I Pirati della Malesia. Emilio Salgari
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Название: I Pirati della Malesia

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ sono i ricordi che l’hanno reso malinconico – mormorò, e scese nella cabina della pazza.

      Il vento continuava a mantenersi buono, anzi tendeva a crescere, accelerando la corsa della Perla di Labuan, la quale non tardò a raggiungere i sette nodi all’ora, velocità che le avrebbe permesso di guadagnare ii capo Sirik molto presto.

      A mezzodì furono segnalate a babordo le Romades, gruppo d’isole situate a quaranta miglia dalla costa del Borneo, abitate per la maggior parte da pirati che se la intendevano a meraviglia con quelli di Mompracem. Alcuni prahos, anzi, raggiunsero la Perla di Labuan, augurando all’equipaggio e al suo capitano buona preda.

      Qualche vela lontana, un brigantino e alcune giunche cinesi di forme pesanti e barocche, furono segnalati durante il giorno, ma la Tigre della Malesia, che temeva di arrivare dopo l’Helgoland e non voleva esporre i suoi uomini in un combattimento inutile, non si curò di quei navigli.

      All’indomani, ai primi albori, fu segnalata Whale, isola considerevole, lontana centodieci miglia da Mompracem, cinta da scogliere innumerevoli che rendono oltremodo pericoloso l’approdo. Una cannoniera con bandiera olandese, che esplorava la costa cercando senza dubbio qualche legno corsaro, appena ebbe scorta la Perla di Labuan prese il largo a tutto vapore; il suo ponte, in un baleno, si coprì di marinai armati di carabine di lunga portata e gli artiglieri smascherarono a tribordo un grosso cannone.

      – Aoh! – esclamò Yanez, avvicinandosi a Sandokan che guardava con occhio tranquillo la cannoniera. – Fratellino mio, quella bestia là ha fiutato qualcosa, perché pare che si prepari a darci la caccia.

      – Non crederlo – rispose la Tigre. – Si accontenterà di seguirci.

      – Non mi va troppo a sangue essere seguito da una cannoniera.

      – Hai paura?

      – No, fratello mio. Ma se quella cannoniera ci seguisse fino a Sarawak?

      – Perché vuoi che ci segua a Sarawak? Se ha un sospetto ci darà battaglia e noi la coleremo a picco.

      – Diffida, fratello. Mi si disse che James Brooke ha una buona flottiglia, che cambia assai spesso bandiera ed apparenza per dar la caccia ai pirati.

      – Le conosco le astuzie di quel lupo di mare. So che talvolta, per attirare i pirati, disalbera la sua nave, il Realista, per mitragliarli appena giunti a tiro.

      – È vero, Sandokan, che quel diavolo d’uomo ha sterminato quanti pirati battevano le coste di Sarawak?

      – È vero, Yanez. Col suo piccolo schooner, il Realista, purgò le coste di mezzo Borneo, distruggendo tutti i prahos, incendiando i villaggi, cannoneggiando le fortezze. Quell’uomo ha del sangue nelle vene, non tanto però quanto ne hanno i pirati di Mompracem. Tremi il giorno in cui i miei tigrotti approderanno sulle sue terre.

      – Vuoi misurarti con lui?

      – Lo spero. La Tigre darà allo sterminatore dei pirati un colpo terribile, forse il colpo di grazia.

      – Aho! – esclamò il portoghese.

      – Cos’hai?

      – Guarda la cannoniera, Sandokan. C’invita a mostrare la nostra bandiera.

      – Non sarà certo la mia, quella che mostrerò.

      – Quale allora? – chiese Yanez.

      – Ehi, Kai-Malù, mostra a quei curiosi una bandiera inglese, olandese o portoghese.

      Pochi istanti dopo, una bandiera portoghese sventolava a poppa del praho.

      La cannoniera, soddisfatta, prese quasi subito il largo, non già verso l’isola Whale, che si scorgeva ancora all’orizzonte, ma verso il sud.

      Quella rotta fece aggrottare le ciglia alla Tigre della Malesia e al suo compagno.

      – Uhm! – fece il portoghese. – C’è sotto qualche cosa.

      – Lo so, fratello.

      – Quella cannoniera si dirige verso Sarawak, ne sono certo, certissimo. Appena fuori di vista modificherà la sua rotta.

      – Gli uomini che la montano sono furbi. Hanno fiutato in noi dei pirati.

      – Che cosa farai?

      – Nulla per ora. Quella cannoniera, oggi, cammina più di noi.

      – Che vada ad aspettarci a Sarawak?

      – È probabile.

      – Ci tenderà forse un agguato alla foce del fiume, con la flotta di Brooke.

      – Daremo battaglia.

      – Non abbiamo che otto cannoni, Sandokan.

      – Noi, ma l’Helgoland ne avrà più di noi. Lo vedrai, portoghese, ci divertiremo.

      Per due giorni la Perla di Labuan navigò alla distanza di una trentina di miglia dalla costa del Borneo, segnalata dalla cima del monte Patau, gigantesco cono coperto di superbe foreste che si eleva a 1880 piedi sul livello del mare.

      La mattina del terzo, dopo una breve calma, girava il capo Sirik, promontorio roccioso coronato da alcune isole e isolotti che chiude la vasta baia di Sarawak verso nord. Sandokan, che temeva di trovarsi da un istante all’altro dinanzi alla flottiglia di James Brooke, fece caricare i cannoni, nascondere due terzi dell’equipaggio; quindi innalzò la bandiera olandese. Dopo di che, mise la prua al capo Tanjong-Datu, che ad occidente chiude la baia, in vicinanza del quale doveva passare l’Helgoland proveniente dall’India. Verso il mezzodì dello stesso giorno, tra la generale sorpresa, la Perla di Labuan si imbatteva nella cannoniera olandese che tre giorni prima aveva incontrato nelle acque dell’isola Whale. Sandokan, nel vederla, lasciò andare un violento pugno sulla murata. – Ancora la cannoniera! – esclamò, aggrottando la fronte e mostrando i denti, bianchi e aguzzi come quelli di una tigre. – Tu vuoi che io faccia bere del sangue ai miei tigrotti.

      – Ci spia, Sandokan – disse Yanez.

      – Ma io la colerò a picco.

      – Non lo farai, Sandokan. Un colpo di cannone può essere udito dalla flotta di Brooke.

      – Io me ne rido della flotta del rajah.

      – Sii prudente, Sandokan.

      – Sarò prudente, giacché lo vuoi, ma vedrai che quella cannoniera ci tenderà un agguato alla foce del Sarawak.

      – Non sei la Tigre della Malesia, tu?

      – Sì, ma abbiamo la vergine della pagoda a bordo. Una palla potrebbe colpirla.

      – Coi nostri petti le faremo scudo.

      La cannoniera olandese era giunta a duecento metri dalla Perla di Labuan. Sul suo ponte si vedevano il capitano, munito di un cannocchiale e, affollati a prua, una trentina di marinai armati di carabine. A poppa alcuni artiglieri circondavano un grosso cannone.

      Girò due volte attorno al praho descrivendo un grandissimo semicerchio, poi virò di bordo mettendo la prua a sud, verso Sarawak.

      La sua velocità era tale СКАЧАТЬ