oppure è il modo in cui McGrath ti mostra chi comanda e qual è il tuo posto.
Prima che Mackenzie potesse dire altro in risposta alle istruzioni secche e monotone di Hasbrook, lui si era già voltato per andarsene. Si diresse verso l’ascensore in fretta, come se fosse contento di aver concluso quel minuscolo compito.
Una volta sola nella sua postazione, Mackenzie accese il computer e si domandò perché fosse tanto nervosa.
È perché è arrivato il momento, pensò. Ho lavorato sodo per arrivare qui e adesso ci sono. Ho tutti gli occhi puntati addosso, non posso fallire – nemmeno se si tratta solo di un lavoro d’ufficio.
Controllò la posta elettronica e inviò le dovute risposte che le avrebbero permesso di iniziare l’incarico. Nel giro di un’ora, aveva tutti i documenti e le risorse necessari. Era determinata a fare del proprio meglio, per far capire a McGrath che era sprecata dietro una scrivania.
Analizzò mappe, tabulati telefonici e dati del GPS per individuare due potenziali sospettati coinvolti in un giro di traffico sessuale. Dopo un’ora che era immersa nel lavoro, si scoprì coinvolta e dedicata. Il fatto che non si trovasse in strada a dare attivamente la caccia a quei tizi non la infastidiva in quel momento. Era concentrata e aveva un obiettivo in mente, ed era tutto ciò che le serviva.
Vero, era un compito misero e quasi noioso, ma non avrebbe permesso che ciò intralciasse il proprio lavoro. Fece una pausa per il pranzo poi si rimise all’opera, lavorando con fervore per ottenere risultati. Quando la giornata stava per finire, inviò per e-mail quello che aveva scoperto al supervisore del dipartimento e se ne andò. Non aveva mai avuto un lavoro d’ufficio prima, ma quell’impiego pareva proprio così. L’unica cosa che mancava era il cartellino da timbrare.
Quando raggiunse l’auto, si permise di crogiolarsi nella delusione. Un lavoro d’ufficio. Bloccata dietro un computer e intrappolata tra le pareti di un cubicolo. Non era quello che si era immaginata.
Nonostante ciò, era orgogliosa di essere arrivata lì. Non avrebbe permesso al suo ego o alle sue alte aspettative di distogliere la sua attenzione dal fatto che adesso era un’agente dell’FBI. Però non riusciva a non pensare a Colby. Si chiese dove fosse adesso e cos’avrebbe detto se avesse scoperto che Mackenzie aveva esordito nella carriera con un lavoro d’ufficio.
E una piccola parte di Mackenzie non poté fare a meno di chiedersi se Colby, avendo deciso di andarsene, non fosse stata la più furba tra le due.
Sarebbe rimasta relegata a quella scrivania per anni?
***
Mackenzie si presentò il giorno seguente decisa a passare una bella giornata. Il giorno prima aveva fatto ottimi progressi sul suo caso e sentiva che se fosse riuscita ad ottenere risultati rapidi ed efficienti, McGrath se ne sarebbe accorto.
Subito scoprì che le era stato appioppato un caso diverso. Stavolta riguardava una frode sui permessi di soggiorno. Gli allegati delle e-mail contenevano più di trecento pagine di testimonianze, documenti governativi e gergo legale come risorsa. Sembrava incredibilmente noioso.
Furente di rabbia, Mackenzie guardò il telefono. Aveva accesso ai server, il che significava che poteva ottenere il numero di McGrath. Si domandò come avrebbe reagito se lo avesse chiamato per chiedergli il motivo di quella punizione.
Invece si dissuase dal farlo e procedette a stampare tutte le pagine degli allegati e suddividere i fogli in varie pile sulla scrivania.
Dopo venti minuti di quell’attività soporifera, udì qualcuno bussare all’ingresso della sua postazione. Quando si voltò e vide McGrath in piedi sulla soglia, rimase di stucco per un attimo.
McGrath le sorrise allo stesso modo che aveva fatto durante la cerimonia del diploma. Qualcosa in quel sorriso le diceva che davvero lui non avesse idea che lei si potesse sentire umiliata bloccata dietro una scrivania.
“Mi dispiace di averci messo così tanto a contattarla” disse McGrath. “Sono passato per vedere come se la cava.”
Lei trattenne la sfilza di risposte che aveva in mente. Fece una scrollata di spalle incerta e disse: “Bene, solo che... be’, sono un po’ confusa.”
“Come mai?”
“Be’, in più di un’occasione mi aveva detto di non vedere l’ora che diventassi un’agente attiva. Non credevo che questo implicasse starmene seduta ad una scrivania a stampare documenti sui permessi di soggiorno.”
“Oh, СКАЧАТЬ