Le Regole Del Paradiso. Joey Gianvincenzi
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Название: Le Regole Del Paradiso

Автор: Joey Gianvincenzi

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современная зарубежная литература

Серия:

isbn: 9788873049821

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СКАЧАТЬ di capire cosa stesse succedendo dato che non si era mai imbattuta in una scena di quelle proporzioni, nonostante si trovasse da ormai tre anni nel peggiore dei licei. Si era formata una specie di platea composta da decine e decine di ragazzi che avevano circondato i due compagni in lite. Gettando un’occhiata a quello che era diventato il ring, riconobbe immediatamente Adrian, uno dei tanti bulli che quel giorno se la stavano prendendo con Tim Hallen, il vincitore della gara di violino dell’anno precedente.

      La metà dei ragazzi aveva il telefonino in mano e, tra urla e risate, filmava l’accaduto.

      â€œFemminuccia, è vero che scopi il tuo bel violino?” gridò a gran voce Adrian. Tim era in ginocchio, lo guardava con aria terrorizzata e aveva le mani protese in avanti come se sapesse che stava per ricevere un calcio in faccia.

      â€œChe fai ti infili nel culo la stecca o direttamente tutto lo strumento?” lo canzonò ancora Adrian mentre si sbatteva ripetutamente un pugno sul di dietro; i suoi amici erano piegati in due dal gran ridere, mentre altri sputavano addosso al povero ragazzo ormai completamente paralizzato dalla paura.

      â€œAdesso ti devo cacciare in quel cervello da imbecille che non puoi prendermi a spallate come hai appena fatto altrimenti te la passi male, mi sono spiegato?” disse ancora Adrian, puntandogli il dito.

      â€œIo non ti ho visto, ti ho già chiesto scusa!” gridò disperato Hallen.

      Adrian gli sferrò un calcio sulla spalla destra scaraventandolo a terra. Dopo decine di grida da parte degli spettatori ormai fomentati dalla scena che finalmente iniziava a scaldarsi, Adrian decise di dare spettacolo e iniziò a sferrare altri calci al ragazzo che giaceva a terra indifeso.

      â€œSono o no un cazzo di campione?” domandò ai suoi amici alzando le braccia come un pugile.

      â€œSei grande, Adrian!” rispose uno di loro cercando di battergli il cinque anche se il suo idolo non lo calcolò minimamente.

      â€œAlzati, pezzo di merda!” gridò il bullo mentre pensava a cosa avrebbe potuto fare per rendere unico il suo spettacolo. Tim ancora era a terra.

      â€œNon... non respiro... smettila ti prego!” supplicò affannosamente mentre cercava almeno di mettersi in ginocchio. Tossiva e schizzi di sangue coloravano il pavimento.

      â€œChe cosa cazzo sentono le mie orecchie? Era un comando o sbaglio?” disse mentre gli sferrava un pugno dietro la schiena. La faccia di Tim era incollata al pavimento.

      Jane rimase immobile e fissava senza parole Adrian; non riusciva a capire perché quel senso di inadeguatezza verso la vita riuscisse a trasformare un semplice ragazzo in una furia che si scatenava contro uno degli studenti più calmi e intelligenti. Rimasta impietrita con i pensieri congelati su quelle domande senza risposta, Jane pregò per Hallen: pregò vivamente che non morisse.

      A un certo punto qualcuno si accorse che lui stava per intervenire: la persona che mai nessuno si sarebbe augurato di far arrabbiare, uno dei criminali più giovani del quartiere e, senza ombra di dubbio, il più violento: Steven Taylor. Arrestato per detenzione illegale di sostanze stupefacenti, occasionale traffico di armi, era conosciuto per le atroci gesta grazie a cui si era guadagnato il primo posto tra tutti i teppisti e i bulli della zona. Occhi scavati, denti stretti, sguardo pesante, quasi due metri di altezza per 120 chili di peso, braccia massacrate da cicatrici e niente da perdere.

