Название: Il piccolo santo: Dramma in cinque atti
Автор: Bracco Roberto
Издательство: Public Domain
Жанр: Зарубежная драматургия
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Garantisco la buona condotta.
E allora… siamo a cavallo! Ho per te precisamente quello che desideri.
Davvero?!
Il secondo piano di questa palazzina, cioè la casetta soprastante alla mia (indica), è disponibile. Il buon Sebastiano te l'affitterà per una manciata di ceci, e tu… mi abiterai sul capo! Bada che è una bella combinazione! Corpo della fortuna!.. Pare che questo quartierino, che Sebastiano ha recentemente mobiliato, stesse ad aspettare proprio te!
(rifacendolo) Corpo della fortuna, non per nulla sono il fratello del santo miracoloso!
Ah no, Giulio mio, no! No! No! Per carità, non cominciare anche tu a ripetere questa scempiaggine!
Ho scherzato sulla leggenda che ti si appioppa, perchè ho sentito che ci scherzi tu stesso.
Io ci scherzo per mettere almeno l'argine della burletta alle chiacchiere che si fanno. Ma è una faccenda che mi secca, che m'infastidisce, che mi tortura, che mi amareggia. Ora il Dottor Finizio, per mostrare di essere lo scienziato che va ai congressi, ha scoperta in me… «l'energia»… il «fluido». Non è zuppa, è pan bagnato. E si finisce sempre col chiedermi quello che non ho, quello che non so di avere.
Dopo tutto, poi, che ti fa?, che te ne importa?
(eccitandosi) Che me ne importa?!.. E la mia coscienza?.. E la continua preoccupazione che mi si procura?.. Il dovere mio è di fare il prete. Il dovere mio è di aiutare il prossimo alla meglio e d'intercedere per il suo bene presso Dio. Ma quando la gente si aspetta da me mirabilia, mi sembra di essere un cassiere il quale abbia una cassaforte piena di monete false, ed io ci soffro, ci soffro!.. Ci soffro molto, Giulio! Te lo giuro!
Lo vedo che ci soffri, povero Fiorenzo! Soltanto a parlarne diventi pallido come un cencio lavato. Protesta una buona volta, seriamente, solennemente. È una ingiustizia che tu debba sopportare questa tortura quotidiana!
Non cavo nulla a protestare. Nessuno qui si persuaderà mai che Barbarello non sia la prova vivente dei miei poteri misteriosi.
Barbarello è quel giovanotto scemo che non ha voluto aprire la porta al signor Sebastiano?..
Per l'appunto.
E come c'entra, lui?
Qui tutti quanti credono che egli esista e agisca per opera e virtù mia. Tutti quanti credono che egli sia il mio miracolo classico.
Perchè?
Perchè?.. (Con modestia sincera) Perchè un giorno, quando egli era ragazzetto, riuscii a fermarlo sul pendìo di una rupe. Sì… fu un caso piuttosto strano… Questo è positivo. Hai visto la rupe su cui gira il viottolo che abbiamo percorso a piedi lasciando la strada carrozzabile? Be', il fatto accadde proprio lì. Era di domenica. Una frotta di contadini stava a godersi il panorama chiacchierando con me, e Barbarello faceva il chiasso insieme co' suoi piccoli amici. Nota che lui, allora, era tutt'altro che un deficiente. Si distingueva, anzi, fra i monellacci pari suoi per una intelligenza assolutamente eccezionale. E com'era audace! E com'era bello nel suo aspetto di minuscolo barbaro indomabile! E che lampi di geniale ribellione gettava dagli occhi profondi! Non si ammansiva che vicino a me. Diventava, con me, dolce e sottomesso, e io gli parlavo tanto, gli parlavo con più serietà che non si parli a un bimbo, e avevo l'illusione che m'ascoltasse un'anima adulta in quel selvatico fiore umano appena sbocciato. (Breve pausa) Era orfano, com'eravamo orfani noi due fin dalla prima età, e mi compiacevo e m'intenerivo nel chiamarlo: figliuolo mio. Noi sacerdoti le pronunziamo spesso queste due parole, per consuetudine; ma io le pronunziavo con una tenerezza che mi pareva dovesse molto somigliare alla vera tenerezza paterna. Che cosa mi legava a quel fanciullo?.. Niente. Eppure, talvolta… non so… io lo consideravo… come una parte di me stesso. E quando, quel giorno, egli, acceso d'allegria, roteando nell'aria a guisa d'una piuma, sparì nel vuoto dietro il parapetto diruto del viottolo, io, più dello spavento, più dell'orrore che si prova innanzi alla catastrofe d'una persona cara, provai come la sensazione d'essere vertiginosamente travolto insieme con lui. Sentii, in quel medesimo istante, balzarmi dall'orlo del precipizio; sentii tirarmi giù, giù, giù, giù, fra le asprezze della roccia che mi laceravano i panni e le carni; e sentii inchiodarmi là dove il suo corpo, impigliato in un vecchio cespuglio di ginestre, mi aspettava. (Ha i segni di una malsana concitazione. Nondimeno, padroneggiandosi, celia un po'.) Ho detto che «m'aspettava» perchè… parlando ad alta voce, mi lascio sempre trasportare dall'enfasi rettorica, e vien fuori il predicatore. Ma la verità è che, senza quel cespuglio di ginestre, il mio saggio di acrobatismo sarebbe stato inutile. (Facendosi di nuovo serio) E, comunque sia, l'ipotesi del miracolo, oltre ad essere fantastica, è una contraddizione, è una incoerenza! Se veramente per mio mezzo si fosse compiuto un miracolo, il ragazzetto – dico io – si sarebbe salvato tutto, si sarebbe salvato completamente. E invece no!.. no! Egli lasciò in quel cespuglio il tesoro del suo cervello, e non salvò della sua anima adulta che un cantuccio angusto per riempirlo di riconoscenza. È forse soprannaturale anche questo? È forse un prodigio anche la riconoscenza?.. Ma, Dio buono, visto che può essere riconoscente un cane, perchè non dovrebb'essere riconoscente uno che è nato uomo?.. Sono sciocchezze, mio caro Giulio! Credi a me:… sono sciocchezze!
(commosso) Sì, sono sciocchezze, ma indubitatamente questo insieme di cose è singolare, è impressionante, com'è impressionante la tua voce, com'è impressionante il tuo sguardo, com'è impressionante tutto il tuo piccolo mondo. Io sono uno scettico qualunque, futile e spensierato; e, ciò non ostante, vedi, innanzi a te, penso, rifletto, mi commovo e ho una specie di nostalgia del sentimento che guida le tue azioni, che anima la tua persona e del quale io non ho neppure una vaga idea. Vorrei… non so… vorrei rivolgerti mille interrogazioni, vorrei scrutarti… Anzi, di più: per capire bene come sei fatto, vorrei addirittura essere, almeno per un'ora, quello che sei tu!
(in un tono di sorpresa) Quello che sono io?! (Sorridendo con lieve malinconia) Va' là… Non te lo consiglio.
Non sei contento della tua vita?
… Sì.
È un sì in cui c'è la metà di un no. Dopo tutto, che cosa manca alla tua vita?
Uhm!..
Per esempio… per esempio… manca l'amore, non è vero?
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