Название: Prima Che Brami
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Mackenzie White
isbn: 9781640291294
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Alla sua destra, una macchia di vernice rossa esplose sull’asfalto a non più di quindici centimetri dal suo piede. Si riparò dietro la macchina e rapidamente raggiunse il cofano. Si mise carponi e vide i piedi di due persone più avanti, una delle quali stava andando dietro un’altra auto.
Mackenzie aveva studiato la zona dove si trovavano in quel momento. Sapeva che il punto migliore in cui trovarsi in quel parcheggio era alla base del pilastro di cemento sul quale si ergeva il lampione centrale. Come tutto il resto nella Hogan’s Alley, anche quel parcheggio era stato allestito nel modo più casuale possibile, ma i tirocinanti dell’accademia ne dovevano trarre un insegnamento. Tenendo conto di questo, Mackenzie sapeva che ci doveva sempre essere una zona chiave per il successo in ogni simulazione. In quel parcheggio, era la colonna di quel lampione. Non era riuscita ad andarci subito perché c’erano già due degli uomini davanti quando Harry aveva contato fino a tre. Adesso però doveva capire come arrivarci senza essere colpita.
Avrebbe perso il gioco se fosse stata colpita. E in ballo c’erano cinquecento dollari. Si domandò da quanto tempo fosse rispettato quel piccolo rituale pre-diploma e come avesse fatto a diventare una specie di leggenda nota soltanto ai migliori di ogni classe.
Mentre questi pensieri le attraversavano la mente, notò Harry e Cousins impegnati in una sparatoria nella zona laterale del parcheggio. Cousins era dietro una della macchine, mentre Harry stava appiattito contro il fianco di un cassonetto.
Con un sorrisetto, Mackenzie mirò a Cousins. Era ben nascosto e in realtà non poteva colpirlo da dove si trovava, ma poteva spaventarlo. Mirò all’angolo superiore dell’auto e fece fuoco. Uno schizzo di vernice blu esplose quando il suo colpo colpì il bersaglio con precisione. Vide Cousins fare uno scatto indietro, distraendosi. Harry nel frattempo ne approfittò e sparò due colpi.
Sperò che stesse tenendo il conto. Il punto della loro piccola esercitazione notturna non autorizzata era rimanere l’unico a non essere colpito. Ogni partecipante aveva la stessa arma – una pistola che sparava proiettili di vernice – e ognuno di loro aveva a disposizione soltanto il numero di proiettili standard per la Glock, l’arma che le loro pistole imitavano. Questo significava che ognuno di loro aveva solo quindici proiettili. A Mackenzie adesso ne restavano quattordici ed era abbastanza sicura che i tre uomini ne avessero sparati almeno tre o quattro a testa.
Con Harry e Cousins occupati, rimaneva solo Shawn da affrontare. Ma non aveva idea di dove fosse.
Con attenzione si mise in ginocchio e sporse la testa dalla fiancata della macchina, in cerca di Shawn. Non riusciva a vederlo, ma sentì lo sbuffo di una pistola che sparava lì vicino. Si tirò indietro nello stesso istante in cui un proiettile di vernice colpì il paraurti dell’auto. Un po’ di vernice verde le macchiò la mano mentre si ritirava, ma non contava come colpo.
Per essere eliminato, dovevi essere colpito ad un braccio, una gamba, alla schiena o al torace. L’unica cosa che non era ammessa era sparare alla testa. Anche se i proiettili erano piccoli e di plastica sottile, era risaputo che potevano causare commozioni cerebrali. E se venivi colpito all’occhio, potevi rimanere permanentemente cieco. Era uno dei motivi per cui quella piccola esercitazione non era vista molto di buon occhio all’interno dell’FBI. Sapevano che si svolgeva ogni anno, ma di solito lasciavano agli studenti quel piccolo divertimento segreto e chiudevano un occhio.
