Название: Scherzi Del Mare
Автор: Marco Fogliani
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современная зарубежная литература
isbn: 9788873042822
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“Dovete stare attenti! Il mare è diventato molto più pericoloso oggigiorno di quanto non lo fosse quando ero fanciulla. Proprio poco fa è caduto un affare come non se ne erano mai visti, lungo forse più di dieci tentacoli, con delle enormi pinne laterali. Doveva essere un pesce ferocissimo quando era in vita. Con una scorza durissima che nessuno è ancora riuscito neppure a scalfire. Molto diverso anche da quel buffo scorzone acuminato che giace da anni sul fondo della valle delle punte.”
Non aveva neanche finito di parlare che i due giovani avevano già raccolto quella che era sembrata loro una sfida, e avevano cominciato a perlustrare i fondali alla ricerca del mostro. Non fu difficile trovarlo. Le sue enormi pinne emanavano ancora calore. I tentacoli dei due fratelli non riuscirono né a scalfirlo né a spostarlo di un millimetro, così come non ci riuscivano numerosi altri tentacolati, tuttora presenti sul posto, che stavano coordinando i propri movimenti e le proprie energie in uno sforzo di gruppo.
“Se fosse stato un pesce, avremmo avuto una scorta di cibo enorme”. Era quello che pensavano tutti. “Almeno sui classici scorzoni qualche pesce lo si trova sempre; ma qui, anche se ce ne fossero all’interno, non riusciremmo mai a tirarli fuori.”
Ma come dice un noto proverbio sottomarino, il banco si muove sempre in gruppo. E così a quell’evento ne seguirono altri non meno strani e preoccupanti, tutti molto ravvicinati sia nello spazio che nel tempo.
Non trascorse più di un giorno che cominciò a percepirsi un tremito. Era lo stesso tipo di rumore che da anni si erano abituati (e rassegnati) a sopportare, ma sempre isolatamente e per pochi istanti. Questo nuovo, continuo ed ininterrotto, era però ben altra faccenda. Disturbava loro il sonno e la veglia; faceva scappare le prede. Non riuscivano neanche più ad accoppiarsi. Presto erano tutti così nervosi ed agitati, che per un nonnulla scoppiavano risse e litigi. Decisero perciò di riunire il consiglio di zona (era tantissimo che non si faceva più). La proposta che stava avendo maggior seguito era quella di emigrare tutti in un’altra regione abissale, con i rischi che ciò avrebbe comportato.
Erano ancora riuniti in questa loro assemblea, quando una fastidiosa luce cominciò a calarsi dall’alto. Dapprima si intravvide appena; poi, mano a mano che scendeva, diventava sempre più abbagliante e fastidiosa. A partire dai più anziani cominciarono a disperdersi e a cercare rifugio. Il presidente, prima di allontanarsi, proclamò che il consiglio avrebbe ripreso la riunione dopo pochi minuti più in là, ai confini con la valle delle punte. Era una scelta non del tutto priva di pericoli ed incognite, perché quel territorio costituiva motivo di continue scaramucce con un’altra tribù di tentacolati.
Dirko e Dalko, insieme ad un’altra mezza dozzina di giovani, non digerirono questa decisione.
“Questo territorio è nostro, e lo difenderemo a qualunque costo. Nessuno si è mai permesso di disturbare le nostre riunioni, e tantomeno di contrastare il nostro predominio tra questi confini. Dovranno vedersela con noi.”
Un drappello di tentacolati li seguì mentre salivano verso quella luce. Alcuni cercarono di intorbidare l’acqua con la sabbia, oltre che con tutto l’inchiostro che avevano in corpo. Altri, che avevano notato come i raggi luminosi fossero indirizzati verso il basso, cercarono di raggiungere l’obiettivo dall'alto, con una manovra aggirante. Quella lampada, ed il sottile cavo che la sorreggeva, furono aggrediti da una schiera di forti tentacoli impazziti dall’odio; chi tirava da una parte, chi dall’altra, con la rabbia e la forza in genere riservata ai pesci più feroci e pericolosi. In quello scuotimento la luce cominciò prima a vacillare e poi ad attenuarsi, finché, portata a fracassarsi contro una parete rocciosa, si spense completamente lasciando precipitare alcuni suoi frammenti verso il fondale nuovamente oscuro.
