Due. Eva Forte
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Название: Due

Автор: Eva Forte

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Зарубежные любовные романы

Серия:

isbn: 9788873041320

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СКАЧАТЬ playlist è Adagio di Lara Fabian. Ogni volta che l'ascolto ho un balzo al cuore e ripenso a mio nonno e al forte legame che avevo con lui. I miei genitori sono morti che ero piccola e così lui si è preso cura di me, cosa che ha fatto fino a quando un brutto male se l'è portato via lo scorso anno, lasciandomi la casa dove ora vivo e un forte vuoto nel cuore. Mi viene subito in mente la sua casa in montagna, qui vicino a Roma, e le bellissime giornate estive trascorse insieme sui prati o a curare il suo piccolo orto, o le domeniche invernali passate davanti al caminetto ad ascoltare le sue storie sulla guerra e i tempi lontani. Gran parte delle memorie della mia famiglia le devo a lui, ricordo pochissimo di mia madre e mio padre se non attraverso i suoi racconti. E così rivedo davanti ai miei occhi la stanza scura, piena di oggetti raccolti negli anni. La vetrinetta con le ceramiche appartenute a mia nonna, le foto di tutta la famiglia sulla madia in fondo alla stanza. Noi due seduti sulle antiche sedie a dondolo, con i cuscinoni rossi e il tappeto morbido in mezzo a noi. L'unica luce arrivava dal caminetto accesso, tra lo scoppiettio del legno e il calore sulle gambe che andava scemando fin sopra il volto. La sua voce è sempre impressa nei miei ricordi, così possente e un po' roca, che raccontava per ore aneddoti e storie di vita in tono sommesso e vellutato. Mi perdevo nelle sue parole e vagavo in posti lontani e familiari, quasi come se avessi vissuto io stessa quelle avventure che ormai conoscevo a memoria ma che volevo sentire come fosse la prima volta. Spesso ero io a richiedere questa o quella storia, mentre altre volte ci arrivavamo attraverso eventi accaduti nella giornata e che riportavano alla memoria fatti di vita passata. Vorrei sempre ricordarlo solo così, dimenticando gli ultimi mesi passati in ospedale dove era tornato indifeso come un bambino, ma sempre forte e fiero della sua vita. Anche li non aveva perso la voglia di raccontare e di darmi forza, fino al giorno in cui ci siamo addormentati insieme in quella fredda stanza dove era ricoverato ormai da tanto: la sera prima aveva voglia di parlare con me, di raccontarmi cose che voleva si fermassero nella mia mente per sempre. Nonostante la stanchezza di un uomo ormai vecchio, siamo stati tutta la sera fino a tardi a chiacchierare, anche io questa volta avevo raccontato molto di me e lui mi aveva dato grandi consigli da parte di chi ha imparato a vivere grazie alle tante esperienze che ci segnano la strada. Gli occhi appesantiti dalle medicine, ma il sorriso sempre stampato sul suo volto rigato dalla malattia. Una barba bianca ben curata e le mani grandi poggiate sul lenzuolo. Mi sono risvegliata sulla poltrona al suo fianco, ma lui non ha più riaperto i suoi occhi da quella notte.

      

      

      La canzone è finita e mi ritrovo con gli occhi gonfi e pieni di lacrime che cercano di colmare la sua assenza. Spengo tutto, metto via le cuffie e mi faccio cullare dal temporale che ancora imperversa fuori dalla finestra, soffiando sulle persiane che ululano al vento. Al risveglio sono ancora molto scossa e così decido di rimanere un altro po' a letto, crogiolandomi nel tepore della notte ormai passata. L'unica cosa che mi fa venire voglia di uscire fuori dalle coperte è il pensiero che lo sto per rivedere.

      

      

