Название: Il Ventottesimo Libro
Автор: Guido Pagliarino
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Философия
isbn: 9788873044031
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"Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno lâAltissimo.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli dellâAltissimo.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli".
Qui s'è rivolto ai discepoli e ha aggiunto qualcosa d'inaspettato: "Beati tutti voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. Voi siete il sale della terra; ma se il sale non avesse più il sapore, come si potrebbe restituirglielo? Potrebbe solo essere buttato via e calpestato. Voi siete la luce del mondo. Una città sopra a un monte non può restare nascosta. Neppure si accende una lucerna per metterla sotto il moggio29 dellâorzo; si pone invece sul lucerniere perché illumini tutta la casa. Così risplenda davanti agli uomini la vostra luce, affinché vedendo le vostre opere buone gli uomini rendano gloria al vostro Padre celeste".
Nel ritorno, Giuda Iscariota, sconcertato, ha detto a bassa voce ai compagni vicini: "Chi mai potrebbe perseguitare i seguaci del re Unto protetto dallâAltissimo? Suvvia! e poi, ditemelo voi: conquistare un regno con quelle idee?! No, penso che voglia mettere a prova la nostra lealtà ". Giovannino s'è intromesso: "Secondo me, non c'entrano i regni terreni"; ma è stato zittito dallâIscariota con le parole: "â¦e cosa, se no? I diabolici regni marini30 ?". "No, Giuda, egli ha parlato dei cieli", ha insisito il giovinetto; "â¦e via! cosa vuoi capirne tu che sei poco più dâun bambino?". à intervenuto Giuda figlio di Taddeo: "Io penso che Gesú abbia voluto avvertirci che la conquista del regno sarà un'azione lunga, densa di pericoli, e che dovremo fare attenzione a non perdere la vita: in guerra è sempre così, c'è chi muore e c'è chi sopravvive per godersi la vittoria". "Sì", s'è aggiunto Filippo, "lo immagino anch'io; però abbiamo capito che creerà un regno di totale pace, e d'altronde non è forse promesso dalle Scritture?". Quando i condiscepoli mâhanno riferito quelle parole del Maestro, ho riflettuto anch'io, e penso d'aver capito almeno questo: Gesú vuol avere le folle dalla sua prima di prendere il potere. Assicurare la giustizia è di certo il modo migliore per ingraziarsele: chi, essendo un poveraccio, non seguirebbe colui che lo comprende e gli promette giustizia?! Penso che, inoltre, abbia voluto far sapere che sarà un re mite. Una cosa è comunque certa, che Gesú è il Messia: quello stesso giorno, mentre stavano per arrivare a casa, ha detto ai discepoli: "Non pensiate che io sia venuto ad abolire la Torah o i profeti; non sono venuto per questo ma per dare compimento, perché si capisca che la giustizia non viene dall'osservanza di formalità e nemmeno, soltanto, dal seguire i comandamenti, come fanno certi farisei che s'illudono d'essere santi, ma viene dal perdonare gratuitamente. A che serve pregare lâAltissimo se non si perdona?! A che serve non rubare se si odia qualcuno?! Non bisogna rubare e neppure bisogna odiare. Ordina il Signore nel Levitico: Desidera per il tuo prossimo quello che desideri per te, e lâAltissimo non dice solo per il prossimo amico; e nei Proverbi ci dice: Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare, se ha sete dagli da bere; così voi dovete fare il bene a tutti, anche agli avversari". à chiaro che Gesú ha inteso proclamarsi ufficialmente il re Unto, il Messia promesso dalle Scritture, ché dopo pochi passi ha aggiunto: "Vi dico in verità : finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure il più piccolo segno dell'alfabeto della Legge, neppure il puntino dello jod, o un trattino, senza che tutto