I minatori dell' Alaska. Emilio Salgari
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Название: I minatori dell' Alaska

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ tua conoscenza, – rispose Bennie, sorridendo.

      – Un viso pallido?…

      – Sì.

      – Che io conosco?…

      – Lo credo.

      Bennie era disceso dal cavallo, dopo aver fatto cenno a Back di vegliare sull’indiano, ed era salito sul carro. Lo scotennato, vedendolo, si era alzato, sforzandosi di sorridergli. Cercò aprire le labbra per parlare, ma il cow-boy lo prevenne dicendogli:

      – Vi comprendo. Non abbiate timore; il ragazzo sarà presto salvato.

      – L’avete visto?…

      – No, però prima che il sole tramonti avrò visto Nube Rossa.

      – E ve lo cederà?

      – Lo spero, se gli premerà salvare la pelle di Coda Screziata. Abbiamo fatto una buona presa che vale il ragazzo

      – Ah!

      – Lasciate fare a me, amico. Noi lo salveremo, ve lo prometto.

      – Temo che lo uccidano prima che voi vi rechiate da Nube Rossa.

      – Se si fosse trattato di un uomo, non avrei dato a quest’ora una pipata di tabacco per la sua pelle; ma si tratta fortunatamente di un ragazzo, e gli indiani hanno la buona abitudine di adottarli, anziché di ucciderli. Riposate tranquillo, e se avete bisogno di qualche cosa chiamatemi.

      – Grazie, – rispose lo scotennato, adagiandosi di nuovo.

      – Soffrite ancora molto?

      – Oh… sì, molto.

      – Vi credo, ma guarirete, non dubitate.

      Il cow-boy gli mise a fianco una fiasca d’acqua, mescolata con un po’ di whisky, gli fece cenno di non muoversi e ridiscese dal carro.

      IV – ATTRAVERSO LA PRATERIA

      Quando Bennie ebbe raggiunti i cavalli, trovò Coda Screziata seduto a terra, con le gambe ripiegate in modo da far gravare tutto il peso del corpo sui talloni, mentre Back stava accendendo il fuoco dentro una piccola buca scavata in un pezzo di terreno già accuratamente privato delle erbe, per evitare uno di quegli spaventosi incendi, così frequenti in quelle immense praterie, che sono causa di veri disastri, distruggendo non solo enormi quantità di selvaggina, ma anche buoi e cavalli, e talvolta intere tribù di indiani, o convogli di emigranti. Bennie, visto che l’indiano era tranquillo, come se si fosse rassegnato alla sua sorte, s’affrettò ad aiutare il compagno a preparare la colazione, tanto più che l’aria mattutina gli aveva stuzzicato l’appetito. Allestì rapidamente le così dette flat-jacks, specie di focacce che s’impastano al momento e si cucinano dentro una buca scavata nel suolo, fece friggere alcuni pezzi di prosciutto salato e pose sui carboni alcuni sanguinacci di prateria, specie di salami formati con intestini grassi di bue, o di bisonte e riempiti di carne tritata e di sangue.

      Quando tutto fu pronto, i due cow-boys si sedettero di fronte all’indiano, invitandolo a mangiare le tiepide focacce esalanti quel profumo delizioso particolare del pane caldo, il prosciutto e gli appetitosi sanguinacci accuratamente rosolati. Coda Screziata non si fece pregare. Mai forse in vita sua aveva nuotato in tanta abbondanza, essendo oggi, i poveri guerrieri della prateria, quasi sempre in lotta con la fame, a causa della scarsità di selvaggina, e soprattutto a causa della quasi totale sparizione delle immense mandrie di bisonti. Quantunque si crucciasse di trovarsi prigioniero, fece molto onore al pasto e baciò più volte, con molta espansione, una bottiglia di whisky che Bennie aveva preso nel carro. Il vecchio scorridore, che era diventato di una amabilità straordinaria, si era guardato bene dal moderare l’entusiasmo dell’indiano per quella bottiglia, anzi avendone portate con sè un paio di dozzine, per distrarsi durante le noiose guardie notturne, era andato a prenderne una seconda. Non contento, aveva avuto perfino la cortesia di offrire al guerriero rosso una pipa e del tabacco, non perché sperasse con ciò di ubriacarlo, essendo gli indiani abituati a fumare un tabacco fortissimo che usano spruzzare con acquavite, ma per eccitarlo a bere di più. Coda Screziata ne approfittò. Fumava come un turco e beveva come un vero selvaggio, ingoiando delle sorsate da far stupire un lupo di mare. La prima bottiglia era già stata vuotata e stava per scolare animosamente la seconda. Quel whisky, davvero eccellente, aveva sciolto la sua lingua, e da taciturno era diventato di una loquacità prodigiosa, narrando le sue gesta, i combattimenti ai quali aveva assistito, le tremende lotte impegnate coi Piedi Neri, i nemici secolari dei Corvi e delle Tribù delle Teste Piatte, e le torture atroci fatte subire ai prigionieri di guerra. Udendolo parlare dell›attacco notturno contro il drappello degli emigranti, Bennie lo aveva bruscamente interrotto, chiedendogli a bruciapelo:

      – Sono stati uccisi tutti quei poveri diavoli?…

      – Tutti meno uno, – aveva risposto l’indiano.

      – E perché ne avete risparmiato uno?…

      – Perché era un ragazzo incapace di difendersi.

      – Lo avete forse serbato per il palo del supplizio?…

      – No, era troppo giovane per sopportare dignitosamente le torture del palo.

      – Allora ne avrete fatto uno schiavo.

      – Sì, lo schiavo della Nube Rossa. Se sarà un valoroso, un giorno potrà venire promosso guerriero. Dei volti pallidi, rapiti giovani e cresciuti fra gli indiani, sono diventati dei capi valorosi.

      – Lo so, – disse Bennie. – Ne ho conosciuto qualcuno nel Canada. Dunque tu credi che sia ancora vivo? ,

      – Lo era stamane.

      – Ha avuto delle ferite?…

      – Nessuna.

      – Nube Rossa terrà molto al suo nuovo schiavo?

      – È probabile.

      – E tu credi che non lo scambierebbe contro uno dei suoi guerrieri?…

      – Non lo so.

      – È lontano il campo di Nube Rossa?

      – Si trova ora sulle rive occidentali del lago.

      – Ha molti guerrieri con sè?…

      – Cento e più. Aspettano in quel luogo l’arrivo dei bisonti che devono scendere dal nord.

      – Ah!… Sono a caccia!

      – Sì.

      – E che cosa faceva Coda Screziata nel bosco, così lontano dalla sua tribù.

      – Ero stato incaricato di sorvegliare…

      – Continua, – disse Bennie, vedendo l’indiano esitare.

      – Non ricordo più nulla – rispose il guerriero rosso, con aria imbarazzata.

      – Allora mio fratello beva un altro sorso d’acqua di fuoco, – disse il cow-boy. – Si rischiarirà la mente.

      Il pellirossa afferrò avidamente la bottiglia e bevette a lungo.

      L’aveva СКАЧАТЬ