Название: Scherzi Del Natale
Автор: Marco Fogliani
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Зарубежное фэнтези
isbn: 9788873045465
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Non nascondo il fatto che sia in quella occasione che altre volte durante la giornata feci un grandissimo sforzo per non scoppiare a piangere davanti a tutti. Più di una volta con una scusa mi appartai per sfogare i miei sentimenti in un angolo del giardino o in bagno, lasciando che le lacrime sgorgassero in silenzio così come venivano, cercando solo di fare in modo che i miei singhiozzi e le mie lacrime non attirassero l'attenzione di nessuno.
Non volevo che mia figlia vedesse piangere suo padre così, come un bambino, e al tempo stesso avrei voluto che lei capisse. Capisse cosa era stata la mia vita: la mia gioia ed il mio dolore da giovane; la mia tristezza per l'attuale situazione sia mia che di Lara. Speravo che intuisse, magari solo lontanamente, quello che è l'amore con le sue diverse facce; la sua forza che ti riempie la vita e ti fa capire quello che puoi e devi fare, contro tutto e contro tutti, e con cui liberi la tua esistenza dalle banalità. Magari qualcosa quel giorno Chiara l'avrebbe intuito: ma mi sembrava così piccola!
Nel tardo pomeriggio, quando io e Chiara ci accomiatammo, eravamo stanchissimi tutti e due, cotti dal sole di una giornata trascorsa quasi completamente all'aperto, e provati dalle emozioni: soprattutto lei, che di certo aveva sperimentato tante sensazioni nuove in un giorno solo.
Avrei voluto conoscerle, le sue emozioni, sentirmi raccontare da lei le nuove esperienze che aveva vissuto: il pranzo "partecipato", in cui spontaneamente ciascuno faceva la sua parte secondo le sue attitudini e capacità, chi in cucina chi a preparare e sparecchiare la tavola e chi aiutando i vecchietti; la gara di allegria e improvvisazione, in cui ogni mezzo era valido per provocare il sorriso e la serenità natalizia negli ospiti ricoverati; le prime esperienze legate alla cura di un giardino e della preparazione dal nulla di un pranzo; tutta quella strana gente solo apparentemente senza pensieri al mondo, tra cui, guarda caso, c'era anche suo papà.
E invece, data la nostra stanchezza, il viaggio di ritorno passò senza che ci dicessimo una sola parola. Un silenzio che non volli rompere neanche per darle quelle spiegazioni che le avevo promesso, e che riguardavano la vecchia storia tra me e Lara. Le dissi soltanto, una volta fermi sotto casa sua:
"Spero che abbia passato una bella giornata".
Lei annuì, ma esitò ad uscire.
"Papà, ti devo confessare una cosa. E' stata anche mamma a spingermi a venire con te oggi, perché pensava che tu avessi un'altra donna e voleva saperlo".
Ecco, lo squallore del mondo quotidiano tornava ad affacciarsi nella mia vita, cercando di rovinarmi il Natale, pensai.
"E tu cosa le dirai?"
"Non lo so esattamente, ci devo pensare. Di certo le dirò che è proprio una stupida." Mi abbracciò a lungo, forte: poi, prima di uscire, cercò di cancellare le lacrime dal suo volto. Figlia mia, resterai sempre la mia bambina, pensai tra me, anche se stai davvero diventando grande.
BUON NATALE, BERNARD!
(2014)
Quasi per caso, la mattina di Natale dovetti passare nel mio ufficio a prendere un pacchetto regalo che avevo già preparato e dimenticato sulla mia scrivania. La sede della mia azienda, e tutto l'edificio che la ospitava, era insolitamente deserta sin dal vasto atrio; non mi ricordavo di averla mai vista così vuota. C'era solo l'addetto alla sorveglianza, che ben conoscevo, alla sua solita postazione.
“Buongiorno signor Pinkle. Come mai da queste parti?”, mi fece lui senza alzare gli occhi dalla sua rivista. Questo suo strano modo di fare, parlando senza guardare negli occhi ma al tempo stesso riuscendo a far capire che non gli era sfuggito nessun dettaglio di quanto avveniva nei paraggi, era il suo modo unico e inconfondibile per infondere sicurezza e tranquillità a chi passava di lì, o perlomeno a me.