quanto ho detto sia compiuto. Chi trasgredirà uno solo dei miei precetti dâamore, anche minimi, e insegnerà agli altri a fare lo stesso sarà considerato minimo nel regno dei cieli": egli ha detto "miei precetti", miei per evidenziare châegli è senzâaltro il Messia del Signore che parla come sua voce. Ha continuato: "Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini sarà considerato grande nel regno dei cieli. Vi dico che se la vostra giustizia non supererà quella solo formale degli scribi e di quei farisei ipocriti che ruotano attorno al sinedrio, non entrerete nel regno dei cieli". Ho capito che noi discepoli dobbiamo essere concretamente giusti per ingraziarci il popolo, altrimenti non saremo nominati ministri del regno o, peggio ancora, ne saremo esclusi. Chi sa perché lo chiama "dei cieli"? Sarà questo il nome che gli darà ? Poiché lâAltissimo non può essere mai chiamato col suo vero nome, cielo oppure regno dei cieli è da sempre una delle espressioni che lo designano. Sarebbe dunque come chiamare il nuovo regno: lâAltissimo. D'altra parte, essendo Gesú il suo Messia, forse proprio questo vuole lâAltissimo, un regno dove venire lui stesso a passeggiare, come faceva nell'Eden; anzi, che in qualche modo coincida con lui: il pensiero mâè venuto proprio spontaneo, anche se non mi è chiaro.
Giacomo Bar Zebedeo mâha raccontato che, giorni dopo il discorso sullâaltura, e questo lo sapevo anch'io perché la notizia era corsa, uno zelota ha tagliato la gola a tradimento a un soldato dâuna decuria di ronda, isolatosi un momento per un suo bisogno corporale; lâuomo non ha fatto in tempo a fiatare prima di morire e accasciarsi sul suo sterco, ma lâassassino è stato visto, benché circospetto, allontanarsi tra i cespugli dal decurione, che sâè insospettito e lâha fatto catturare. Poco dopo sâè scoperto il cadavere e i superstiti hanno caricato di legnate il partigiano. Il Maestro lâha poi visto percorrere sanguinante in mezzo ai soldati la via centrale della città , in catene, verso la caserma dove sarebbe stato processato e condannato alla crocifissione; il suo cadavere sarebbe stato lasciato in pasto ai rapaci per tre giorni, prima dâessere calato dalla croce. Intanto, nel vederlo passare Gesú ha avuto per lui, che pesto comâera si trascinava con enorme fatica e grave dolore, un'espressione di gran compatimento. Quando l'uomo e i militi non sono più stati alla vista, il Maestro ha rivolto lo sguardo ai suoi discepoli e ha detto loro: "Sapete châè antico precetto di non assassinare e che chi ha ucciso devâessere processato. Io dico di più: chiunque si arrabbia col prossimo sarà sottoposto a giudizio, o chi lo diffama dicendolo falsamente stupido, oppure pazzo, così danneggiandolo nei quotidiani rapporti umani31 ; e il reo sarà condannato alla Geenna". Penso che con Geenna abbia inteso pena di morte. Sappiamo infatti, dal libro di Geremia, che il luogo era usato anticamente dai pagani per i sacrifici umani a Moloc, il principe delle mosche. Oggi, comâè noto, è l'immondezzaio di Gerusalemme e vi si bruciano le cose inutili, così che finiscano per sempre nel nulla. Invero c'è chi dice che il fumo non è il nulla, ma comunemente la gente intende così. I condannati a morte dal re Unto saranno bruciati in quel luogo pestifero e fatti cadere per sempre nel nulla?32 Certo che essere bruciati solo per un insulto, e per di più tra le immondizie...! Forse questo non piacerà al popolo: vorrei dirlo a Gesú, ma non oso. Il Maestro, e questa me l'ha riferita Giovannino, ha aggiunto: "â¦dunque, se mentre presenti l'offerta all'altare ti ricordi che uno ha qualcosa contro di te, lascia il dono, riconciliati e poi torna a offrire il dono: è inutile pregare se non si cerca prima СКАЧАТЬ