      Quando arriviamo al bar come prima cosa al mio ingresso vedo che lui è già arrivato e la cosa mi stupisce parecchio. Per la prima volta è arrivato prima di me e non si volta neanche a guardarmi anche se so benissimo che si è accorto del nostro arrivo chiassoso. Mi fermo sulla porta un po' infastidita dal suo non notarmi, ma quando il barista mi saluta e ci chiede se vogliamo “Il solito?” rispondiamo di si e ci dirigiamo al nostro tavolo. Mi sto per sedere quando vedo una piccola margherita proprio davanti al mio posto e per la seconda volta in pochissimi minuti mi fermo perplessa e un po' smarrita per un gesto che ha cambiato il normale andamento delle cose. Sicuramente è stato lui, ma non deve accadere. Perchè sta cercando un diverso approccio dal solito misterioso sguardo di ogni mattina? Mi ritrovo seduta, con quel piccolo fiorellino tra le mani, a fissarlo di schiena al bancone, mentre si gira di scatto, mi lancia uno sguardo e in maniera furtiva scappa via dal locale. Sì, è stato sicuramente lui a mettere quel fiore sul tavolo... sul mio tavolo. Rimango senza parole eccitata ed agitata allo stesso tempo, ma anche un po' confusa e non poi tanto sicura che sia stato proprio lui a farlo. La mia amica mi guarda e scoppia a ridere, avendo assistito a questa scena un po' infantile di due adulti persi in una storia così assurda e priva di senso per il resto del mondo. Io la guardo e dopo che il barista ci ha portato la nostra colazione, mi accorgo che sto stringendo il fiore nella mano e lo poggio velocemente vicino al cappuccino quasi fosse una cosa infuocata che mi brucia la pelle. Comincio a provare sensazioni diverse in un'alternanza velocissima. Per prima cosa mi sento onorata di quel piccolo regalo, poi divento però reticente e mi domando se ho veramente capito cosa significasse. E se magari era per la mia amica? Se il misterioso portatore di sguardi fosse attratto da lei e non da me? Ma allora perchè mi guarda sempre? No, ok, sono io la fonte del suo interesse... ma se fino ad oggi tutto si è risolto in uno scambio di sguardi e qualche sorriso lanciato quasi di nascosto, cosa vuol dire questo “regalo”? Come fosse una reliquia riprendo il fiore e lo metto dentro al mio libro, per poi farlo ricadere dentro la borsa grande e capiente. Camilla, ancora con una mezza risata che non riesce più a controllare, mi dice che ormai siamo arrivati alla svolta di questa assurda non relazione e sentirlo dire dalla sua voce mi spaventa e mi viene voglia di scappare via e non tornare più in quel posto. Poi però penso a come sto quando non lo vedo, non potrei rinunciare a quei dieci minuti che condividiamo anche se a breve distanza.

      

      

      Finita la colazione andiamo subito a lavoro, sapendo che oggi la giornata lavorativa sarà breve e all'ora di pranzo potremo scappare via per un pomeriggio di shopping insieme. Fortunatamente la pioggia della notte ha lasciato spazio al sole, abbandonando dietro di se solo qualche nuvoletta sparsa. All'una, precise come un orologio siamo fuori, pronte a prendere la macchina per andare a passare il pomeriggio all'Outlet a fare compere approfittando del periodo di saldi. In macchina Claudio Baglioni a tutto volume e noi due a cantare con i finestrini abbassati come due adolescenti libere da ogni pensiero. Alla prima stonatura scoppiamo a ridere, mentre in lontananza compaiono i campi di grano con tutte le balle ordinate in fila. Sono bellissime da vedere, riesco sempre a immaginarmici sotto, sdraiata alla loro ombra a guardare il cielo, aspettando il passaggio di qualche aereo e della sua scia bianca che taglia l'azzurro, per poter inventare storie sui suoi passeggeri e i viaggi che li porteranno lontano magari in qualche posto esotico o una città sconosciuta. Dopo qualche minuto di silenzio Camilla torna seria e comincia, per la prima volta, a prendere sul serio la mia non relazione. “Devi fare tu la prossima mossa, il gioco deve andare avanti in due. Lui ti ha dato un segnale, vuole continuare in modo diverso, senza però gettarsi subito in una vera e propria conoscenza. Ora devi continuare tu a condurre il gioco, in modo altrettanto romantico o misterioso, non banale insomma. Sarebbe troppo facile andare li e ringraziarlo...”. Ha ragione, il piccolo passo del fiore serve a cambiare strada, a scegliere quale sentiero seguire e deve essere fatto in modo originale per mantenere quel velo di mistero che da tempo ci fa guardare con tanto trasporto senza andare oltre, senza dire una parola. Non sappiamo neanche l'una il nome dell'altro e questo fino ad oggi ci bastava. Ora bisogna decidere se andare avanti in modo diverso, o chiudere la strada. Magari sarà lui stesso a pentirsi del suo passo, stamattina è scappato come non mai. Forse domani non si farà neanche vedere. “Ti serve dare una svolta alla tua vita, magari il misterioso osservatore potrebbe essere l'uomo che fa per te e se non lo fosse, è il caso che tu ricominci a vivere e a trovare qualcuno con cui dividere la tua vita”. Camilla continua con il suo tono serio a mezza voce. In me si risveglia un desiderio fortissimo di giocare, di rompere gli schemi e di osare anche se questo vorrà dire perdere tutto. Comincio a ridere mentre il vento entra forte dal finestrino e mi getta i capelli sul volto. “Ok, giochiamo”.

      

      

      Arrivate al magico mondo dello shopping, è così che ci divertiamo a soprannominare questi grandi outlet di alta moda a poco prezzo, cominciamo a girare senza troppa convinzione tra le varie vetrine, fino a fermarci in una piccola pasticceria dove decidiamo di mangiare qualcosa, non avendo neanche pranzato. Per me una fetta di torta al cioccolato e un caffè, mentre la mia amica si limita a un cornetto integrale СКАЧАТЬ