La crociera della Tuonante. Emilio Salgari
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Название: La crociera della Tuonante

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ la tramezzata della Santa Barbara con una miccia lunga due metri. Corpo di… ci facevano saltare tutti senza nemmeno dirci: guardatevi.»

      «Era accesa la miccia?»

      «Non ancora.»

      «Sta bene: essi pagheranno il loro tradimento.»

      Trattenne mastro Hulbrik, stringendogli fortemente un polso fino a fargli scricchiolare fosso, poi fece un segno al signor Howard. Tosto dieci gabbieri si precipitarono sui compagni di mastro pirra pirra, e a suon di pugni li cacciarono nella batteria di babordo, mettendo loro i ferri.

      «Ora, mastro Hulbrik,» disse il Corsaro, sedendosi su di un barile che si era trovato quasi fra i piedi, «sciogli la lingua e bada a quello che dici.»

      «Patre…» balbettò l’Assiano.

      «Lascia andare il patre. Io non sono uomo da commuovermi. Chi vi ha consegnate quelle due bombe e quella miccia?»

      Il Tedesco si grattò prima un orecchio, poi l’altro guardando ostinatamente le punte delle sue scarpe.

      «Corpo d’un campanile e delle trenta corna di bisonte di mastro Taverna!», gridò Testa di Pietra. «Non vorrai darci a bere che una cannonata, che nessuno ha sparata in questo momento, ti ha fatto diventar sordo. Su, su, snocciola, furfante!… Io ti ho dato birra, salsicciotti e qualche buona sterlina, e tu studiavi il mezzo di mandarmi diritto non so se all’inferno o nel purgatorio, poiché in paradiso non spero di entrare.»

      «Patre....»

      «Ma che patre d’Egitto!… Su, su, canta, canta! Il comandante vuol saper tutto.»

      «Lord Clinton....», rispose finalmente il Tedesco, dopo un lunghissimo sospiro che pareva non dovesse terminar più.

      «Per far saltare la mia corvetta?», chiese il Corsaro, a denti stretti.

      Il Tedesco fece un cenno affermativo.

      «Non ci entrerebbe per caso in questo infame tradimento il marchese d’Halifax?»

      «Io afer udito lord Clinton parlare del Marchese.»

      «Ah, cane d’un fratello!» urlò il Corsaro, balzando in piedi cogli occhi fiammeggianti e il viso sconvolto da una terribile collera. «Non gli è bastato rubarmi la fidanzata!…Ricorre anche ai tradimenti per farmi morire.»

      Girò tre o quattro volte intorno al barile come un vero pazzo, poi fermandosi dinanzi all’Assiano, gli disse:

      «Quanto vi hanno dato?»

      «Cento sterline.»

      «E per una somma così misera voi, furfanti, mandavate in aria duecento uomini!»

      «No uomini, patre. Sola nave saltare. Io non afrei lasciato morire amico testa grossa.»

      «Sì, tu venivi a prendermi dolcemente per braccio e mi offrivi una scialuppa», disse il Bretone, «e mandavi i miei camerati tutti all’inferno! Ah, mangiator di candele!…»

      «Conducete via quest’uomo», gridò il Corsaro.

      «Un momento, mio comandante,» disse Testa di Pietra. «Voglio che mastro Hulbrik mi dica se per caso suo fratello Wolf, che mi aiutò ad introdurmi nel castello d’Oxford, si trova imbarcato sulla fregata del Marchese.»

      «Sì, patre,», rispose l’Assiano.

      «Corpo…»

      «Giù campanili, Testa di Pietra,» disse Piccolo Flocco. «Qui ci stanno bene tutti.»

      «Avete udito, sir William?», chiese il Bretone al comandante. «Suo fratello è imbarcato sulla fregata. Io conosco quel bravo giovanotto. Eh, non si sa mai!…»

      Il Baronetto non gli rispose. Si volse invece al suo secondo e gli disse:

      «Signor Howard, staccate una baleniera, recatevi a bordo delle navi americane ed avvertite i comandanti di quanto qui è avvenuto. Dite che visitino attentamente le loro stive e le loro batterie, poiché lord Clinton avrebbe potuto farvi imbarcare di nascosto delle canaglie per distruggere completamente la prima flotta americana.»

      «Subito, comandante,» rispose il secondo. «Il vento è debole; avrò tutto il tempo necessario per compiere la mia missione e raggiungervi senza obbligarvi a mettere in panna.»

      Il Corsaro rimase qualche istante sul ponte, guardando distrattamente i marinai che stavano calando la grossa baleniera; represse un sospiro e discese nel quadro.

      «Tempesta!» disse il Bretone, il quale lo aveva seguito colla coda dell’occhio. «Quella bionda miss finirà col farlo impazzire.»

      «E mastro pirra pirra?» chiese Piccolo Flocco.

      «Affare serio! Quel giovanotto non vedrà più la Germania.»

      «Che il comandante faccia appiccare anche lui? Dovrebbe ricordarsi che quel povero diavolo ha rischiato più volte, a Boston, di finire in fondo a qualche fossato con sei palle nella schiena invece che nel petto.»

      «È vero,» rispose Testa di Pietra, il cui viso si era molto rabbuiato. «Io credo bensì che non finirà forse male per lui… per lui solo, vè! Per gli altri non rispondo. Credo che domani faranno quattro salti sotto il pennone di maestra con un buon laccio al collo… Ah, diavolo! bisognerebbe salvarlo Hulbrik.... Sì, salvarlo! ma come?»

      Ad un tratto si battè la fronte così forte, che Piccolo Flocco credette per un momento si fosse sparata una pistolettata.

      «E così, mastro?» chiese il gabbiere un po’ spaventato. «Vuoi ammazzarti?»

      «Un’idea!…»

      Saltata fuori con quel pugno, che avrebbe sfondata la fronte di qualunque altro uomo che non fosse bretone?»

      «È un’idea magnifica. Senti: ti ricordi come salvammo il Baronetto proprio mentre gl’Inglesi stavano per appiccarlo?»

      «Lo ricordo benissimo. Fu il coltello del carnefice di Boston che gl’impedì di rompersi l’osso del collo.»

      «Và a chiamarmi quel brav’uomo e conducilo a prora. Lesto, Piccolo Flocco.»

      «Come uno scoiattolo,» rispose il gabbiere.

      Il mastro aspirò una buona boccata d’aria marina, diede uno sguardo alle vele ed un altro alla baleniera, che guizzava rapidissima, sotto la battuta di dodici remi, verso le navi americane che s’avanzavano lentamente, essendo il vento debolissimo. Tirò fuori la sua storica pipa, ancora intatta malgrado le tante avventure provate dal suo proprietario, la caricò per bene, e dopo averla accesa, andò a sedersi sul pezzo favorito, il pezzo da caccia prodiero di babordo.

      «Forse ho risolto un gran problema,» mormorò, dopo essersi avvolto in una nuvola di fumo. «Il Baronetto salterà, ma bà!… Al vecchio mastro molte cose si perdonano.»

      5. Le quattro esecuzioni

      Cinque minuti dopo, Piccolo Flocco montava sul castello di prora in compagnia d’un uomo di mezza età, assai barbuto e molto robusto: era il carnefice di Boston che i lettori dei Corsari delle Bermude non avranno dimenticato.

      «Mio СКАЧАТЬ