      Non appena si avvicinò alla cerchia di persone, alcuni ragazzi si spostarono per farlo passare.

      Quando Steven entrò nel ring improvvisato dai due ragazzi, Adrian lo guardò con stupore rendendosi conto che aveva conciato per le feste il secchione di turno convincendosi che non c’era nulla da temere e che il boss si sarebbe complimentato. Sarebbero diventati amici o magari, proprio se si voleva fantasticare, Steven avrebbe iniziato a temerlo sul serio, vista la violenza con cui aveva massacrato di botte Tim.

      â€œCiao, Steven!” disse il bullo facendogli un cenno con la mano.

      â€œAdesso ci penso io” avvertì lui. Dopo quelle parole, si ruppe il silenzio che si era creato e non c’era una singola persona che non urlasse o che non fosse fuori di sé: finalmente lo avrebbero visto all’opera.

      Jane si mise le mani nei capelli, esterrefatta e preoccupatissima per Tim. Era sicura che, con l’intervento di Steven, la sua fine sarebbe stata assicurata.

      Le persone intente a godersi lo spettacolo sembravano moltiplicarsi senza sosta. Nessuno badava alla campanella, che suonò per la seconda volta avvertendo tutti che era arrivato il momento di tornare nelle aule perché stava succedendo qualcosa di irripetibile: neppure Jane, bloccata dalla paura e dalla preoccupazione, si accorse che il break mattutino era terminato e che le lezioni stavano per riprendere.

      â€œTe lo lascio con piacere questo stronzetto!” gridò entusiasta.

      Steven si avvicinò a Tim mentre alcuni ragazzi erano in delirio. A un certo punto si accovacciò, girò il ragazzo facendogli assumere una posizione supina e, con la mano sinistra, cercò di alzargli un po’ la testa mentre con la destra iniziò a schiaffeggiarlo delicatamente per svegliarlo dallo stato di semincoscienza.

      â€œChe… Che succede…” disse finalmente Tim aprendo con fatica gli occhi.

      Quando si ritrovò Steven davanti constatò che sarebbe stato meglio rimanere a terra a perdere sangue fino a morire del tutto.

      â€œIo…” gli mancava la fatica anche per giustificarsi.

      â€œNon parlare, hai preso botte ovunque e devi andare immediatamente in ospedale” sentenziò Steven. Alzò la testa e si rivolse a una ragazza con i capelli verdi.

      â€œRazza di imbecille, chiama immediatamente un’ambulanza” ordinò. La ragazza interruppe il video che stava facendo e obbedì all’istante.

      Steven si rivolse a un altro ragazzo e gli disse di togliersi la felpa e lanciargliela per metterla dietro la testa di Tim, come fosse un cuscino.

      Nessuno urlava più. Nessuno stava capendo. Quello era davvero Steven Taylor?

      L’energumeno si alzò lasciando Tim e si girò con uno sguardo assassino verso Adrian.

      â€œLo sai quando divento veramente cattivo?” tuonò lui avvicinandosi.

      Adrian pregò di morire, ma il suo desiderio non venne esaudito.

      â€œIo non…” ogni risposta sarebbe stata infinitamente inutile.

      â€œLa violenza, quella vera, si usa contro quelli che fanno violenza gratuita” sussurrò Steven, come se nessuno dovesse sentire.

      Allargò le palpebre fino a rendere chiaramente visibile il colore bianco che faceva da sfondo ai suoi occhi scuri.

      â€œPagherai per essere stato violento contro chi non ti aveva fatto niente e a fartela pagare sarò io stesso” dichiarò Steven.

      Il bullo cercò di fuggire, ma Steven gli corse dietro fino a raggiungerlo. Con un solo pugno sul cranio riuscì ad atterrarlo e, non appena lo vide sul pavimento, ci si buttò sopra con tutto il peso iniziando a strozzarlo; СКАЧАТЬ