La riconquista di Monpracem. Emilio Salgari
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Название: La riconquista di Monpracem

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ – rispose Yanez, mentre il chitmudgar sturava delle bottiglie di champagne. – E poi, se non vi fate temere, un giorno o l’altro i pirati delle isole entreranno nella vostra baia e vi daranno dei grossi fastidi, se non ci sarò io a difendervi.

      – Lo so purtroppo – rispose il Sultano, vuotando d’un colpo solo la coppa.

      Un fischio in quel momento echeggiò. Lo yacht aveva levato le sue ancore e filava, a tutto vapore, verso la bocca della baia.

      – Saliamo in coperta, Altezza, – disse Yanez – e cominciamo la caccia.

      Tu, chitmudgar, portaci da bere sul ponte. —

      Lasciarono il quadro e montarono la scala del quadro, fermandosi sul ponte di comando.

      La baia si presentava in tutta la sua meravigliosa bellezza, colle sue isolette, coi suoi quartieri malesi, cinesi e dayachi, tuffati in una vera orgia di sole.

      Lo yacht procedeva rapidissimo, a tiraggio forzato, sollevando dinanzi alla prora delle vere ondate e lasciandosi dietro la poppa una scia gorgogliante, in mezzo alla quale balzavano di quando in quando dei famelici pesci-cani.

      Delle fregate, delle sule, dei rondoni di mare, passavano rapidissimi sopra la piccola nave, mandando grida gioconde.

      Di tratto in tratto un albatro, grosso quasi quanto un’aquila, varcava lo yacht, salutando i viaggiatori con dei grugniti sonori che mal si addicevano ad un volatile.

      Al largo invece i pesci-volanti sorgevano in truppe, mostrando ai raggi del sole le loro alette variopinte, poi si rituffavano per cadere probabilmente in bocca alle dorate, le quali fanno grandi stragi di quei disgraziati abitanti del mare che nemmeno il volo può sottrarre ad una morte orribile.

      Frescava al largo. La brezza di ponente sferzava la superficie del mare, facendolo increspare fino agli estremi limiti dell’orizzonte.

      Un’ondata di quando in quando si avanzava colle creste irte di spuma e si rompeva contro la prora dello yacht con un rombo sonoro, imprimendogli una scossa assai brusca che metteva sottosopra tutto ciò che si trovava in coperta.

      Yanez aveva fatto portare quattro fucili da caccia, splendide armi inglesi che aveva acquistato a Calcutta e le aveva messe a disposizione dei suoi ospiti, dicendo:

      – Signori, la caccia è aperta!

      – Non sarà così facile fucilare le rondini marine con questi trabalzi – aveva risposto il Sultano.

      – È perché non avete ancora il piede dei marinai. Vi mostrerò io come si può fare una buona caccia anche con mare grosso. —

      Un albatros, uno splendido uccellaccio marino che aveva delle ali straordinariamente sviluppate, passava in quel momento sopra la poppa dello yacht.

      Yanez, lesto come una saetta, prese uno dei fucili da caccia, mirò qualche istante, poi lasciò partire due colpi.

      Il volatile, mitragliato in pieno corpo, agitò disperatamente le ali tentando di sostenersi ancora in aria, poi cadde a capofitto in mare… proprio dentro la bocca d’un enorme pesce-cane.

      – Ah! I furfanti divoreranno tutta la nostra selvaggina, milord, – disse il Sultano. – Ritorneremo a Varauni senza nemmeno una semplice rondine marina.

      – La gita non è ancora finita, Altezza, – rispose il portoghese. – Prima che il sole tramonti voglio vedere la tolda della mia nave coperta di pennuti.

      – Ci tengo io, sapete, agli uccelli di mare e se me li farete assaggiare sarò ben lieto.

      – Nel mio palazzo o qui?

      – Preferirei qui – rispose il Sultano. – Vi è più libertà.

      – Come volete, Altezza! Anch’io ho un cuoco che vale quanto pesa. A voi! Ecco un bel colpo! —

      Una fregata passava in quel momento, tenendo le ali perfettamente distese.

      Era seguita da uno stormo di rondoni di mare e di petrelli, i quali invano si sforzavano di tenerle dietro.

      – Su, Altezza, – disse Yanez. – È il buon momento. —

      Il Sultano alzò il fucile e lasciò partire i due colpi.

      La fregata rinchiuse le ali, raggrinzò le zampe e piombò a capofitto in bocca ad un altro squalo.

      Il Sultano aveva mandato un urlo di rabbia.

      – Ma non ci possiamo sbarazzare di quei ghiottoni che sono pronti a divorarci l’arrosto, milord?

      – Se voleste, potrei offrirvi una caccia impressionante al pescecane.

      – Ah, sì, sì! – gridò il Sultano, battendo le mani come un fanciullo.

      Yanez mandò un fischio stridente, che fece balzare Mati colla velocità d’una gazzella.

      Gli sussurrò sottovoce alcuni ordini, poi gridò in macchina di arrestare lo yacht.

      – Voi me ne regalerete uno, se avrete la fortuna di catturarne – disse il Sultano.

      – Sono pessimi, Altezza.

      – Pei cinesi, e regalato dal loro buon Sultano, andrà benissimo e non ne rimarranno nemmeno le spine.

      È molto tempo che debbo loro un regalo in cambio di un superbo zaffiro.

      – Mangino il pesce-cane allora! – disse Yanez, il quale non aveva potuto trattenere un sorriso.

      Mati, seguito da sei uomini, era ricomparso sul ponte, portando un ancorotto da pennello, con tre patte, tutto avvolto in una stoffa rossa.

      In una branca aveva cacciato ben dentro un pezzo di lardo del peso di sette o otto chilogrammi.

      Alla ghirlanda fu fissata una robusta catena, la quale fu poi passata all’argano poppiero per poter estrarre più facilmente il bestione, nel caso, non improbabile, che avesse abboccato.

      Come abbiamo detto, la corsa era stata interrotta e lo yacht ondeggiava dolcemente in mezzo ad un’acqua così trasparente da dare le vertigini.

      Nei mari dell’India e della Sonda, quando non soffia vento e l’onda non rimescola il fondo, l’acqua acquista una trasparenza meravigliosa.

      Certe volte si possono vedere dei pesci nuotare a cento o centocinquanta metri di profondità.

      L’ancorotto fu subito calato a tribordo della nave, mentre altri marinai si armavano di scuri e di parangs.

      Il Sultano, il suo seguito, la bella olandese e Yanez si erano curvati sulla murata, ansiosi di assistere a quella straordinaria caccia.

      L’ancorotto si vedeva benissimo, essendo stato immerso ad una profondità di venti metri.

      Il suo rivestimento rosso doveva richiamare prontamente l’attenzione delle ingorde tigri del mare.

      – Questi si chiamano divertimenti milord – disse il Sultano. – Se io avessi un ministro come voi, sarei l’uomo più felice del Borneo.

      – Se vorrete, Altezza, oltre a delle crociere, noi faremo anche delle СКАЧАТЬ