Название: Scherzi Del Mare
Автор: Marco Fogliani
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современная зарубежная литература
isbn: 9788873042822
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"Bene: se adesso mi lasci andare, vado a prenderti i pesci che ti ho promesso", mi disse lui.
"Generoso lo sono sì, ma mica scemo. Chi mi garantisce che tu non scapperai appena ti libero dall'amo, senza mantenere la tua promessa? Anche perché di pesci che parlano, promettono e mantengono, in fede mia credo che non ce ne sia alcuna traccia nella storia del mondo."
E così dicendo lo liberai sì dall'amo, ma non prima di averlo legato per la coda ad un altro filo altrettanto robusto. E lo legai così stretto, per paura che si potesse divincolare aiutandosi con le sue squame scivolose, che forse ne soffrì ora più per questa stretta che non per l'amo che aveva in bocca in precedenza.
"Malfidato che non sei altro. Ma vedrai che ti pentirai amaramente di questa mancanza di fiducia: perché se tu mi avessi liberato completamente, ti avrei reso l'uomo più ricco della nazione. Non hai forse capito che sono un pesce magico? O pensi che qualunque pesce possa parlare?"
"Sì, puoi ben dire che sono malfidato; ma se nella vita avessi sempre dato credito a chi faceva promesse straordinarie come le tue, a quest'ora non sarei certo qui tranquillo a pescare, ma povero a elemosinare da qualche parte. E comunque sono stato di parola ed ho esaudito la tua richiesta, dato che tu volevi che ti liberassi dall'amo e ti lasciassi in acqua. Ora tocca a te essere di parola: tra un attimo metterò le ceste ai bordi della barca, e tu riempile."
Ma nonostante le mi precauzioni quello, una volta in mare, con un guizzo si liberò subito della stretta alla coda. Me l'ha fatta, pensai, salutando tra me e me l'idea di tornare a casa con abbondante pesce. Ma mi sbagliavo.
"Ti ho ben detto che sono un pesce magico. Ma quello che non ti ho detto è che volendo potrei tranquillamente restare fuori dall'acqua quanto voglio, e persino camminare e correre."
E per dimostrarmelo saltò di nuovo sulla mia barca, quasi ballandomi intorno come a sfidarmi di prenderlo. Ma dopo un po', visto che non raccoglievo la provocazione (ormai era chiaro che era davvero magico, e che aveva voluto solo mettermi alla prova), si ributtò in acqua.
"Però sono un pesce di parola, e manterrò quanto promesso."
E infatti in pochi minuti aveva riempito le mie tre ceste, tutte quelle che avevo a bordo, l'una di soli molluschi e crostacei, l'altra di pesci grandi e l'altra di pesci piccoli; alcuni portandoceli con la bocca, e altri che ci saltavano dentro da soli, come per magia. Tanto che poi sono dovuto passare al mercato del pesce, a cercare qualcuno che mi comprasse quello che avanzava alle mie necessità."
"Addirittura!", gli feci io.
"Già", mi rispose. "Però a pensarci bene credo che una parte del merito per tutto questo pescato sia stata anche tua. Mi hai augurato buona fortuna, e me ne hai portata davvero tanta, forse come non ne ho mai avuta. Lo so che se ti invito a pescare mi dici di no: ma che ne diresti allora di venire a cena da me, stasera? Penso a tutto io: magari tu porta solo una buona bottiglia di vino, bianco, naturalmente."
"Perché no, Osvaldo. Ci sarò. Va bene per le sette e mezza?"
"Va bene. Allora adesso ti lascio, che devo fare un salto al mercato del pesce. A stasera, allora."
Osvaldo uscì, ed io rimasi con calma a finirmi il caffè.
"E tu che cosa ne pensi di quello che ha raccontato il mio amico Osvaldo?", chiesi a Vincenzo, il barista, che in quel momento era impegnato a lavare alcune tazze. "Trovi che ci sia anche solo qualcosa di ragionevolmente credibile in tutto quello che ha detto?"
