Название: Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 10
Автор: Edward Gibbon
Издательство: Public Domain
Жанр: Зарубежная классика
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Al tempo delle vittorie della repubblica Romana, avea sempre avuto cura il senato di unire in una sola guerra tutte le sue forze e i suoi artificii politici, e di abbattere totalmente il primo nemico prima di provocare un secondo. Fosse magnanimità o entusiasmo, sdegnarono i Califfi arabi queste massime timorose: con ugual vigore, e con pari fortuna invasero i demani de' successori d'Augusto, non che quelli de' successori d'Artaserse, e le due monarchie rivali divennero in un punto stesso la preda d'un nemico, che da tanto tempo solevano dispregiare. In tutti i dieci anni del regno d'Omar sottomisero i Saraceni trentaseimila città o castella: demolirono quattromila chiese o templi di miscredenti, ed alzarono mille e quattrocento moschee per l'esercizio del culto di Maometto. Un secolo dopo la sua fuga dalla Mecca, i suoi successori davano la legge dalle frontiere dell'India all'oceano Atlantico; 1. alla Persia, 2. alla Sorìa, 3. all'Egitto, 4. all'Affrica, 5. alla Spagna. Io m'atterrò a questa partizion generale nel racconto di tanti memorandi conquisti: narrerò brevemente quelli che si riferiscono alle contrade più remote, e meno ragguardevoli dell'oriente: sarò più prolisso per quelle che erano porzioni dell'impero Romano. Ma per ottenere qualche scusa all'imperfezione di questa parte della mia Opera, deggio a buon dritto lagnarmi della cecità, e della insufficienza delle guide, a cui sono stato ridotto. I Greci, tanto verbosi nella controversia, pochissima cura posero nel celebrare i trionfi de' lor nemici218. Il primo secolo dell'Islamismo fu epoca d'ignoranza, e allora quando sulla fine di quel secolo furono scritti i primi annali de' Musulmani, non si fece in gran parte che seguire la tradizione219. Fra le tante opere della letteratura Araba e della Persiana220, i nostri interpreti scelsero gli abbozzi imperfetti che riguardavano un periodo più moderno221. Gli Asiatici sono ignari dell'arte e dello spirito della Storia222; ignorano le leggi della critica: quelle tra le lor opere che ebbero maggior fama, manchevoli d'ogni filosofia e del menomo sentimento di libertà, ponno compararsi alle cronache pubblicate a que' giorni da' Monaci. La Biblioteca Orientale, di cui andiam debitori ad un Francese223, istruirebbe il più dotto Muftì dell'oriente, e forse gli Arabi non troverebbero in un solo de' loro storici un racconto delle glorie patrie più chiaro ed esteso di quello, che siamo per esporre.
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I. Nell'anno primo del regno del primo Califfo, Caled, suo Luogo-tenente, Spada di Dio, e flagello degl'infedeli, s'inoltrò sino alle sponde dell'Eufrate, e sommise le città d'Anbar e di Hira. Una tribù d'Arabi sedentari s'era collocata su la frontiera del deserto, all'occidente delle ruine di Babilonia, e in Hira risedeva una stirpe di re che abbracciato avevano il cristianesimo, e che da più di sei secoli regnavano all'ombra del trono della Persia224. Da Caled fu sconfitto e morto l'ultimo de' principi Mondari; il suo figlio prigioniero fu mandato a Medina; i suoi Nobili piegarono le ginocchia davanti al successor di Maometto: fu sedotto il popolo dall'esempio e dalle vittorie de' suoi concittadini, e per primo frutto di sue conquiste ricevette il Califfo un annuo tributo di settantamila monete di oro. Sbalorditi rimasero i vincitori, e i loro storici ancora, da questo primo lampo di futura grandezza. «Nell'anno stesso, scrive Elmacin, diede Caled molte grandi battaglie: fece immensa strage d'infedeli, e un'innumerevole quantità di spoglie preziosissime cadde in balìa de' vittoriosi Musulmani»225. Ma all'invitto Caled sorvenne ben presto l'impegno della guerra di Sorìa: capitani meno operosi e meno avveduti diressero l'invasione della frontiera di Persia. Respinti furono con gran perdita i Saraceni al passo dell'Eufrate: è bensì vero che punirono l'insolenza de' Magi, ma fu poi ridotto il rimanente del loro esercito a vagare qua e là nel deserto di Babilonia.
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Per lo sdegno e pel timore rimasero alquanto tempo sopite le intestine turbolenze de' Persiani. Fu deposta Arzema loro regina per l'unanime voto dei sacerdoti e de' nobili: era essa il sesto degli usurpatori surti e scomparsi nello spazio di tre o quattro anni, dopo la morte di Cosroe e la ritratta di Eraclio. Ne fu data la corona a Yezdegerd, nipote di Cosroe, e per la coincidenza d'un periodo astronomico226 è segnata in una guisa memorabile l'epoca della caduta totale della dinastia de' Sassanii, e della religione di Zoroastro227. Non contava il nuovo re che quindici anni, e dalla gioventù ed inesperienza sua fu persuaso a sottrarsi dal rischio d'una battaglia. Lo stendardo regio fu consegnato nelle mani di Rustam, generale del suo esercito, il quale da trentamila soldati che lo formavano, s'aumentò, dicesi, a centomila, sudditi, o alleati СКАЧАТЬ
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Appena troviamo negli storici Bizantini qualche monumento originale sul 7.º e 8.º secolo, trattane la Cronica di Teofane (
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Tabari, o Al-Tabari, nativo del Taborestan, famoso Imano di Bagdad, e il Tito Livio degli Arabi, terminò la sua storia generale l'anno 302 dell'Egira (A. D. 914). Sollecitato da' suoi amici, ridusse la sua Opera di trentamila fogli a più discreta misura; ma non si conosce l'originale Arabo che per le versioni fattene in lingua Persiana e Turca. Dicesi che la storia de' Saraceni, di Ebu-Amir o Elmacin, sia un ristretto della grande storia di Tabari. (Ockley,
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Oltre la lista degli autori Arabi data da Prideaux (
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Indicherò opportunamente gli storici e i geografi speciali: ma nella narrazione generale ebbi per guida le seguenti opere: 1.
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Il Sig. di Guignes (
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Pocock spiega la cronologia della dinastia degli Almondari (
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Un ciclo di centovent'anni, nella fine del quale un mese intercalare di trenta giorni equivaleva al nostro anno bisestile, e rintegrava l'anno solare. Nel volgere di millequattrocento quaranta anni, questa intercalazione applicavasi successivamente dal primo al duodecimo mese; ma Hyde e Freret discutono la gran quistione, se dodici, o solamente otto cicli, si compierono prima dell'Era di Yezdegerd, da tutti assegnata al 16 Giugno A. D. 632. Quanto è mai l'ardore degli Europei nel disaminare i punti più rimoti ed oscuri d'antichità! (Hyde,
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L'Era di Yezdegerd del 16 Giugno 632, cade nel quinto giorno dopo la morte di Maometto, avvenuta il 7 Giugno A. D. 632; e il suo esaltamento al trono non può porsi più in là della fine dell'anno primo. Non potevano adunque i suoi predecessori aver avuto incontri di resistere all'armi del Califfo Omar; e queste date incontestabili rovesciano la cronologia sconsiderata d'Abulfaragio.