La riconquista di Monpracem. Emilio Salgari
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Название: La riconquista di Monpracem

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ ma non perdette il suo sangue freddo.

      – Fateli venire dunque – disse.

      Io li confonderò. —

      Il Sultano batté le mani.

      Una porta, che fino allora era stata custodita da quattro rajaputi, fu aperta, ed i naufraghi entrarono guidati da John Foster, il capitano del vapore affondato.

      Vi erano uomini ed anche signore, e queste non erano meno furibonde di quelli.

      Yanez si era alzato per sfidare meglio la bufera che gli si addensava sul capo.

      Il capitano, vedendolo, lo minacciò col pugno e gridando:

      – Ecco l’infame pirata!

      – Sì è quello che ha affondata la nostra nave senza alcun motivo.

      – Fatelo impiccare!

      – Vendetta! Vendetta, Altezza! —

      Yanez li lasciò dire, guardandoli ben bene ad uno ad uno, poi avendo potuto il Sultano ottenere un po’ di silenzio, disse:

      – Siete ben certi che sia stato io od un altro?

      – Voi! – urlò John Foster. – Vi ho riconosciuto.

      – Vi sono delle persone che si rassomigliano.

      – Voi siete il pirata!

      – Io vi mostrerò ora che voi stati affondati da uno yacht che non era il mio.-

      Fra i naufraghi aveva veduto Lucy Wan Harter, la bella olandese, la quale aveva assistito alla scena tumultuosa senza aprir bocca.

      – Signora, – le disse, muovendole incontro – è vero che quattro settimane or sono noi siamo stati insieme, ad un thè danzante offerto dal governatore di Macao?

      – Verissimo – rispose la donna, malgrado le occhiate furibonde dei suoi vicini.

      – Che divisa indossavo quella sera?

      – Quella d’ambasciatore inglese.

      – È troppo! – vociò John Foster, agitando le braccia come le ali d’un molino.

      – Tacete! – disse il Sultano. – Milord, riprendete la parola.

      – Quella sera a questa signora io ho regalato un anello che brilla ancora in un suo dito. È vero?

      – Verissimo – rispose l’olandese sempre calma.

      – Voi vedete, Altezza, che queste persone si sono ingannate. Qualche altro yacht può averli assaliti e colati a fondo, guidato da un uomo che per una singolare combinazione mi rassomiglia.

      – Vi si inganna, Altezza! – gridò John Foster, che pareva lì lì per scoppiare dalla bile. – Io accuso formalmente quell’uomo di aver affondato il mio vapore e di aver portato via un personaggio che si diceva ambasciatore. Se si visitasse il suo yacht lo si troverebbe ancora.

      – Basta! – disse il Sultano. – Coi vostri urli non avete provato niente, ed io debbo credere alle parole di quella signora. Potete ora ritirarvi. —

      Yanez fece un segno a Lucy Wan Harter, affinché non uscisse col gruppo. John Foster fu l’ultimo a varcare la porta della veranda e, tendendo nuovamente il pugno verso Yanez, gli gridò:

      – Non sarò contento finché non vi avrò ammazzato. —

      Il portoghese rispose con un’alzata di spalle.

      – Voi dunque, signora, – disse il Sultano, facendola sedere alla sua tavola – affermate di aver conosciuto a Macao milord.

      – L’ho detto e lo sostengo.

      – Indossava la divisa d’ambasciatore?

      – Sì, Altezza.

      – Allora vi è qualche briccone che vi rassomiglia straordinariamente, milord, – disse il Sultano. – Vorrei scovare quell’uomo ed appiccarlo all’antenna della mia bandiera.

      – Per ora non c’è da pensarci, Altezza, – rispose Yanez. – Fatto il colpo, non sarà così stupido da ritornar qui.

      – Mi viene ora un dubbio, milord.

      – Quale?

      – Che quei naufraghi abbiano scambiata la cannoniera del rajah delle isole per il vostro yacht.

      – Lo sapremo subito. —

      Si volse verso la bella olandese che stava sorseggiando un bicchiere di champagne, e le chiese:

      – L’attacco è avvenuto di giorno o di notte, signora?

      – Di notte e molto inoltrata.

      – Chi guidava quegli uomini?

      – Un personaggio che vi rassomigliava.

      – Vedete, Altezza, che quei naufraghi mi hanno accusato a torto. Quella sera erano ciechi come talpe e, probabilmente, ubriachi, ciò che accade sovente ai marinai inglesi. Altezza, i vostri ordini per domani. Voi mi avete detto che desiderate visitare il mio yacht e fare una corsa al largo.

      – Dopo il mezzodì sarò sulla vostra nave. —

      Yanez affondò una mano nella tasca e trasse una manata di pietre preziose, le une più splendide delle altre e le depose sulla tavola, facendo sprigionare dalle loro faccettature lampi bianchi, rossi, verdi, azzurri.

      – Altezza, – disse – queste le distribuirete fra le vostre donne.

      – Dopo che mi sarò servito io – rispose il Sultano, il quale fissava le pietre con due occhi scintillanti.

      – A questo penserete voi. —

      Si alzò e porse galantemente il braccio alla bella olandese, poi, rivoltosi al Sultano soggiunse:

      – Finché quel furibondo capitano non se ne sarà andato, voi sarete mio ospite, Altezza. Quell’uomo è capace di tutto, anche di uccidervi.

      – Fortunatamente ci siete voi, milord.

      – Vi assicuro che quando comincio una battaglia non faccio nessuna economia di proiettili. Si mostri e lo calerò a fondo.

      – E farete bene a non risparmiarlo, milord.

      – Basta che lo incontri e vedrete che cannonate gli sparerò nei fianchi. Posseggo dei pezzi d’una potenza grandissima.

      – Dovreste farmene avere anche a me – disse il Sultano.

      – Chi vi minaccia?

      – Quello yacht misterioso che va, viene, affonda navi in alto mare, turba i miei sonni. Vorrei anzi farvi una proposta, milord.

      – Dite pure, Altezza. —

      – Se facessimo una corsa fino all’isola di СКАЧАТЬ