La lotta non fu del tutto indolore. Qualcuno nella foga ci rimise qualche pezzo di tentacolo; altri, a contatto con la sorgente luminosa, si procurarono ferite ed arrossamenti, in alcuni casi anche molto dolorosi.
Quei valorosi giovani furono da allora in poi trattati per quello che effettivamente si erano dimostrati: degli eroi coraggiosi. Ebbero pieno riconoscimento da tutti, anche dai più anziani, i quali li incaricarono della difesa del territorio per quanto fosse nelle loro capacità. Raccomandarono loro la massima prudenza perché ritenevano che il pericolo non poteva certamente dirsi passato. I più, anzi, supponevano che la situazione sarebbe presto peggiorata, dopo quanto accaduto.
Così mentre i più anziani, cercando di allacciare relazioni pacifiche coi vicini, si preoccupavano di spianare la strada ad una eventuale emigrazione, i giovani eroi si incaricarono della sorveglianza, organizzando turni di ronda ed attrezzandosi contro un nuovo possibile attacco. Furono predisposti ripari di emergenza e raccolte scorte di sassi e altri frammenti di scorzoni, considerati i mezzi più validi per contrastare eventuali altri pericoli provenienti dall'alto.
Il ricordo di quella luce dall'alto era ancora vivo in tutta la comunità (da allora il brusio di sottofondo non era cessato neanche per un istante) e la scorta di pietre non era ancora stata ultimata, quando sopravvenne un altro pericolo. Era una grossa palla con tanti occhi, che scendeva dall'alto non verticalmente come un sasso, ma con ampie volute e giri irregolari, come un pesce già sazio ancora in cerca di cibo. Era di colore giallo, il che più della sua flebile luce intermittente e fluorescente aveva messo in allarme i giovani di guardia e tutti gli altri, rapidamente distolti dalle loro attività per fronteggiare la nuova emergenza. Tra quel giallo gli occhi liquidi lasciavano intravedere altri piccoli pesci fluttuanti: nulla però che facesse pensare ad un'indole aggressiva.
"Vacci piano. Sembra abbastanza robusto e tranquillo. Forse non ha intenzioni cattive, e si allontanerà con la corrente così come è venuto." Dalko era sempre stato per natura il più prudente tra i due fratelli, ed aveva sempre mostrato un particolare interesse nell'osservare sia i pesci che gli scorzoni in cui gli capitava di imbattersi nelle sue passeggiate oceaniche. Dirko era invece più aggressivo: e data la sua mole non aveva paura di nulla.
Quel mostro giallo si fermò davanti a loro. Da dentro ai suoi occhi altri occhi sembravano fissarli. Dalko, osservato, lo studiava a sua volta con curiosità ed un poco di apprensione. Dirko invece era pronto a scattare, come un duellante sul punto di metter mano all'arma, e percepiva nell'intruso il suo stesso atteggiamento.
"Stai calmo, Dirko, non ti innervosire". Gli altri tentacolati osservavano un po' più distanti, non sapendo cosa fare e cosa aspettarsi.
"Se non se ne va da solo e in fretta lo convincerò io in un modo o nell'altro". Le dimensioni dell'intruso erano maggiori delle sue; ma Dirko aveva con sé la tranquillità di tanti amici pronti a venire in suo sostegno se necessario. Fu così che, quando la sfera gialla fece un ulteriore movimento lento e guardingo verso il fondale della comunità, Dirko le si avventò contro senza esitazione.
Si creò una situazione incredibile. Una massa di tentacoli si accanì contro quella sfera liscia, ricoprendone buona parte; ma ogni sforzo sembrava vano. Forse semplicemente non riuscivano a fare presa, o a trovare un punto debole nel nemico; il quale apparentemente sembrava inerme, immobile, senza armi di offesa né di difesa a parte l'impenetrabilità del suo guscio. Gli altri tentacolati non resistettero СКАЧАТЬ