"Scusami, ma non sono stato a sentire cosa ha detto", mi rispose lui senza pensarci troppo.
"Frottole. Tutte frottole da pescatore", continuai io. "Mi chiedo perché mai i pescatori siano tutti così, almeno quelli che conosco: fantasiosi ed esagerati. Forse star fuori la notte, saltare i ritmi naturali del sonno e della luce gli fa questi scherzi. Chissà."
Gli pagai il mio caffè e feci per uscire.
"Ehi, aspetta. Stai dimenticando qualcosa qui sul banco. O forse l'ha lasciato qui il tuo amico. Come si chiama?"
"Osvaldo", gli risposi. Io non avevo niente con me. Controllai se fosse roba di Osvaldo. In effetti c'erano delle fatture del mercato ittico, e c'era su il suo nome come venditore. Poi c'era qualche altra cosa che non capivo cosa fosse, e … questa cos'era? Una foto. Fatta di sera, col flash. Aveva in braccio un pesce gigantesco, quasi più grande di lui. E, sembra strano a dirsi, questo grande pesce pareva proprio che sorridesse.
I MOSTRI MARINI
Vi chiedo scusa sin da ora se talvolta nella mia traduzione ho dovuto fare consistenti arrangiamenti oppure ho dovuto trascurare alcuni dettagli: vuoi perché io stesso certe cose non sono riuscito a comprenderle, vuoi perché taluni concetti di per sé non sono facilmente afferrabili da un ascoltatore umano. Il fatto è che ho raccolto questa storia alla fonte, cioè proprio laggiù nel profondo dell’oceano, dove si è svolta.
E’ bene quindi che vi spieghi in anticipo come ho utilizzato alcune parole, e come vadano interpretate.
Quando parlo di “tentacolati” mi riferisco ad una di quelle specie di calamari giganti che abitano le zone più profonde degli abissi marini. Un tentacolo, oltre ad una loro parte anatomica, è anche l’unità di lunghezza da loro adoperata: corrisponde al tentacolo più lungo di un adulto di medie dimensioni.
Persino le parole mamma, figli, maschi e femmine hanno un significato molto relativo per una specie di cui si conosce biologicamente e zoologicamente così poco, e di cui ogni nuovo esemplare del quale veniamo in possesso contribuisce a migliorare la nostra conoscenza. Giorni e settimane significano ancora meno, là dove una luce che filtra può considerarsi solo come un evento miracoloso (o catastrofico).
Nel loro linguaggio, la parola “pesce” indica qualunque essere che è o è stato vivo, ed in quanto tale può costituire nutrimento; perciò organismi in genere, ed in particolare animali. Gli “scorzoni” sono invece tutto ciò che è costituito da materiale molto duro e non commestibile. Così vengono chiamati, tra l'altro, gli oggetti pesanti e generalmente metallici che precipitano dalle alte quote: si tratta per lo più di relitti di imbarcazioni di ogni tipo, cavi, tubature o simili.
Quanto alla “Valle delle punte”, per finire, non so dirvi esattamente dove si trovi, ma penso che sia non molto distante da dove, nell’agosto 2002, si è verificato un famoso disastro aereo in cui, nel tentativo fallito di un ammaraggio di fortuna, morirono quasi duecento persone i cui corpi non sono stati ancora recuperati, e forse mai lo saranno.
I fratelli Dirko e Dalko erano due giovani esemplari maschi tentacolati, nel pieno delle loro forze e del loro vigore, ed anzi si poteva dire che fossero straordinariamente più robusti dei loro coetanei consimili.
Erano coraggiosi più di chiunque altro; anche troppo, pensava la loro mamma. Non sembravano preoccuparsi eccessivamente né del calore, né della luce o del rumore che salendo di quota diventano fastidiosi СКАЧАТЬ