I Pirati della Malesia. Emilio Salgari
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Название: I Pirati della Malesia

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ sai tu quali uomini sono i nostri?

      – So che sono coraggiosi, ma…

      – Sono dayachi, mio caro.

      – Che cosa vuol dire?

      – Gente che non ha paura di gettarsi contro una muraglia di ferro difesa da cento cannoni, quando sanno che al di là vi sono teste da tagliare.

      – Danno la caccia alle teste, questi dayachi?

      – Sì, giovanotto mio. I dayachi, che vivono per lo più nelle grandi foreste del Borneo, si chiamano head-hunters, ossia cacciatori di teste.

      – Sono terribili compagni, allora.

      – Formidabili.

      – E anche pericolosi. Se una notte saltasse loro la brutta idea di decapitarci?

      – Non aver paura, giovanotto. Rispettano e temono più noi che le loro divinità. Basta una parola, una sola occhiata della Tigre per farli diventare mansueti.

      – E quando arriveremo a Sarawak?

      – Fra cinque giorni, se non sopraggiungono accidenti.

      – Burrasche, forse?

      – Peuh – fece il portoghese alzando le spalle. – La Perla di Labuan, guidata da un lupo di mare come Sandokan, si ride dei più formidabili cicloni. Sono gli incrociatori, ti ripeto, che di quando in quando vengono a seccarci.

      – Ve ne sono molti, dunque?

      – Pullulano come le piante velenose. Portoghesi, Inglesi, Olandesi e Spagnoli hanno giurato una guerra a morte contro la pirateria.

      – Sicché un bel giorno i pirati scompariranno.

      – Oh, mai più! -esclamò Yanez, con profonda convinzione.

      – La pirateria durerà finché vi sarà un solo malese.

      – E perché?

      – Perché la razza malese non si sente inclinata per la civiltà europea. Non conosce che il furto, l’incendio, il saccheggio, l’assassinio, terribili mezzi che le somministrano da vivere in abbondanza. La pirateria malese conta parecchi secoli di vita e continuerà per molti secoli ancora. È una eredità sanguinosa che si trasmette di padre in figlio.

      – Ma non scema questa razza?? I continui combattimenti devono fare dei grandi vuoti.

      – Poca cosa, Kammamuri, poca cosa! La stirpe malese è feconda come le piante velenose, come gli insetti nocivi. Morto uno, un altro ne nasce e il figlio non è meno valoroso né meno sanguinario del padre.

      – La Tigre della Malesia è malese?

      – No, è bornese e di una casta elevata.

      – Ditemi, signor Yanez, come mai un uomo terribile che assalta vascelli, che trucida interi equipaggi, che saccheggia e incendia villaggi, che, infine, sparge ovunque il terrore, si è generosamente offerto di salvare il mio padrone che non ha mai conosciuto?

      – Perché il tuo padrone fu il fidanzato di Ada Corishant.

      – Conosceva, forse, Ada Corishant? – chiese Kammamuri, con sorpresa.

      – Non l’ha mai veduta.

      – Non capisco allora…

      – Lo capirai subito, Kammamuri. Nel 1852, cioè cinque anni or sono, la Tigre della Malesia aveva raggiunto il culmine della sua potenza. Aveva molti e ferocissimi tigrotti, molti prahos, parecchi cannoni. Con una sola parola faceva tremare tutti i popoli della Malesia.

      – Eravate anche allora insieme con la Tigre?

      – Sì e da parecchi anni. Un giorno Sandokan fu informato che a Labuan viveva una fanciulla incantevole, bellissima, e si sentì vinto dal desiderio di contemplarla. Si recò a Labuan, ma fu scoperto da un incrociatore, vinto e ferito. Con infinite pene e affatto solo poté riparare sotto i boschi e di là giungere ad una casa abitata da… indovina da chi?

      – Non lo saprei.

      – Dalla fanciulla che voleva vedere.

      – Oh! quale strana combinazione!

      – La Tigre della Malesia non aveva amato fino allora che le lotte, le stragi, le tempeste. Ma, vista la fanciulla, se ne innamorò alla follia.

      – Chi? La Tigre? E impossibile! – esclamò Kammamuri.

      – Ti narro dei fatti veri – disse Yanez. – Amò la fanciulla, la fanciulla amò ardentemente il pirata e si accordarono per fuggire assieme.

      – Perché fuggire?

      – La fanciulla aveva uno zio capitano di marina, uomo ruvido, violento, nemico acerrimo della Tigre della Malesia. Passo sopra alle pugne tremende accadute fra inglesi e pirati, sulle disgrazie che toccarono alla Tigre, sul bombardamento di Mompracem, alle fughe. Ti dirò solo che Sandokan finalmente poté far sua la fanciulla e rifugiarsi a Batavia. Io e una trentina di tigrotti lo seguimmo.

      – E gli altri?

      – Erano tutti morti.

      – E perché la Tigre tornò a Mompracem?

      Yanez non rispose e il maharatto, sorpreso di non ricevere risposta, alzò gli occhi e lo vide asciugarsi rapidamente una lacrima.

      – Ma voi piangete! – esclamò.

      – Non è vero – disse Yanez.

      – Perché negarlo?

      – Hai ragione, Kammamuri. Anche la Tigre della Malesia, che non aveva mai pianto, vidi scoppiare in lacrime. Il cuore mi si stringe e un nodo mi serra la gola tutte le volte che io penso a Marianna Guillonk.

      – Marianna Guillonk!… – esclamò il maharatto. – Chi è questa Guillonk?

      – Era la giovinetta fuggita con la Tigre della Malesia.

      – Parente di Ada Corishant?

      – Cugina, Kammamuri.

      – Ecco perché la Tigre ha promesso di salvare Tremal-Naik e la sua fidanzata. Ditemi, signor Yanez, è viva Marianna Guillonk?

      – No, Kammamuri – disse Yanez con tristezza. – Sono due anni che dorme in una tomba.

      – Morta?

      – Morta!

      – E suo zio?

      – Vive ed è sempre in cerca di Sandokan. Lord James Guillonk ha giurato di farlo appiccare assieme a me.

      – E dove si trova ora?

      – Non lo sappiamo.

      – Temete d’incontrarlo?

      – Ti dirò che ho un presentimento. Ma… ai presentimenti СКАЧАТЬ