La regina dei Caraibi. Emilio Salgari
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу La regina dei Caraibi - Emilio Salgari страница 13

Название: La regina dei Caraibi

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

Серия:

isbn:

isbn:

СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      Stava per spingersi verso la finestra, quando vide comparire Carmaux. Il bravo filibustiere aveva il viso molto oscuro e lo sguardo inquieto.

      «Capitano!» esclamò, correndo verso di lui e stringendolo con ambe le braccia, onde meglio sorreggerlo.

      «Si combatte in mare?»

      «Sì, Carmaux.»

      «Mille squali!… E noi siamo qui, assediati, impotenti a portare aiuto alla nostra nave e con voi ferito.»

      «Morgan saprà difenderla, mio bravo. Vi sono dei valorosi a bordo e dei buoni cannoni.»

      «Ma qui la nostra posizione è insostenibile, capitano.»

      «Togliete la scala e salvatevi quassù.»

      «È quello che faremo fra poco.»

      «Alla finestra, amico. Si combatte fieramente nella baia.»

      Un terzo, poi un quarto colpo di cannone erano rimbombati sul mare e si udivano pure frequenti scariche di moschetteria.

      Carmaux e Yara portarono, quasi di peso, il Corsaro, facendolo sedere dinanzi alla piccola finestra della torricella. Da quel luogo elevato lo sguardo spaziava liberamente su tutta la città e dominava interamente la baia ed anche un immenso tratto di mare.

      La battaglia fra la Folgore e le scialuppe montate dalla guarnigione del fortino, era di già stata impegnata con molto slancio d’ambe le parti.

      La nave, che non voleva abbandonare la baia senza aver prima imbarcato il suo capitano, s’era fortemente ancorata a trecento metri dalla spiaggia, presentando agli assalitori il suo tribordo mentre i suoi uomini s’erano sdraiati dietro alle murate, pronti a tempestare il nemico coi loro lunghi fucili.

      I due cannoni da caccia della coperta avevano già tuonato ripetutamente contro i nemici ed i loro colpi non erano andati perduti. Una scialuppa, colpita in pieno da una palla, era stata già sommersa e si vedeva il suo equipaggio a nuotare verso la spiaggia.

      Il Corsaro Nero con un solo sguardo si era subito reso conto della situazione.

      «La mia Folgore darà molto da fare agli assalitori,» disse. «Fra un quarto d’ora ben poche scialuppe rimarranno a galla.»

      «Temo però, mio capitano, che vi sia sotto qualche cosa di peggio,» disse Carmaux. «Non mi sembra naturale che quelle poche scialuppe muovano all’abbordaggio d’una nave così formidabilmente armata.»

      «Anch’io ho questo sospetto, Carmaux. Vedi nulla al largo?»

      «No, mio capitano. Come però vedete, la costa è molto alta e quelle scogliere possono nascondere qualche nave.»

      «Tu credi?» chiese il Corsaro, con una certa ansietà.

      «Che gli spagnuoli attendano qualche aiuto dalla parte del mare.»

      «La mia Folgore presa fra due fuochi!…»

      «Il signor Morgan è uomo da tenere testa a due avversari, signore.»

      «Va’ a soccorrere i tuoi compagni, Carmaux. A me basta Yara.»

      «Credo che abbiano bisogno di me,» disse il filibustiere, caricando precipitosamente il fucile.

      Mentre Carmaux correva in soccorso dell’amburghese e del negro, i quali cominciavano a trovarsi a mal partito in causa dei furiosi e replicati attacchi degli spagnuoli, nella piccola baia la battaglia prendeva proporzioni tremende.

      Le scialuppe, non ostante le terribili scariche della nave filibustiera, e le gravi perdite che subivano, correvano animosamente all’abbordaggio sostenendosi con un nutrito fuoco di fucileria ed incoraggiandosi con urla assordanti. Già tre scialuppe, sfondate dalle palle della filibustiera, erano andate a picco, pure le altre non si erano arrestate. Si erano disposte in forma di semicerchio per abbordare la nave da diverse parti e facevano forza di remi per giungere sotto i fianchi del legno e mettersi così al riparo dai due cannoni da caccia della coperta che le danneggiavano gravemente con incessanti scariche di mitraglia.

      Anche il fortino, che dominava la parte meridionale della piccola baia, non era rimasto inoperoso. Quantunque la sua guarnigione non possedesse che piccoli pezzi di artiglieria, tuonava furiosamente, mandando parecchie palle sul ponte della nave. Non ostante quel doppio attacco, la nave filibustiera pareva se ne ridesse dei suoi avversarii. Sempre ferma sulle sue àncore, avvampava come un vulcano, coprendosi di fumo e di fiamme e facendo coraggiosamente fronte al fortino ed alle scialuppe. I suoi uomini, poi, aiutavano gli artiglieri, tirando con matematica precisione sugli equipaggi delle scialuppe e particolarmente sui rematori. Il Corsaro Nero, appoggiato al davanzale della finestra, seguiva attentamente i diversi episodii della battaglia. Pareva che non provasse più alcun dolore e talvolta si animava, minacciando col pugno ora il fortino ed ora le scialuppe.

      «Animo, uomini del mare! – gridava. – Giù una buona scarica su quella scialuppa che sta per abbordarvi! Là, così va bene!… Non sono che nove! Fuoco sul fortino! Smantellate i suoi bastioni e fate saltare le sue artiglierie!… Viva la filibusteria!»

      «Mio signore, non animatevi così, – gli diceva Yara, tentando, ma invano, di farlo sedere. – Pensate che siete ferito.

      Incoraggiava i suoi valorosi marinai, additava loro i pericoli ed ammoniva ora gli uni ed ora gli altri come si trovasse anche lui sul ponte della nave e come se potessero udire la sua voce. Si era perfino dimenticato di Carmaux, di Wan Stiller e del negro che battagliavano ferocemente contro gli spagnuoli del corridoio.

      Ad un tratto un grido terribile gli sfuggì.

      «Maledizione!»

      Tre scialuppe, non ostante le tremende scariche dei filibustieri, erano giunte sotto la nave, mettendosi al riparo dalle artiglierie, mentre dietro la lunga penisola che si estendeva dinanzi alla baia erano improvvisamente comparse le altissime alberature di due navi.

      «Signore!» gridò Yara che aveva pure scorto quei legni. «La vostra Folgore sta per venire presa fra due fuochi!»

      Il Corsaro stava per rispondere, quando si videro irrompere nella stanza Carmaux, Moko e l’amburghese. Erano ansanti, trafelati e lordi di polvere da sparo. L’ultimo aveva anche il volto insanguinato, aveva ricevuto una puntata in mezzo alla fronte.

      «Capitano!» gridò Carmaux, mentre Moko ritirava precipitosamente la scala e l’amburghese lasciava cadere la botola. «La barricata non tiene più!…»

      «Sono già entrati gli spagnuoli?» chiese il Corsaro.

      «Fra qualche minuto saranno sotto di noi.

      «Morte dell’inferno! E la Folgore sta per venire presa fra due fuochi!

      «Cosa dite, signore?» chiese l’amburghese, con spavento.

      «Guardate!»

      I due filibustieri e Moko s’erano precipitati verso la finestra.

      Le due navi, poco prima segnalate dal Corsaro, erano comparse dinanzi alla baia chiudendo completamente il passo alla Folgore.

      Non erano due semplici velieri, bensì due navi d’alto bordo, poderosamente armate e montate da numerosissimi equipaggi, due vere navi di combattimento insomma, capaci di misurarsi vantaggiosamente contro una piccola squadra.

СКАЧАТЬ