“Ciao Mike. Ho dimenticato su una cosa. Tanti auguri di nuovo”, lo salutai.
“Guardi che c'è chi sta ancora dormendo. Credo che sia il caso di non svegliarlo. Non so se è d'accordo con me.”
Trovai queste parole, che mi raggiunsero mentre arrivavo all'ascensore, difficili da capire; ma poi guardandomi in giro ne compresi il vero significato. Seminascosto da un pilastro, la testa - capelli barba e baffi lunghi incolti e bianco grigiastri - poggiata su un sacco di iuta a mo' di cuscino, un signore con abito e cappello rosso bordato di bianco dormiva profondamente.
Un Babbo Natale addormentato. Non una bella immagine per la mia azienda, proprio nel giorno in cui egli avrebbe dovuto essere impegnato al massimo, a portar pacchi per il mondo. Ma guardandolo meglio mi trovai d'accordo con Mike: meglio non svegliarlo. Dormiva così bene. E poi io quel Babbo Natale lo conoscevo bene.
Sentivo sempre molto lo spirito del Natale, e quell'anno, seguendo i suggerimenti di un mio caro collaboratore che aveva un bimbo piccolo, avevo voluto introdurre degli ulteriori segni natalizi nel mio reparto.
Ecco quindi le novità che avevo provato ad introdurre. I regali per i bambini dei dipendenti sarebbero stati consegnati, la vigilia di Natale, non ai loro genitori ma direttamente ai bimbi da Babbo Natale in persona, durante un'apposita festicciola natalizia nei nostri uffici. Insieme ai regalini dell'azienda (che, ricordo, ha anche dei giocattoli nel suo catalogo), potevano essere consegnati anche pacchi e pacchetti affidatici dai genitori stessi. E poi la festicciola Natalizia sarebbe stata allietata non solo da addobbi, dolcetti e panettoni, ma anche da un gruppo di animatori vestiti da gnomi che avrebbero intrattenuto i piccini con spettacolini di magia.
Era riuscito tutto alla perfezione, mi ritrovai a pensare tra me e me al termine della festa, mentre con gli ultimi collaboratori rimasti riordinavamo la sala riunioni e raccoglievamo, in contenitori distinti, gli avanzi e la spazzatura. Essendomi riservato il ruolo di Babbo Natale, mi ero anche divertito molto nel consegnare i regali ai piccoli. Eppure mi sembrava che mancasse ancora qualcosa al mio Natale, meditavo mentre mi liberavo del mio costume bianco e rosso e di barba e capelli finti.
“Ci sono”, pensai. Mi disturbava il pensiero di essere tuttora in non buoni rapporti col signor Brown, il responsabile dell'ufficio vendite. Avevamo avuto un'accesa discussione di lavoro ormai più di un anno fa, e da allora lo strappo non era stato ancora ricucito. Per tanto tempo ci eravamo ignorati, boicottati, fatto una reciproca guerra silenziosa, forse per uno stupido orgoglio o un banale malinteso. Ora, sotto Natale, questa situazione mi sembrava assurda e insostenibile. Una vecchia macchia da dover finalmente lavare.
Presi in mano tutto il mio coraggio e la mia umiltà e mi decisi a contattarlo, via chat.
“Che ne diresti finalmente di fare pace e scambiarci un augurio sincero di Buone feste, qui da me, davanti ad una fetta di pandoro?”
“Grazie, buona idea. Però adesso ho da fare col signor Pepper. Magari più tardi.”
La lista dei colleghi ancora al computer era ormai ridotta al minimo, quasi tutti erano già giustamente andati a casa. L'iconcina del signor Brown da verde divenne rossa, “in riunione”. Anche il signor Pepper lavorava ancora.
“Aspetterò ancora un po'”, pensai.
“Cosa dobbiamo farne di questi pandori e panettoni avanzati?”, mi chiese intanto la signora Lisa. In effetti, eravamo stati molto abbondanti ed era avanzata parecchia roba.
“Uno lo prenda e lo porti a casa lei. Anche gli altri li dia ai colleghi. Anzi, no. Me ne lasci СКАЧАТЬ