Название: L’ascesa Del Prode
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Re e Stregoni
isbn: 9781632913326
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Kyra corrugò la fronte cercando di capire.
“Ma perché?” chiese.
Lui rimase in silenzio a lungo e alla fine sospirò.
“Possiedi…” iniziò, “… delle doti che non comprendo. Doti di cui avremo bisogno per vincere questa guerra. Doti che solo tuo zio saprà come nutrire.”
Allungò una mano e le strinse significativamente una spalla.
“Se vuoi aiutarci,” aggiunse, “se vuoi aiutare il tuo popolo, quello è il posto dove c’è bisogno di te. Non mi serve un altro soldato. Mi servono i talenti unici che puoi offrirmi solo tu. Le doti che nessun altro possiede.”
Kyra vide la sincerità nei suoi occhi e sebbene si sentisse malissimo all’idea di non poter andare con lui, si sentì rassicurata dalle sue parole e provò una crescente curiosità. Si chiese a quali doti si stesse riferendo e si chiese chi potesse essere suo zio.
“Vai e impara ciò che io non posso insegnarti,” aggiunse. “Torna più forte. E aiutami a vincere.”
Kyra lo guardò negli occhi e provò rispetto, sentì che il calore tornava e iniziò a sentirsi di nuovo bene.
“Il viaggio per Ur è lungo,” aggiunse. “Tre giorni di viaggio buoni verso ovest e nord. Dovrai attraversare Escalon da sola. Dovrai muoverti velocemente, furtivamente, evitando le strade. Si diffonderà presto la notizia di ciò che è accaduto qui e i Lord pandesiani saranno furenti. Le strade saranno quindi pericolose e dovrai stare nei boschi. Vai verso nord, trova il mare e tienilo sempre d’occhio. Sarà la tua bussola. Segui la costa e troverai Ur. Tieniti alla larga dai villaggi, stai lontana dalla gente. Non fermarti. Non dire a nessuno dove stai andando. Non parlare con nessuno.”
Le strinse le spalle con fermezza e i suoi occhi si incupirono e riempirono di un senso di urgenza, quasi spaventandola.
“Mi capisci?” la implorò. “È un viaggio pericoloso per qualsiasi uomo, tanto più per una ragazza sola. Non posso mandare nessuno ad accompagnarti. Mi serve che tu sia abbastanza forte da fare questa cosa da sola. Lo sei?”
Kyra poteva sentire la paura nella sua voce, l’amore di un padre preoccupato e lacerato. Annuì provando orgoglio per il fatto che si fidasse di lei mandandola a compiere una tale impresa.
“Sì, padre,” gli disse fieramente.
Lui la osservò attentamente, quindi annuì soddisfatto. Lentamente i suoi occhi si colmarono di lacrime.
“Di tutti i miei uomini,” le disse, “di tutti questi guerrieri, tu sei quella di cui ho maggiormente bisogno. Non dei tuoi fratelli e neppure dei miei fidati soldati. Tu sei la persona, l’unica persona, che può vincere questa guerra.”
Kyra si sentiva confusa e sopraffatta: non capiva pienamente cosa intendesse dire. Aprì la bocca per chiederglielo, ma improvvisamente percepì del movimento vicino.
Si voltò e vide Baylor, il maestro dei cavalieri, che si avvicinava con un insolito sorriso. Era un uomo basso e sovrappeso con folte sopracciglia e capelli fini e radi. Si avvicinò a loro con la sua solita camminata da spaccone e le sorrise. Poi guardò suo padre, come se stesse aspettando la sua approvazione.
Suo padre gli fece un cenno e Kyra si chiese cosa stesse succedendo mentre Baylor si girava verso di lei.
“Mi hanno detto che farai un viaggio,” disse Baylor con voce nasale. “Per cui avrei bisogno di un cavallo.”
Kyra si accigliò confusa.
“Ce l’ho un cavallo,” rispose guardando il bel destriero che aveva cavalcato durante la battaglia contro gli uomini del Lord e che ora era legato dall’altra parte del cortile.
Baylor sorrise.
“Quello non è un cavallo,” le disse.
Poi guardò suo padre che gli fece un cenno e Kyra cercò di capire cosa stesse succedendo.
“Seguimi,” le disse. E senza aspettare improvvisamente si voltò e si diresse rapidamente verso le scuderie.
Kyra lo guardò andare, confusa, poi guardò suo padre. Lui annuì.
“Seguilo,” disse. “Non te ne pentirai.”
Kyra attraversò il cortile ricoperto di neve insieme ad Anvin, Arthfael e Vidar, dirigendosi felice verso le basse scuderie di pietra in lontananza. Mentre camminava Kyra si chiese cosa avesse inteso dire Baylor, chiedendosi quale cavallo avesse in mente per lei. Nella sua testa un cavallo non era poi tanto diverso da un altro.
Mentre si avvicinavano alla scuderia, ora ad almeno cento metri di distanza, Baylor si voltò verso di lei sgranando gli occhi per il piacere.
“La figlia del nostro signore avrà bisogno di un bel cavallo che la porti ovunque debba andare.”
Il cuore di Kyra iniziò a battere più rapidamente: non le era mai stato dato un cavallo da Baylor prima d’ora, un onore generalmente riservato solo ai guerrieri che spiccavano di più. Aveva sempre sognato di averne uno quando fosse stata abbastanza grande e se lo fosse guadagnato. Era un onore di cui neppure i suoi fratelli più grandi ancora non godevano.
Anvin annuì con orgoglio.
“Te lo sei guadagnato,” le disse.
“Se sei in grado di gestire un drago,” aggiunse Arthfael con un sorrise,” puoi sicuramente fare lo stesso anche con un cavallo da maestro.”
Mentre le scuderie si facevano più vicine, una piccola folla iniziava a raccogliersi lì attorno unendosi a loro mentre camminavano. Gli uomini fecero una pausa dal raccogliere armi, chiaramente curiosi di vedere dove la stessero portando. Anche i suoi due fratelli più grandi, Brandon e Braxton, li seguirono guardando Kyra senza parole e con la gelosia negli occhi. Distolsero subito lo sguardo, come al solito troppo orgogliosi per riconoscere il suo valore, tantomeno per offrirle un qualche apprezzamento. Tristemente Kyra non si sarebbe aspettata niente di diverso da parte loro.
Udì dei passi e sollevò lo sguardo, felice di vedere l’amica Dierdre che pure si univa a lei.
“Ho sentito che te ne andrai,” disse portandosi al suo fianco.
Kyra continuò a camminare accanto alla nuova amica, confortata dalla sua presenza. Ripensò al tempo passato insieme a lei nella cella del governatore e alla sofferenza che aveva dovuto sopportare prima di fuggire. Si sentiva fortemente legata a lei. Dierdre aveva attraversato un inferno ben peggiore del suo e guardandola Kyra si chiedeva cosa ne sarebbe stato di lei. Si rese conto che non poteva lasciarla sola in quel forte e basta. Con l’esercito diretto verso sud, Dierdre sarebbe rimasta sola.
“Potrei usufruire di un compagno di viaggio,” le disse, un idea prendeva forma mentre la esponeva.
Dierdre la guardò sgranando gli occhi per la sorpresa e sorrise facendo scomparire l’aura di oppressione che l’aveva avvolta fino a pochi istanti prima.
“Speravo davvero che me l’avresti chiesto,” rispose.
Anvin, udendo, si accigliò.
“Non so se СКАЧАТЬ