Il colpo però diede a Mackenzie una buona idea di dove si nascondesse Shawn. Era accucciato dietro il pilastro di cemento. E, proprio come aveva pensato di fare lei, adesso aveva praticamente tutti sotto tiro. Volse le spalle a Mackenzie e fece fuoco rapidamente verso Harry. Il colpo lo mancò, andando a colpire la parte superiore del cassonetto, qualche centimetro sopra la testa di Harry, il quale si abbassò quando Cousins e Shawn iniziarono a sparare nella sua direzione.
Mackenzie tentò di colpire Shawn e quasi lo prese alla spalla. Invece lui si abbassò proprio mentre sparava, facendo andare il colpo a vuoto. Contemporaneamente, sentì Cousins gridare per la frustrazione e il dolore.
“Sono fuori” disse Cousins, camminando lentamente verso il margine del parcheggio. Si mise a sedere su una panchina, dove gli eliminati dovevano starsene in silenzio. Mackenzie vide una macchia di vernice gialla sulla caviglia, dove Harry era riuscito a colpirlo.
Harry approfittò di quella distrazione e si precipitò fuori dal suo nascondiglio dietro il cassonetto. Stava andando in direzione della terza macchina parcheggiata con la sua solita velocità.
Mentre correva, Shawn uscì dal suo nascondiglio con una capriola. Prima sparò a Mackenzie per farla restare nascosta, poi si dedicò a Harry. Sparò contro di lui, colpendo il suolo a pochi centimetri dal suo piede sinistro, proprio mentre Harry balzava dietro l’auto.
Mackenzie colse l’occasione per spostarsi verso il retro dell’auto, pensando di a far uscire allo scoperto Shawn. Sparò a sinistra del pilastro di cemento, nello stesso punto a cui aveva mirato quando era davanti al cofano. Quando il proiettile colorato esplose, lui attese un attimo poi si sporse guardando verso il muso dell’auto. A quel punto, Mackenzie balzò fuori dalla parte posteriore e si avvicinò, rapida e in silenzio. Quando ebbe una buona angolazione, sparò un colpo che lo prese direttamente nel fianco. La vernice verde esplose sui pantaloni e sulla camicia. Rimase così scioccato dall’attacco che cadde all’indietro sul sedere.
“Sono fuori” gridò Shawn, rivolgendo a Mackenzie un’occhiataccia.
Si era appena incamminato verso il margine del parcheggio per raggiungere Cousins, che Mackenzie vide un movimento alla propria sinistra.
Astuta carogna, pensò.
Si abbassò, accucciandosi dietro il pilastro di cemento. La luce splendeva intensa sopra la sua testa, come un faro. Però sapeva che poteva giocare a suo favore quando il suo assalitore era in ombra. La luce sarebbe stata per lui troppo intensa, facendogli sbagliare leggermente mira.
Appena poggiò la schiena al cemento, sentì un proiettile di vernice colpire il pilastro, dal lato opposto. Nel silenzio che seguì, sentì Cousins e Shawn sghignazzare dalla panchina.
“Sarà uno spettacolo divertente” commentò Cousins.
“Più che divertente” disse Shawn, “io direi doloroso.”
Mackenzie non riuscì a trattenere un sorriso per quella situazione. Sapeva che Harry non avrebbe esitato a spararle; tra loro non c’era una relazione del tipo che lui scodinzolava per lei e l’avrebbe lasciata vincere. Erano entrambi nella stessa barca: il giorno seguente si sarebbero diplomati e sarebbero diventati agenti.
Tuttavia, avevano passato molto tempo insieme, sia in situazioni accademiche che in ambiti più amichevoli. Mackenzie lo conosceva bene e sapeva cosa doveva fare per beccarlo. Sentendosi quasi in colpa, Mackenzie si sporse lentamente e sparò, colpendo la ruota dell’auto dietro la quale si nascondeva.
Lui emerse subito dal riparo, balzando sul tettuccio. Lei fece una finta verso destra, come per tornare dietro il pilastro. Come era prevedibile, Harry sparò in quel punto. Mackenzie allora cambiò direzione e rotolò verso sinistra. Si mise a pancia sotto, sollevò la pistola e fece fuoco.
Il proiettile colpì Harry sul lato destro del petto. La vernice gialla spiccava come un sole se paragonata alle ombre in cui si nascondeva.
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